E' il giorno della grande manifestazione di protesta indetta dai sindaci del teramano e condivisa dai colleghi del chietino per contestare il 'Decreto Emergenza' per l'Abruzzo che mette in campo "misure deboli e limitate" che, sottolineano le amministrazioni territoriali, "non bastano per ridare fiato e speranza alle comunità colpite dal maltempo di gennaio" che si è combinato con le scosse di terremoto.
Hanno partecipato circa 1.500 persone arrivate nella capitale con 35 pullman: la delegazione di manifestanti, guidata dal presidente della provincia di Teramo Renzo Di Sabatino e dal sindaco Maurizio Brucchi, è stata ricevuta a Montecitorio, dove c'erano tra gli altri Luigi Di Maio (M5S) e Marina Sereni (Pd), per poi spostarsi a Palazzo Chigi. Al confronto ha partecipato anche il sottosegretario all'Economia Paola De Micheli.
Il corteo è stato aperto da uno striscione, tenuto da sindaci e presidenti di Provincia, con scritto a caratteri cubitali 'Emergenza Abruzzo'.
La delegazione degli amministratori abruzzesi ha poi incontrato esponenti della presidenza della Camera e rappresentanti della presidenza del Consiglio dei ministri. Si punta alla modifica del decreto; le richieste sono contenute in un documento approvato a metà febbraio dai primi cittadini e che, in sostanza, propone il rafforzamento delle agevolazioni contributive e fiscali, il ristoro dei danni causati dall'eccezzionale nevicata di metà gennaio, con la pretesa di maggiori risorse a sostegno delle attività produttive e degli stessi enti pubblici chiamati a risanare un patrimonio fortemente compromesso dagli eventi calamitosi. "Senza le modifiche che abbiamo già elencato e quelle che stanno emergendo dal confronto coi rappresentanti del mondo produttivo - ha ribadito Brucchi - non riusciremo a risollevare i nostri territori".
"La manifestazione non è una carnevalata, come sostiene il presidente della Regione, ma la risposta del territorio alla incapacità della Regione di dare soluzioni ai Comuni e ai cittadini abruzzesi", ha aggiunto il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio. "Come amministratori, ci sentiamo soli nel fronteggiare il post emergenza terremoto, che ha colpito soprattutto il teramano, e il post emergenza maltempo che ha colpito tutto l'Abruzzo, continuando a sostenere spese ingenti e cercando di dare quelle risposte che i cittadini si aspettano dalle istituzioni".
Il primo cittadino di Chieti ha tenuto a sottolineare che "sono azioni che stiamo compiendo con le nostre sole forze e soprattutto con bilanci incapienti a coprire le somme necessarie al ripristino delle strade, delle frane e della messa in sicurezza del territorio. Ci aspettiamo che il Governo presti attenzione alle fasce tricolori, a chi sta vivendo questo post emergenza in prima persona utilizzando le proprie risorse, per altro insufficienti, per risolvere i problemi".
Alla manifestazione ha partecipato l'Anci, l'associazione nazionale dei comuni italiani, oltre al mondo economico e produttivo regionale. "E' un importante momento di mobilitazione", ha detto Luciano Lapenna, presidente di Anci Abruzzo. "Mi preme dire che questa mobilitazione sicuramente continuerà nei prossimi giorni e mesi, non ci fermeremo davanti alla sordità del Governo e del Parlamento anche se - diciamolo subito - alcuni segnali positivi ci sono, come l’ordinanza di protezione civile che ha dettagliato i percorsi necessari, per enti locali e privati, alle richieste di risarcimento danni”.
L’Anci, già audita alla Camera dei Deputati, ha avanzato diverse proposte, che vanno dall’estensione dell’area del cratere al riconoscimento dello stato d’emergenza derivante da calamità naturale, dall’istituzione di zone Zes (zone economiche speciali) alla richiesta di evitare la realizzazione di opere strategiche che "per loro stessa natura siano pericolose per le popolazioni locali", come il gasdotto Snam Sulmona-Foligno. "Fa piacere aver ascoltato dal presidente del consiglio Gentiloni che è prossimo un decreto legge sulla viabilità minore", ha aggiunto Lapenna; "accanto ai danni al patrimonio edilizio e scolastico uno dei problemi più seri che viviamo adesso è proprio quello della viabilità minore".
