E' di qualche ora fa la notizia dell'atto notificato da Anac a Luciano D'Amico, per comunicare l'incompatibilità dell'incarico a presidente di TUA spa col ruolo di professore universitario e Rettore dell'Università di Teramo; istruttoria, quella dell'Autorità nazionale anticorruzione, avviata a seguito di un esposto e che, ora, mette a rischio persino la carriera universitaria di D'Amico, il quale si è detto "tranquillo", tuttavia, in attesa che sulla vicenda si pronunci il Ministero dell'Istruzione. Intanto, ha incassato il sostegno dei sindacati - Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti, Faisa Cisal - che in una nota hanno inteso "ringraziare, non difendere il presidente D'Amico".
"E' di pubblico dominio che vi sia una vera e propria disciplina per la 'caccia', da parte di uomini di partito, nella conquista di una nomina nelle società partecipate e ciò, ovviamente, sia per gestire una fetta di potere, ma soprattutto per beneficiare di laute indennità e rimborsi", l'affondo dei sindacati. "Ed è evidente che la gestione delle nomine è stata da sempre appannaggio dei partiti di governo che nelle diverse realtà locali sono riusciti a gestire e controllare oltre 1200 società partecipate dislocate su tutto il territorio nazionale. Accade così che quando queste 'opportunità' improvvisamente diminuiscono, si scateni la reazione da parte di coloro che hanno gestito e sfruttato quelle nomine per accontentare 'i portatori d’acqua del mulino' del proprio partito e per consolidare la rete di gestione del potere nei territori".
Delle 1200 società partecipate (una sproporzione numerica che nonostante la riforma Madia fatica ad essere ridimensionata), ben 56 - ovvero quasi il 5% del totale - ricadono nel territorio regionale, "e solo fino a due anni fa ve ne erano addirittura 3 impegnate a gestire il Trasporto Pubblico Locale in Abruzzo. Grazie anche alla caparbietà di chi scrive e alle innumerevoli iniziative e azioni di sciopero - sottolineano i sindacati - è stato finalmente avviato e concluso, poco più di un anno fa, un coraggioso processo aggregativo e di razionalizzazione delle tre società di trasporto a partecipazione regionale, interrompendo una lunga fase storica di immobilismo politico corredata unicamente da inconcludenti ed inutili annunci. Così da tre Presidenti, tre Consigli di amministrazione, tre collegi di revisori, tre Direttori generali, tre vie Direttori generali - per un costo totale di 1milione e 200mila euro l'anno - si è passati ad un Presidente, un Consiglio d'amministrazione, un collegio di revisori, un Direttore generale per 250mila euro l'anno. Insomma, quel fenomeno tristemente noto come il poltronificio d'Abruzzo, grazie al nostro impegno e alla guida del presidente Luciano D'Amico, si è trasformato in una realtà che in poco più di due anni ha già restituito alle casse degli abruzzesi oltre 25 milioni di euro imputabili per lo più a minori costi di gestione, per non parlare delle nuove opportunità di lavoro a tempo indeterminato materializzatesi attraverso l’assunzione di oltre 140 giovani, tutti selezionati con procedure ad evidenza pubblica".
Un’operazione non di poco conto, sottolineano i sindacati, che potrebbe apparire come una ovvietà, ma che in realtà non si sarebbe mai concretizzata "in assenza di alti profili manageriali e di comprovate competenze. In passato, operazioni di simili complesse progettualità, venivano gestite attraverso il ricorso a costosissime consulenze; questa volta invece incassiamo il frutto del lavoro di un Professore di Economia Aziendale che avrebbe, secondo qualcuno, commesso il 'reato' di lavorare gratuitamente per la propria collettività assumendosi responsabilità e mettendoci la propria faccia, obbligandoci peraltro a riunioni in orari impossibili pur di non pregiudicare e di non ridurre di un solo minuto il proprio contributo all’Ateneo.
La TUA spa oggi è 870 autobus, 17 locomotori, 16 convogli passeggeri, 1587 dipendenti, 28.000.000 passeggeri, 37,9 milioni di km/anno che ne fanno la 7° realtà in campo nazionale. "Evidentemente questi risultati danno fastidio a coloro che non gradiscono perdere fette di influenza. Proprio per questo sentiamo il dovere di ringraziare, non difendere, il presidente D'Amico".