A cinque mesi dalle prime scosse di terremoto, risalenti a fine agosto, sono state montate solo 77 delle 635 stalle mobili previste, appena il 12% di quanto è stato annunciato dal governo. In Abruzzo, su 28 stalle richieste – e che attualmente, in seguito ai danni dovuti dal maltempo, certamente non sono più sufficienti a coprire le esigenze delle aziende agricole – ne sono state montate 16 ma sono ancora inattive a causa del verificarsi delle copiose nevicate.
E' il bilancio preoccupante tracciato da Coldiretti nelle campagne delle aree colpite dai terremoti del 2016, che hanno devastato i territori di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo dove sono peraltro aumentate le esigenze con gli ultimi crolli. Un inaccettabile ritardo che ha fatto salire a più di mille il conto degli animali morti, feriti e abortiti nelle zone terremotate - spiega la Coldiretti - con gli allevatori che non sanno ancora dove ricoverare mucche, maiali e pecore, costretti al freddo, con il rischio di ammalarsi e morire, o nelle strutture pericolanti che stanno cedendo sotto il peso della neve e delle nuove scosse, mentre si è dimezzata la produzione di latte.
Alla perdita di vite umane e ai danni materiali si somma dunque una vera e propria strage di bestiame in una situazione in cui si contano centinaia di capi tra mucche e pecore al freddo nelle neve senza ripari, per i ritardi accumulati, aggravati dal maltempo.
"Davanti ad un disastro annunciato ci muoveremo per individuare le responsabilità e agire di conseguenza insieme ai nostri allevatori", aggiunge Coldiretti Abruzzo, nel sottolineare come sia "inaccettabile che dopo sette giorni non sia stata ancora ripristinata la corrente elettrica in tante località e le comunicazioni telefoniche siano impossibili" e che "serve una accelerazione nella realizzazione delle opere per mettere al sicuro uomini e animali che non possono essere abbandonati e per questo stiamo lavorando a livello nazionale per consentire l’applicazione del'’ordinanza 'azzeraburocrazia' che autorizza finalmente gli allevatori a comprare direttamente tutto ciò che serve per garantire la continuità produttiva delle proprie aziende a fronte di un rimborso pubblico previsto fino al totale delle spese sostenute".