Mercoledì, 18 Ottobre 2017 15:40

Centro Italia: Amatrice nella 'World monuments fund', la lista dei siti da salvare

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Amatrice è uno dei 25 siti da tutelare inseriti nella lista del World monuments fund (Wmf), l’organizzazione no profit che ogni due anni individua i luoghi di interesse culturale e sociale che sono minacciati da conflitti, cataclismi, incuria e oblio; nella lista figurano anche il suk di Aleppo, le isole caraibiche flagellate dagli uragani e i luoghi simbolo della battaglia dei diritti civili in Alabama.

Come si legge nelle motivazioni, il riconoscimento alla cittadina laziale è "espressione del duraturo interesse" della comunità internazionale a seguito del terremoto del 24 agosto 2016 che provocò la morte di 299 persone.

Il sisma ha causato danni per oltre 20 miliardi di euro, e nonostante gli interventi già effettuati le macerie sono ancora lì, dove le case sono crollate.

L’inserimento di Amatrice nel rapporto Wmf 2018 non è affatto banale, e può aiutare in maniera concreta la ricostruzione: dal 1996 infatti, quando fu stilata la prima lista, l’organizzazione ha donato oltre 100 milioni di dollari, e una cifra tre volte più grande è stata impiegata da altri enti (sia locali sia privati) per proteggere i siti segnalati. Molti quelli italiani presenti nei precedenti rapporti: Pompei, la domus aurea di Nerone a Roma, Venezia, Matera, le Cinque terre, Civita di Bagnoregio nel Lazio e L’Aquila, dopo il terremoto del 6 aprile 2009. ù

La scelta più politica di quest’anno riguarda gli Stati Uniti: il Wmf ha deciso di tutelare i luoghi dove si è manifestato per l’allargamento dei diritti cili e la fine delle discriminazioni razziali in Alabama, "per assicurare la sopravvivenza fisica di queste strutture e la salvaguardia di centinaia di storie di coraggio, libertà e uguaglianza". Oltre a quelli già citati, nella lista di quest’anno compaiono il minareto al-Habda a Mosul, in Iraq, l’area di Sukur in Nigeria, protetta dall’Unesco, e la città vecchia di Ta’izz, in Yemen: insieme al suk di Aleppo, zone di guerra che rischiano la completa distruzione.

A minacciare il patrimonio archeologico e culturale mondiale anche lo sviluppo economico che causa lo spopolamento (Tebaida Leonesa in Spagna), il cambiamento climatico (il molo di Blackpool in Inghilterra) e alcuni edifici moderni non protetti a rischio demolizione (come il Kagawa Prefectural gymnasium in Giappone e il palazzo Sirius a Sydney, Australia).

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