Garantire il diritto alla formazione scolastica e nello stesso tempo avviare un piano di verifica del patrimonio edilizio scolastico per assicurare l'esercizio in piena sicurezza di un servizio pubblico quale quello dell'istruzione.
Con questo imperativo – determinato all'esito della riunione di ieri che si è tenuta nella Prefettura dell'Aquila – il Presidente della Regione Abruzzo Luciano D'Alfonso ha rivolto ai sindaci l'invito di fornire alla Regione un quadro della situazione degli edifici scolastici relativamente alla loro vulnerabilità nel caso di un evento sismico. La riunione si è tenuta questa mattina a Palazzo Silone; presenti, oltre ai sindaci, il vice presidente della Giunta regionale, Giovanni Lolli, i prefetti dell'Aquila, Giuseppe Linardi, e di Teramo, Graziella Patrizi, il consigliere reginale Pierpaolo Pietrucci, l'assessore Silvio Paolucci, il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente, il presidente della provincia dell'Aquila Antonio De Crescentiis.
Come ha spiegato lo stesso D'Alfonso, questi incontri, a cui ne seguiranno di altri, si sono resi necessari dopo che la Commissione Grandi Rischi, con un comunicato diramato dalla Protezione Civile Nazionale il 20 gennaio scorso, ha dichiarato che "ad oggi non ci sono evidenze che la sequenza sismica sia in esaurimento". Non appena sarà completata l'anagrafe degli edifici scolastici che a parere dei sindaci dovranno essere oggetto di ulteriori verifiche di sicurezza, così come richiesto dal Presidente della Regione anche nella sua veste di vice Commissario di Governo per la Ricostruzione, si procederà ad avviare una scrupolosa verifica, mettendo in campo squadre di tecnici qualificati che saranno composte ricorrendo a professionalità sia locali che nazionali: "in proposito chiederemo il coinvolgimento di Palazzo Chigi e della Protezione Civile".
Le nuove verifiche saranno utili per determinare il livello esatto di resistenza sismica di ciascun edificio attraverso test e prove di carico che non lasceranno spazi a interpretazioni soggettive, ma che saranno strettamente legate a dati e numeri. D'Alfonso ha detto che le squadre saranno operative non appena si avrà esatta contezza della consistenza numerica degli edifici da verificare: "in relazione a questo vaglieremo i carichi di lavoro e metteremo subito in azione le squadre".
I fondi da utilizzare per la verifica saranno resi disponibili grazie ad un mutuo che la Regione si accinge a stipulare. "Puntiamo a demitizzare il valore del comunicato della CGR", ha concluso D'Alfonso, "mettendo in campo la diligenza degli amministratori locali".
Intanto, nel prossimo decreto sul terremoto saranno contenute le norme necessarie ad evitare penalizzazioni agli alunni e agli studenti delle località terremotate, ovvero la deroga alla durata minima di 200 giorni di lezione per la validità dell'anno scolastico e alla frequenza per almeno tre quarti dell'orario annuale per essere ammessi agli esami. L'ha assicurato la ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli che ha risposto, così, alla richiesta avanzata a Palazzo Madama dalla senatrice Stefania Pezzopane.
"E' un primo, importante intervento al quale dovranno seguire altri provvedimenti per la sicurezza nelle scuole, una priorità assoluta", ha sottolineato Pezzopane. "E' assolutamente necessario - ha aggiunto - procedere con la Protezione civile e le autorità locali alla messa a punto di un piano di verifiche dei danni sugli edifici scolastici che sorgono nelle aree dei crateri di agosto-ottobre 2016 e gennaio 2017 e nelle aree ad alto rischio sismico. In secondo luogo, a seguito del comunicato della Commissione Grandi Rischi, la soglia di sicurezza alla quale bisogna puntare per le scuole è relativa all'eventualità di un sisma di magnitudo 7. In terzo luogo, per gli edifici senza agibilità o a rischio è doveroso trovare soluzioni alternative. Le priorità sono due - ha concluso Pezzopane - garantire la massima sicurezza degli edifici in cui si svolgono le lezioni e la concreta possibilità di andare a scuola. Su questo sto lavorando".