Sequestri da parte dei Carabinieri Forestale di Pescara presso l'Ufficio Prevenzione Rischi Protezione Civile di Regione Abruzzo: in particolare, sono state attenzionate le carte inerenti la realizzazione della Carta di localizzazione pericolo valanghe che sarebbe stata avviata nel 1988 e mai portata a termine. Si pensi che in una riunione del Coreneva - Comitato tecnico regionale per lo studio della neve e valanghe - del 1993, veniva sollecitava la redazione della perimetrazione del rischio valanghe entro 20-30 giorni.
Inizia a delinearsi, così, il secondo fronte dell'indagine sulla valanga di Rigopiano condotta dal pm della Procura della Repubblica di Pescara Andrea Papalia su un ulteriore reato contestato, dopo quello di omicidio e lesioni colpose [Leggi qui]: disastro colposo.
Intanto, una denuncia per disastro valanghivo doloso è stata presentata contro la Regione Abruzzo il 12 maggio scorso presso la Procura della Repubblica dell'Aquila, dai legali del Comune di Farindola (Pescara), del sindaco Ilario Lacchetta e del tecnico comunale Enrico Colangeli. A rivelarlo sono gli avvocati Cristiana Valentini, Goffredo Tatozzi e Massimo Manieri che in questi minuti, all'Hotel Esplanade di Pescara, stanno tenendo una conferenza stampa "nel corso della quale verranno illustrate le motivazioni e gli elementi di prova che sostengono la denuncia".
Lacchetta e Colangeli risultano indagati dalla Procura di Pescara, insieme al presidente della Provincia di Pescara Antonio Di Marco, al direttore dell'albergo Bruno Di Tommaso e ai due funzionari della Provincia Paolo D'Incecco e Mauro Di Blasio, per omicidio colposo plurimo, lesioni colpose plurime e atti omissivi in materia di sicurezza del lavoro, nell'ambito dell'inchiesta sul disastro dell'Hotel Rigopiano.