Più di 1.500 persone hanno sfilato in fiaccolata ieri pomeriggio a Rigopiano di Farindola per ricordare e rendere omaggio, a 2 mesi dalla tragedia, alle 29 vittime della valanga che il 18 gennaio scorso ha travolto l'Hotel Rigopiano, dove si trovavano quaranta persone, fra clienti e dipendenti.
Annunciata la costituzione di un comitato dei familiari delle vittime per avere "verità e giustizia", si sono visti striscioni di appello al procuratore facente funzioni di Pescara Cristina Tedeschini, titolare del fascicolo giudiziario sul caso con un collega, destinata però a trasferirsi a Pesaro dove diventerà procuratore della Repubblica.
Sindaci, amministratori dei centri colpiti dai lutti insieme ai parenti degli scomparsi e gente comune hanno percorso a piedi 2,5 chilometri fino a giungere a ridosso dei resti dell'albergo crollato e dalle cui macerie furono anche estratte vive dai soccorritori 11 persone. "Siamo qui a pregare per le vittime e per essere al fianco dei loro parenti - ha spiegato il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta - Quella Vestina è una comunità sotto shock, ma dobbiamo lavorare per andare avanti e per fare ripartire questa terra; lo facciamo con la condivisione del dolore e stando vicini a chi ha perduto un suo caro".
A Rigopiano di Farindola c'era anche il vescovo della diocesi Pescara-Penne, monsignor Tommaso Valentinetti. "Ho accolto con grande favore l'invito per stare con i parenti delle vittime e al fianco di questa comunità - ha detto - Mi sembrava doveroso essere oggi qui per vivere un momento di fede e speranza, per rimettersi nelle mani di Dio, per chiedere forza e coraggio sapendo che, purtroppo, la natura ha le sue leggi. Dobbiamo avere la forza di avere una fede capace di superare le prove e la morte è la prova suprema e più difficile che l'uomo deve affrontare", ha aggiunto.
Tra i parenti delle vittime, con sindaci e amministratori dei centri colpiti dal lutto, c'era anche Massimiliano Giancaterino, ex sindaco di Farindola (Pescara), e fratello di Alessandro, cameriere dell'albergo. "A 2 mesi da quello che è accaduto il dolore è ancora grande. La realtà - ha detto - è che 29 persone sono scomparse in quel posto. Persone che avevano fatto sacrifici e facevano sacrifici quotidiani per lavorare con impegno e generosità. Quello che è accaduto a Rigopiano credo che, anche per il numero delle vittime, può essere paragonato alla tragedia della Costa Concordia".
Piange il papà di Marinella Colangeli, la 30enne farindolese, responsabile della struttura benessere dell'albergo. "Nel nostro dolore siamo amareggiati perché siamo stati abbandonati da tutti. Vogliamo che venga fatta giustizia perché bastava poco per salvare queste 29 persone - ha denunciato - Bastava una turbina per liberare la strada. Loro erano pronti per partire e invece nulla".