Martedì, 20 Giugno 2017 08:42

Ricostruzione del cratere protagonista della Milano Arch Week

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Le scelte fatte nell’emergenza e nella ricostruzione nel cratere sismico abruzzese del 2009 come chiave di volta per comprendere che cosa dovrà essere fatto nel nuovo cratere del Centro Italia, colpito dai terremoti dell’agosto e ottobre 2016 e gennaio 2017. Questo uno dei temi affrontati durante la prima edizione di Milano Arch Week, la kermesse di sette giorni che ha visto la partecipazione di grandi architetti e urbanisti protagonisti della scena internazionale, chiamati a misurarsi sui principali temi delle città contemporanee, della riqualificazione delle periferie, del rapporto tra architettura e natura, della grande sfida della ricostruzione del Centro Italia.

In rappresentanza dell’Abruzzo, l’architetto aquilano Sandro Annibali, presidente della Federazione architetti di Abruzzo e Molise e consigliere dell’ordine dell’Aquila. Una presenza non casuale, in quanto l’ideatore e promotore di Milano Arch Week è l’architetto Stefano Boeri, famoso anche tra i non addetti ai lavori per il progetto del Bosco Verticale di Porta Nuova a Milano, da pochi mesi chiamato dal commissario straordinario per la ricostruzione del Centro Italia, Vasco Errani, a coordinare le attività di pianificazione urbanistica nel nuovo cratere.

Annibali fa parte del coordinamento di professionisti provenienti dalle otto province colpite dal sisma, cui Boeri ha chiesto la collaborazione per farsi a sua volta aiutare nel difficile compito. In questo contesto si inserisce la visita “didattica” di Boeri del 5 luglio scorso all’Aquila, cui farà seguito proprio oggi, martedì 20 giugno, quella ad Amatrice e Arquata del Tronto, due dei comuni che più di tutti hanno pagato in termini di distruzione e vite umane la nuova catastrofe sismica. A seguire, il 30 giugno e il 1° luglio successivi, Boeri si recherà a Norcia e Spoleto. Infine tornerà in data ancora da definire nell’Aquilano, a Campotosto, colpito sia dal sisma 2009 che da quelli più recenti.

“Alla situazione nei crateri sismici di otto anni fa e di oggi è stata dedicata un’intera giornata e già questo è un segnale molto positivo, vista l’autorevolezza e il livello dei partecipanti a Milano Arch Week”, spiega Annibali. L’attenzione si è focalizzata, in particolare, sulle problematiche connesse all’edilizia dell’emergenza, che, se non inserite in una corretta pianificazione, rischiano di creare dissesti urbanistici e costi per la riqualificazione o lo smantellamento del provvisorio che rischia di diventare definitivo. “Nel mio intervento ho citato il caso della famosa delibera del Consiglio comunale aquilano numero 58 del 2009, che ha consentito ai cittadini sfollati del capoluogo abruzzese di realizzare le cosiddette casette fai da te, in regime di emergenza - prosegue Annibali - Una scelta che ha, da una parte, consentito a molti sfollati di rimanere a vivere sul territorio, ma dall’altra ha creato problemi di carattere urbanistico e in termini di regolarizzazione o rimozione, ora di non facile soluzione”.

Tra le scelte oggetto di riflessione, illustrate dal tecnico aquilano, anche quella della cosiddetta abitazione equivalente, che ha consentito, sempre ai terremotati del 2009, di cedere il proprio alloggio inagibile al Comune, incassare il corrispettivo del valore della casa distrutta e comprarne un’altra, nell’Aquilano o anche in un’altra località italiana a scelta, portando a una fuga dai territori colpiti. “Anche qui va registrata un’ambivalenza: inizialmente questa opportunità ha causato un esodo in altre città - ricorda Annibali - Ora, però, il Comune ha il vantaggio di avere un patrimonio di circa 600 appartamenti che possono essere utilizzati per le permute, rendendo possibile la riqualificazione di intere aree della città, dove sarà possibile, per esempio, non ricostruire fabbricati incongrui”, conclude.

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