Lunedì, 17 Luglio 2017 21:53

Ricostruzione, Barattelli sull'elenco delle imprese affidabili: "Atto molto grave"

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"Riteniamo l'atto molto grave, nei modi e nei tempi di pubblicazione". 

Non le manda a dire il presidente dell'Ance L'Aquila Ettore Barattelli che, ai microfoni di NewsTown, stigmatizza con fermezza la pubblicazione sul sito degli Uffici Speciali per la Ricostruzione di L'Aquila e dei Comuni del cratere dell'elenco d'Imprese interessate agli interventi di ricostruzione degli edifici danneggiati dagli eventi sismici del 6 aprile 2009, in attuazione - si legge nella nota inviata dagli Uffici alla stampa - "di quanto previsto dall’art. 67 quater, comma 9 del decreto legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 134 del 7 agosto 2012".

L’Elenco ricomprende, in ordine alfabetico, le Imprese risultate iscrivibili sulla base dei requisiti di affidabilità tecnica esaminati dagli Uffici Speciali, per le quali è stata rilasciata la liberatoria antimafia dalla Prefettura all’esito delle verifiche di propria competenza; se non fosse - spiega Barattelli - che "alle imprese non è stato dato il tempo di verificare la correttezza della propria iscrizione". 

Nelle ultime ore, gli uffici dell'Ance sono stati "tempestati di segnalazioni degli associati - svela il presidente - allertati dal fatto che, alcuni, non risultano nell'elenco, pur avendo regolare ricevuta d'avvenuta iscrizione sin dal 2013, e altri, invece, vi figurano ma a titolo provvisorio". 

Con conseguenze "molto gravi per le aziende che hanno contratti in essere, da sottoscrivere o che stanno concorrendo per un appalto", sottolinea Barattelli; sul comunicato diffuso da Usra e Uscr, in effetti, si legge che "a far data dalla pubblicazione, alle Imprese non iscritte in Elenco sarà precluso l’affidamento dei lavori di riparazione e ricostruzione degli edifici danneggiati dagli eventi sismici del 6 Aprile 2009". 

Per questo, Ance L'Aquila chiederà il ritiro "immediato" della delibera in autotutela, con la prescrizione che "venga dato alle imprese il tempo amministrativo per verificare la propria posizione", considerato pure che, dal 2013 ad oggi, "non hanno ricevuto più alcuna comunicazione". Prima di pubblicare la lista, insomma, "gli Uffici speciali avrebbero dovuto allertare le aziende, utilizzando la dovuta cautela amministrativa, e dando tempo, eventualmente, di provvedere a produrre i documenti che risultassero mancanti".

Tra l'altro - conclude Barattelli - "c'è un tavolo di coordinamento moderato da Giovanni Lolli sul quale, di solito, vengono portati i provvedimenti da discutere con le categorie; stavolta, si è fatto altrimenti", senza coinvolgere i costruttori insomma. Dunque, Ance L'Aquila si riserva ogni possibile azione a tutela dei suoi associati. 

L’elenco - che ha scatenato un vero e proprio putiferio - è consultabile accedendo ai siti istituzionali degli Uffici Speciali per la Ricostruzione di L’Aquila e dei Comuni del Cratere, www.usra.it e www.usrc.it.

Ecco la lista

Apindustria: "Prassi che giunge in corso d'opera e senza alcuna efficacia se non introdurre possibilità di ricorsi"

"Il tanto decantato elenco delle imprese 'buone' che Usra e Usrc hanno varato a 8 anni e mezzo del terremoto, è una prassi che giunge in corso d’opera e senza alcuna reale efficacia se non introdurre nuove possibilità di ricorso per aziende escluse con inevitabili ritardi".

A dirlo è Massimiliano Mari Fiamma di Apindustria. "Innanzitutto, richiama la white list della legge Barca che però non introduceva nessun obbligo, a differenza della cosiddetta legge 'Pezzopane', poi fa riferimento alla lista della Prefettura, che esiste da tempo e di risultati tangibili non ne ha mai portati".

Volendo "far finta" di apprezzare la tardiva presa di posizione, "non possiamo non rimarcare il fatto che, nell’elenco, risultano diverse aziende poste in concordato in continuità, la sciagura che noi, come associazione, abbiamo cercato invano di scongiurare nel corso di questi anni". Queste aziende - spiega Mari Fiamma - "risultano tra i papabili assegnatari di lavori pur avendo abbracciato una procedura (purtroppo legale, data l’imperante ipocrisia normativa italiana) che ha consentito loro di pagare i creditori al 15/20% e produrre disastri economici in una miriade di piccole e medie imprese locali e presso tutti i fornitori di materiali e mezzi industriali della zona".

Solo nell’ambito degli associati di Apindustria, si è registrata la chiusura di circa 35 aziende edili e affini e la riduzione del 20% del personale delle imprese di fornitura, "ma nel complesso il fenomeno legato a queste pseudo buone imprese ha creato danni irreversibili che, a quanto pare, non sono ancora conclusi. Ci chiediamo a questo punto - aggiunge Mari Fiamma - se non sarebbe stato meglio lasciare tutto così come stava andando, dato che finora con gli appalti privati non si sono registrate particolari problematiche (in percentuale, comunque trascurabili) mentre i super controllati appalti pubblici a cui molti squali aspirano stanno invece impedendo del tutto la ricostruzione pubblica".

Di sicuro molte di quelle grandi imprese che hanno al soldo più avvocati che operai si saranno già attivate per portare carte nei vari tribunali al fine di rimettere tutto in gioco a spese dell’intera città. "Il sistema L’Aquila, tanto criticato ma che nel bene e nel male ci ha condotto a rimettere in piedi una città capoluogo e che oggi vede uno skyline costellato di gru all’opera, viene sempre e costantemente messo a rischio dalle sporadiche iniziative di questo o quell’ente, questo o quel politico, di questa o quella interpretazione di un giudice mentre tutti stanno a guardare. Sarebbe ora - conclude Mari Fiamma - di mettere mano alle prospettive ed alla riorganizzazione di un comprensorio fortemente mutato dopo le ricollocazioni post-sisma e non di rimettere sempre mano a questi appalti già assegnati al 90% su cui insani appetiti sembrano non finire mai".

Ultima modifica il Martedì, 18 Luglio 2017 21:23

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