Dopo l'incendio, le polemiche. Il segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista (Prc), Maurizio Acerbo, attacca la Fiat sull'incendio avvenuto ieri a Termoli (Campobasso), che ha causato l'evacuazione dello stabilimento di Fca e la chiusura temporanea dell'autostrada A14.
"Il metodo Marchionne di spremere i lavoratori fino all'ultimo secondo utile viene applicato in Fca anche quando l'incolumità dei lavoratori è oggettivamente a rischio - afferma Acerbo - Il pericolo era evidente, eppure la dirigenza dello stabilimento di Termoli ha ritenuto di far proseguire le attività produttive ed addirittura di far entrare i lavoratori del secondo turno. Solo diverso tempo dopo è stato lanciato l'ordine di evacuazione dell'intero stabilimento, quando ormai le fiamme avevano coinvolto alcune aree della fabbrica".
"Cosa sarebbe accaduto se le fiamme, favorite dai forti venti di scirocco, avessero coinvolto serbatoi e impianti pericolosi? Non vogliamo nemmeno immaginarlo e per fortuna nessun lavoratore si è fatto male. Ma non si può sottacere l'ingordigia e la protervia del management Fca, che anche davanti ad un fronte di fuoco che minaccia la fabbrica e l'incolumità dei lavoratori impone la prosecuzione delle attività", sottolinea il numero uno del Prc.
Già un'alluvione del 2003 aveva messo a repentaglio la sicurezza dei lavoratori dello stabilimento Fca di Termoli, dopo l'incendio ieri, secondo Acerbo "è il metodo Marchionne che pone i lavoratori, le persone come semplici strumenti di produzione che deve essere contrastato".
"Bene hanno fatto la Fiom ed i sindacati di base a mettere istituzioni ed azienda di fronte alle proprie responsabilità - conclude - ci uniamo a loro e a tutti i lavoratori, che meriterebbero ben altra considerazione: quella che si deve a uomini e donne in carne ed ossa che devono tornare a casa incolumi e non trattati da strumenti di produzione da spremere fino all'ultimo secondo utile".