Altro discorso, la sicurezza delle scuole ed in particolare la valutazione dell’indice di vulnerabilità sismica, problema che riguarda anche L'Aquila, sulla quale i sindaci vorrebbero indicazioni univoche. "Tutti i sindaci hanno ricevuto la relazione maledetta della Commissione Grandi Rischi - ha sottolineato Simone Dal Pozzo, sindaco di Guardiagrele - Se è vero che possono esserci scosse del 6°-7° grado, bisogna intervenire prima di trovarsi ad affrontare l’emergenza. L’Anci ha sollevato la questione della valutazione degli indici di vulnerabilità; prima devi fare le verifiche, le devi pagare, e poi ti ritrovi con un numeretto che non sai come gestire. Al di sotto o al di sopra di quale indice bisogna prendere un provvedimento invece che un altro?", si è chiesto Dal Pozzo.
Accanto ai sindaci anche 'Amnistia, Giustizia e Libertà Abruzzi': l'associazione fondata a Teramo da Marco Pannella ha partecipato con la presidente Laura Arconti, il segretario Vincenzo Di Nanna e il tesoriere Orazio Papili, oltre che con gli associati che sono arrivati nella Capitale per ribadire anzitutto l'inadeguatezza delle misure previste dal decreto Gentiloni per risollevare una regione in ginocchio. "Critichiamo infatti il modello assistenziale, per non dire assistenzialista, che il governo ha ritenuto di applicare al decreto, non rendendosi conto dell'urgenza di far ripartire l'economia in Abruzzo iniziando dagli sgravi fiscali alle piccole e medie imprese e ai liberi professionisti", si legge in una nota. "Le misure prevedono invece una sospensione delle imposte, che posticipa ma non riduce la già intollerabile pressione fiscale che soffoca un mercato costretto oggi a fare i conti con l'esodo dai capoluoghi e dalla regione stessa, con le inevitabili conseguenze in termini di profitto.
Pezzopane: "Dopo la manifestazione, al lavoro per 'vertenza Abruzzo'"
"La manifestazione degli abruzzesi in piazza Montecitorio ha visto la partecipazione pacifica e costruttiva di sindaci, amministratori, imprenditori, commercianti, forze sindacali. Con essa si è aperta una 'vertenza Abruzzo', con la richiesta di andare oltre il decreto terremoto all'esame della Camera, per affrontare problemi come le frane, i crolli, la chiusura delle attività, la cancellazione delle prenotazioni turistiche".
Lo dice la senatrice del Pd Stefania Pezzopane, eletta in Abruzzo, che oggi era in piazza Montecitorio. "Ci sono stati due incontri istituzionali, entrambi molto positivi - continua Pezzopane - L'uno alla Camera con la vicepresidente Marina Sereni ed Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente che sta esaminando il decreto, l'altro a Palazzo Chigi con la sottosegretaria Paola De Micheli. Tutti hanno mostrato piena disponibilità ad accogliere le richieste degli abruzzesi. E' necessario migliorare il decreto terremoto per ampliare il cratere, prevedere l'esenzione dalle imposte anche nelle aree non rientranti nel cratere che hanno però registrato danni per il maltempo, affrontare la questione delle attività produttive. L'impegno del governo è intervenire con l'ordinanza maltempo in preparazione e di lavorare in sintonia con i parlamentari. Io ci sono - conclude Pezzopane - confermo tutto il mio impegno per dare risposte concrete alle legittime esigenze dell'Abruzzo".
Febbo: "Il governo centrale ha recepito le ragioni della nostra protesta"
"Abbiamo fatto sentire la nostra voce, insieme a tanti sindaci abruzzesi, affinché si modifichi il Decreto terremoto del Governo Gentiloni altrimenti ci troveremmo di fronte all'ennesima colossale bufala per l’Abruzzo, e, in particolare, per la provincia di Chieti che, unitamente ad altri ampi territori abruzzesi, rischia di restare fuori dagli aiuti strutturali”.
Questo è il commento del consigliere regionale Mauro Febbo a margine della manifestazione regionale programmata per la giornata di oggi in Piazza Montecitorio. "Il Governo - comunica Febbo - spero prenda atto dall'enorme e massiccia mobilitazione di rivedere il Decreto affinché vengano inserite anche tutte le criticità e problematiche derivanti dalle abbondanti e drammatiche nevicate, dai black out e dalla rottura di centinaia di condotte idriche. Il Presidente D'Alfonso - spiega Febbo - aveva annunciato e sbandierato misure di agevolazione fiscale che, a suo dire, sarebbero state applicate dal Governo Gentiloni per sostenere in maniera concreta la ripresa delle famiglie e delle aziende abruzzesi e invece, uscito il Decreto Terremoto, non leggiamo nulla di quanto annunciato. Pertanto adesso - conclude il consigliere regionale forzista - ci attendiamo serietà dal governo regionale nel recepire la volontà di modifiche e di aiuto pervenute dal Governo centrale con l'obbiettivo di dare risposte concrete alle attività produttive abruzzesi.