La "Lettera Aperta alle Istituzioni" sul tema della prevenzione e della sicurezza degli edifici scolastici aquilani ha raggiunto 143 sottoscrizioni d'insegnanti di ogni ordine e grado, dalla Scuola Primaria all'Università.
"La nostra raccolta di firme continua con risvolti inaspettati", scrivono i docenti promotori: "anche alcuni docenti dell'Università dell'Aquila hanno chiesto di sottoscrivere il documento, condividendone i contenuti a nome degli studenti dell'Ateneo aquilano. Rilanciare questa nostra iniziativa proprio il giorno delle celebrazioni del 6 aprile ci sembra un contributo concreto per rendere omaggio alle 309 vittime del sisma del 2009. E' il nostro modo per ribadire con forza che solo con la prevenzione sarà possibile assicurare a noi stessi e alle generazioni future la possibilità di convivere con la sismicità del nostro territorio. La paura è un istinto sano, che ci induce a proteggerci".
E' stato un bene che la notte del 6 aprile di otto anni fa il naturale istinto della paura abbia indotto tante persone a dormire fuori, sottolineano; "Diversamente, i morti sarebbero stati migliaia. E se la scossa fosse avvenuta di mattina, altre vittime si sarebbero contate nelle strutture scolastiche e universitarie. Ma proprio perché non si può vivere con la paura è necessario mettersi in sicurezza. Le tragedie non sono frutto della malignità della Natura o del Fato, ma della negligenza e dell'incuria dell'uomo. E' nostro dovere di insegnanti insistere perché sia garantita tranquillità agli studenti e alle loro famiglie, lavorando nella direzione di una cultura della sicurezza, al fine di convivere serenamente con le caratteristiche del nostro territorio. Non ci sentiamo, in scienza e coscienza, di rassicurare nessuno: delle disastrose rassicurazioni di otto anni fa abbiamo già contato i morti e celebrato i processi. Affidarsi alla buona sorte e a un ottimismo ingiustificato non fa parte della nostra formazione culturale, né del nostro modo di affrontare i problemi. Ecco il perché della nostra proposta: sentiamo che oggi è nostro dovere lavorare in direzione di una cultura della sicurezza degli edifici scolastici, puntando alla loro progressiva sostituzione con strutture nuove e antisismiche".
La lettera aperta alle Istituzioni
Gli insegnanti della città dell'Aquila firmatari di questo documento intendono fornire il proprio contributo in merito al dibattito sulla sicurezza delle scuole aquilane.
La grave situazione di tensione che ha investito l’intera città, nuovamente interessata da uno sciame sismico, riguarda in prima persona tutto il personale della scuola, che sente l’obbligo deontologico di esprimere anche il proprio parere all’interno di un dibattito che sta coinvolgendo genitori, studenti, dirigenti, istituzioni e cittadinanza. Richiamiamo l’attenzione della città tutta sul clima di grave tensione che al momento interessa la vita della scuola in una città già fortemente provata, ancora fortemente carente di spazi aggregativi e culturali e che nella scuola ha visto, in questi otto anni, l’unica straordinaria risorsa in grado di garantire a bambini e ragazzi una formazione serena e pari opportunità rispetto a tutti gli altri studenti d’Italia.
È certamente superfluo evidenziare la centralità degli edifici scolastici, già dalla legge definiti “strategici”, in un piano di ricostruzione. Quello che ci interessa è sottoporre all’attenzione pubblica la nostra condizione di educatori, al centro di un dibattito che coinvolge i nostri luoghi di lavoro e le persone che in essi abitano: bambini e ragazzi che si trovano con noi in aule che non garantiscono adeguata sicurezza in una zona altamente sismica, sotto allerta della Protezione Civile e della Commissione Grandi Rischi, e con sciame sismico in atto.
Abbiamo a cuore il recupero di una quotidianità che è stata gravemente compromessa dagli ultimi avvenimenti, e sentiamo il dovere di assumere una chiara posizione in merito alle iniziative intraprese da parte degli studenti e delle famiglie. È nostro convincimento che tali iniziative non siano dettate da una "psicosi collettiva", bensì da una disamina dei fatti puramente realistica e da un giusto esercizio di autotutela e di controllo democratico sulle inadempienze istituzionali.
Crediamo profondamente e seriamente che gli edifici in cemento armato non antisismici debbano essere progressivamente tutti sostituiti con edifici antisismici. Pur consapevoli del fatto che tale operazione richiederà un piano pluriennale, riteniamo che questa sia l’unica strada percorribile per restituire al mondo della scuola di questa città un’idea di futuro che possa compensare il sacrificio che in un simile momento ci viene chiesto: vivere metà della nostra giornata in edifici che non garantiscono sicurezza al 100%, all'interno dei quali siamo responsabili di minori, sia da un punto di vista fisico che da un punto di vista emotivo. Crediamo che i fondi a disposizione consentano di progettare e agire con più immediatezza che in altre zone d’Italia. Crediamo che l’idea di città che finora ci è stata negata possa trovare una realizzazione a partire dagli edifici scolastici, così consentendo il recupero di quella fiducia nel futuro finora gravemente compromessa.
PROPOSTE
Non è nostra competenza stabilire le modalità operative con cui la progettazione dei nuovi edifici antisismici debba essere realizzata, e ci rendiamo conto delle difficoltà di una simile pianificazione, ma riteniamo che rimandare il problema, alla luce dell’alta sismicità della zona che abitiamo, non sia più possibile.
Pertanto chiediamo:
- che si elabori un cronoprogramma delle operazioni, cosicché la cittadinanza attiva che insegniamo ogni giorno nelle aule possa farsi garante del rispetto dei tempi di progettazione e di realizzazione;
- una prioritaria ricostruzione dei plessi attualmente ospitati nei MUSP. A loro volta i MUSP, resi in tal modo disponibili, potranno essere occupati (in via provvisoria) da quelle scuole al momento collocate in edifici di cemento armato che hanno gli indici di vulnerabilità più bassi;
- l’individuazione, a breve, di altre strutture antisismiche sul territorio che possano ospitare plessi, istituti o parte di essi per il tempo necessario;
- che i fondi stanziati per l'adeguamento sismico vengano impiegati per la ricostruzione antisismica.
CONCLUSIONE
È naturale pensare che, all’interno del piano pluriennale, trascorreremo del tempo in strutture scomode e provvisorie, tuttavia riteniamo che la prospettiva lungimirante di una città in grado di garantire incolumità a tutti gli studenti ci consentirà di creare un ambiente formativo sereno, e un sereno clima di apprendimento, di formazione e di crescita. Confidiamo nell’accoglimento delle nostre istanze da parte delle istituzioni, non solo per il benessere della popolazione giovanile aquilana, ma anche per evitare l’incresciosa situazione di un commissariamento della ricostruzione degli edifici scolastici.