Fa un passo avanti l'inchiesta sulle presunte irregolarità circa l'adeguatezza degli isolatori sismici sistemati a L'Aquila sotto le piattaforme dei Progetti case.
I due Pm, Fabio Picuti e Roberta Davolio, hanno chiesto il rinvio a giudizio per Gian Michele Calvi, direttore dei lavori del Progetto case, e Agostino Marioni, dirigente della Alga, la ditta che ha fornito 4800 isolatori su 7 mila, per un costo di sette milioni di euro.
Per Mauro Dolce, responsabile per la Protezione Civile del procedimento del Progetto Case, che ha scelto il rito abbreviato e sarà giudicato quindi dal Gup Romano Gargarella, i Pm hanno chiesto la condanna ad un anno e sei mesi ed il pagamento di una multa di 600 euro.
Secondo l'accusa Calvi e Dolce sarebbero responsabili a vario titolo, di aver acquistato per conto di un organo dello Stato (la Protezione Civile) gli isolatori, senza però aver ricevuto l'omologazione per gli stessi da parte di un altro organo dello Stato competente: il Gran Consiglio dei Lavori Pubblici.
L'inchiesta nasce infatti non per le segnalazioni di ditte concorrenti escluse dal bando, ma per la segnalazione arrivata direttamente dal dirigente presso il Consiglio Superiore dei Lavori pubblici, l'ingegner Pietro Ciaravola.
In particolare il dirigente avrebbe segnalato la violazione della norma di legge contenuta nel decreto del 14 gennaio 2008, relativa alle norme tecniche per le costruzioni pubbliche.
In base all'articolo 11 del decreto si sancisce infatti che ogni materiale e dispositivo di tipo tecnologico messo in circolazione sul mercato, deve essere omologato dal Consiglio superiore dei lavori pubblici. Cosa che secondo l'accusa al momento della fornitura, il 14 luglio 2009, non avvenne.
Gli isolatori sistemati usati a L'Aquila sotto le piattaforme del Progetto case, rappresentano infatti una novità industriale assoluta perché utilizzano tecnologia e materiali diversi rispetto agli isolatori tradizionali, sul mercato da circa trent'anni.
Più precisamente, al momento della richiesta di omologazione, gli ingegneri del Consiglio Superiore chiesero maggiori approfondimenti per capire meglio i materiali di cui erano composti i nuovi isolatori e il loro funzionamento.
Furono costretti a farlo tanto più perché la documentazione che rilasciò la ditta Alga era contraddittoria, visto che indicava nelle carte della medesima documentazione, di fornire isolatori di un materiale diverso da quello testato sugli stessi dall'Università di Pavia e il Politecnico di Milano.
L'ingegner Ciaravola segnalò la cosa al suo superiore Angelo Balducci, Presidente Generale all'epoca del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici, e che poi sarà coinvolto insieme a Guido Bertolaso ed altri personaggi della protezione civile e dell'imprenditoria nell'inchiesta sugli appalti del G8 della Maddalena. Ma a Balducci non sembrò interessare.
Come non interessò al responsabile stesso del procedimento Dolce, che lo rassicurò affermando che l'omologazione sarebbe arrivata in seguito.
L'omologazione arriverà dopo un anno e mezzo dalla fornitura. Ma chi garantisce, si è chiesta l'accusa, che gli isolatori montati nel Progetto Case siano gli stessi omologati? Nessuno.
Per questo il PM richiese una perizia con l'incidente probatorio disposta a suo tempo dal giudice Marco Billi proprio per verificare l'esatta tipologia di isolatori sismici forniti ed installati, il materiale e, cosa più importante, se erano funzionanti o meno.
Il perito, Alessandro Di Stefano, ha prelevato un campione di sei isolatori e scoperto che quattro di questi sono composti dal materiale comunicato dalla ditta Olga, mentre due hanno una combinazione di materiali diversi, di cui nessuno ha mai avuto notizia. La stessa ditta Olga ha ammesso che 200 dei 4800 isolatori forniti presentano quella composizione inedita di materiali.
Di Stefano allora, come risaputo, è andato a far testare gli isolatori negli Stati Uniti, a San Diego. Nel decreto del 14 Gennaio del 2008 c'è scritto esattamente a quali prove gli isolatori devono essere sottoposti per essere definiti idonei ad assolvere il loro scopo.
Da tali prove è venuto fuori che gli isolatori composti dal materiale comunicato ed approvati con il contratto di fornitura dalla Olga resistono, funzionano. Gli altri due no, si rompono, addirittura prendono fuoco.
In più Di Stefano ha scoperto che la ricopertura di acciaio di cui devono essere composti i piatti che, negli isolatori forniti dalla Olga, dissipano con il loro attrito l'energia sismica, è inferiore alla norma di legge. Due millimetri anziché due millimetri e mezzo. Altra irregolarità.
Non finisice qui.
Il direttore dei lavori Calvi, secondo l'accusa, presenterebbe varie compenetrazioni con la ditta fornitrice Olga. I test in cui questa azienda avrebbe svolto le prove di conformità infatti, sarebbero stati svolti presso i laboratori della fondazione Eucentre di cui Calvi è presidente.
Insomma il direttore dei lavori sarebbe la stessa persona che avrebbe svolto i test agli isolatori, comprandoli poi per conto della Protezione civile. Controllore e controllato finiscono per essere la stessa persona.
LE PARTI CIVILI
Al processo sono state accettate come parti civili il Comune dell'Aquila e il Comitato 3e32.
Il Comune si è tutelato chiedendo un risarcimento che equivarrebbe alla sostituzione degli isolatori sismici danneggiati.
Per il 3e32 "il reato viola lo scopo statuario del 3e32 riguardo il monitoraggio e la trasparenza nella ricostruzione" ha dichiarato l'avvocato di parte civile Lorenzo Cappa. "La violazione per il comitato ha comportato danni morali e materiali visto che l'agire degli imputati ha portato gli attivisti ad esercitare un maggior sforzo in termini di risorse ed energie".