Ravi Shankar, azionista di maggioranza di Accord Phoenix (l'azienda di recupero e trattamento di rifiuti elettronici insediatasi nell'ex polo elettronico dell'Aquila), ha patteggiato tre mesi e mezzo di arresto nell'ambito del processo in cui era accusato di reati ambientali.
Una vicenda, legata a presunti illeciti nella gestione di rifiuti pericolosi e ad altre irregolarità riguardanti i locali dello stabilimento ex Italtel e Flextronics, nella quale sono coinvolti, con le medesime accuse, anche il membro del cda Francesco Baldarelli e il responsabile della linea produttiva Hansen Jorgen Lundo, rispetto ai quali la posizione di Shankar era stata stralciata in virtù della richiesta di patteggiamento. Shankar si era dimesso pochi giorni fa. Baldarelli e Lundo rimangono dunque imputati.
Oltre al patteggiamento, il tribunale dell'Aquila ha disposto anche il dissequestro del sito e dei macchinari. Nel dicembre scorso, la Guardia di Finanza aveva apposto i sigilli per effetto dell'indagine sullo stoccaggio illegale di rifiuti pericolosi e su altre anomalie riscontrate all'interno dell'impianto [leggi qui l'approfondimento]. Il giudice ha riconosciuto l'attività svolta dall'azienda per mettersi a norma e dotarsi di tutte le certificazioni necessarie.
Ora che l'impianto è stato dissequestrato, l'Accord Phoenix potrà riprendere la sua normale attività. L'obiettivo è quello di concludere tutti i lavori e ottenere tutte le autorizzazioni al più presto, per poi completare la selezione del personale e iniziare la produzione. A breve, fanno sapere dall'interno dell'azienda, verrà reso noto anche il nome del nuovo presidente/socio di maggioranza, colui che prenderà il posto di Shankar.