Con un'ordinanza commissariale, la settimana scorsa è stato istituito il Comitato tecnico scientifico (Cts), a disposizione della struttura del Commissario per la ricostruzione delle zone colpite dai terremoti del 2016, Vasco Errani.
La notizia, passata in second'ordine forse perché afferente ad un'ordinanza piuttosto tecnica, è al contrario dirimente per il futuro delle aree interne travolte dai terremoti di agosto e settembre. Al Cts spetta infatti la "definizione dei criteri di indirizzo, vincolanti per tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti nel processo di ricostruzione, per la pianificazione, la progettazione e la realizzazione degli interventi di ricostruzione con adeguamento sismico degli edifici distrutti e di ripristino con miglioramento sismico degli edifici danneggiati", così come si legge nel decreto legge 189/2016 che norma il comitato. La sede del Cts, i cui membri scadranno tra un anno, sarà a Roma.
Quest'ultimo è composto da 15 membri, per la maggior parte provenienti dagli ambiti accademici e della pubblica amministrazione. Alcuni di loro sono noti per essere entrati a far parte, in un modo o nell'altro, nelle vicende del terremoto aquilano del 2009 o nella cronaca politica abruzzese negli ultimi tempi.
Tra questi Mauro Dolce, oggi direttore generale del Dipartimento di Protezione Civile, imputato, processato e assolto in Cassazione per due vicende del post-sisma aquilano: quella sulla Commissione Grandi Rischi e quella sugli isolatori sismici difettosi del Progetto Case. Tra i nominati c'è anche Daniele Iacovone, architetto sulmonese di origine e due anni fa vincitore del bando come super-consulente per la redazione del nuovo piano regolatore dell'Aquila. E poi c'è Gianluca Marcantonio, architetto pescarese fedelissimo del governatore d'Abruzzo Luciano D'Alfonso, e nominato di recente consigliere nel Consiglio superiore dei lavori pubblici, non senza polemiche [leggi].
Un altro aspetto degno di nota riguarda la provenienza degli altri dodici membri, quasi tutti professori universitari provenienti da diversi Atenei del centro Italia, tranne quello dell'Aquila, che pure negli ultimi anni è stato a stretto contatto con la difficile ricostruzione.
Due componenti vengono dalla "D'Annunzio" di Chieti: Valter Fabietti e Maria Cristina Forlani, ordinari rispettivamente di Urbanistica e Tecnologia dell'architettura. C'è poi Marina Orsogna, docente di Diritto amministrativo all'Università di Teramo. Dall'Ateneo di Perugia arrivano Massimiliano Rinaldo Barchi e Antonio Borri: il primo direttore del dipartimento di Fisica e geologia, il secondo ordinario di Scienze delle costruzioni. Due anche i docenti della Sapienza di Roma, Franco Braga (Tecnica delle costruzioni) e Maria Antonietta Marsella (Geomatica). Doppia anche la rappresentanza dalle università marchigiane: Stefano Lenci è ordinario di Scienza delle costruzioni al Politecnico delle Marche, mentre Massimo Sargolini insegna Urbanistica a Camerino. Dal Politecnico di Milano arriva invece Alessandro Balducci, docente di Tecniche e pianificazione urbanistica e anche membro dell'unità di missione "Casa Italia". C'è poi il direttore dell'Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Cnr, Fausto Guzzetti, e Massimo Mariani, presidente del Consiglio Direttivo dell'European Council of Civil Engineers.
Sulla mancata considerazione dell'Università dell'Aquila insorge tuttavia il direttore del Dipartimento di Ingegneria (Diceaa) Antonio Luogo: "Pur condividendo la scelta dei colleghi nominati, tutti studiosi di chiara fama e di alto profilo accademico - afferma - esprimo tuttavia profondo rammarico, perché le professionalità scientifiche e tecniche dei professori ad esso afferenti, tra cui alcune eccellenze di fama internazionale, sono state ignorate".
"L'assenza nel Cts anche di un solo nominativo di professore dell'Università dell'Aquila, appare dunque scelta miope - continua con polemica il professore di Univaq - perché priva il consesso di competenze che sarebbero certamente state utili alla causa, nonché quantomeno omissiva, se non discriminatoria, di un Ateneo, la cui presenza sul territorio dell'Italia centrale, gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo economico e sociale. L'Ateneo dell'Aquila, e segnatamente il Diceaa, ha peraltro maturato un'esperienza fondamentale durante il sisma del 2009 e durante la successiva ricostruzione della città dell'Aquila, ed è stato presente ed attivo durante i recenti eventi sismici dell'Italia centrale".