Lunedì, 27 Luglio 2015 09:19

Tangenti in cambio dei lavori di puntellamento: 5 arrestati tra cui Tancredi

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Questa mattina, gli uomini del comando Carabinieri per la tutela dell'ambiente, in collaborazione con il Ros e il comando provinciale dell'Aquila, hanno eseguito una serie di arresti e di sequestri a carico di imprenditori ed ex amministratori locali nell'ambito di una inchiesta sull'affidamento dei puntellamenti di alcuni palazzi del centro storico dell'Aquila gravemente danneggiati dal sisma.

Tra i destinatari dei domiciliari Pierluigi Tancredi, ex assessore comunale nella giunta di centrodestra guidata da Biagio Tempesta e, per un breve periodo, "consigliere delegato a supporto e raccordo nell’ambito delle azioni tese al recupero e salvaguardia dei beni costituenti il patrimonio artistico della Città dell’Aquila", incarico affidatogli dal sindaco Massimo Cialente all'indomani del sisma e poi revocato per la vibrante protesta di parte della cittadinanza.

Tancredi è già coinvolto nell'inchiesta 'Do ut des' [leggi gli articoli], riguardante presunte irregolarità negli appalti per la ricostruzione post-sisma, con riferimento sempre ai puntellamenti, "approdata" nella fase dell'udienza preliminare. Una inchiesta che ha scatenato un vero e proprio terremoto politico, tanto da spingere il sindaco Cialente alle dimissioni poi ritirate, nel gennaio 2014.

E proprio lo sviluppo investigativo dell'inchiesta 'Do ut des' ha portato all'apertura di un altro filone di indagine, denominato "Redde Rationem", che ha condotto all'operazione di stamane, con 80 carabinieri coinvolti tra le province di Teramo, Chieti, L'Aquila e Latina. 

Gli altri arrestati, attualmente ai domiciliari, sono: Maurizio Polesini e Andrea Polesini, originari di Montorio al Vomano (Te), rappresentanti della Edilcostruzioni Group Srl, Mauro Pellegrini e Giancarlo Di Persio, dell'impresa Dipe Costruzioni. Ordine di obbligo di dimora per il faccendiere Nicola Santoro. Diciannove, inoltre, gli indagati a piede libero: l'ex cerimoniere del Comune dell'Aquila Daniela Sibilla, l'ex dirigente comunale Mario Di Gregorio, il funzionario Carlo Cafaggi, l'ingegnere Roberto Arduini, e ancora Roberto Scimia, Michele Giuliani, Tommaso Aquilani, Pulcheria Mele, Ciro Scognamiglio, Simonetta D'Amico e Antonio Lupisella.

Sono accusati a vario titolo, e in concorso tra loro, di abuso d'ufficio, subappalto irregolare, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione aggravata per un atto contrario ai doveri d'ufficio, estorsione.

Le indagini sono state coordinate dalla locale Procura Distrettuale della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia, procuratore capo Fausto Cardella e sostituto Antonietta Picardi. "Si tratta dello sviluppo investigativo di un dato già in possesso dell'ufficio, emerso nel corso di un'altra indagine", ha sottolineato Cardella in conferenza stampa. "Un dato poi sostenuto da una indagine operativa ben articolata, condotta dal Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri. Le indagini - ha svelato - sono state condotte dal capitano 'Ultimo', l'ufficiale dei Carabienieri che arrestò Totò Riina, con cui ho avuto l'onore di lavorare nel 1992, indagando sulla strage di Capaci".

Ad entrare più nel dettaglio dell'inchiesta 'Redde Rationem' è stata Antonietta Picardi: "Episodi di corruzione datati sono stati rivitalizzati da recenti atteggiamenti di alcuni indagati", ha spiegato. In particolare, l'ex assessore Pierluigi Tancredi è stato intercettato mentre chiedeva all'imprenditore Mauro Pellegrini di essere ulteriormente finanziato - "Io ho tenuto il punto fino alla fine... Stiamo a parlà di 4 mesi! Non è che mi servono 20 mila euro! 2-3 mila euro per tirare a campare..." - con la minaccia che, altrimenti, avrebbe raccontato agli inquirenti gli accordi intercorsi con alcuni imprenditori all'epoca dei puntellamenti. "Guarda se io schiatto di coccia succede l’ira di Dio perché se io non riesco manco più a fare la spesa io cazzo scoppio".

Ricorderete che l'imprenditore edile teramano Marcello Lupisella, parte offesa in un procedimento su presunte tangenti per affidare i lavori di puntellamento dell’ex prefettura e della chiesa di San Marco, aveva rilasciato dichiarazioni pesantissime, parlando di un vero e proprio sistema di mazzette pagate a vari esponenti politici per ottenere i lavori. "Le prime indagini - ha sottolineato Picardi - mancavano di riscontri oggettivi per valutare effettivamente le dichiarazioni dell'imprenditore. I Carabinieri del Noe, però, hanno riletto gli atti del 2012, verificando l'effettività dei reati corruttivi all'epoca dell'affidamento dei lavori di puntellamento e, in particolare, l'accordo tra alcuni imprenditori aquilani e il rappresentante politico al Comune dell'Aquila". 

Tancredi, appunto: "L'attualizzazione non è stata solo nella verifica delle parole dell'imprenditore", ha continuato Picardi. E' intervenuta, infatti, l'intercettazione che ha incastrato l'ex assessore comunale, intento a chiedere ulteriori soldi in cambio del silenzio. 'Io sto a regge... Psicologicamente sto a reggere per tutti! Calcola che a me m’hanno interrogato due volte, e tutte e due le volte mi hanno interrogato su Mancini, su di te e su Polisini, mi hanno proposto di tutto, perfino di darmi (incomprensibile). Sapessi... Io non ho detto, anzi ho seguitato a difenderti e a dire (incomprensibile) che i rapporti tra me e te erano solo di amicizia (incomprensibile) tutte le cose che sappiamo (incomprensibile)', queste le parole di Tancredi. Che poi ha chiesto altro denaro. Di qui, il nome dell'inchiesta: 'Redde Rationem', rendere conto di ciò che è stato fatto. "Si chiede all'uomo politico di rendere conto di quanto è accaduto all'epoca dei puntellamenti", è stato spiegato. 

Le indagini hanno svelato che in tre puntellamenti del centro storico - in particolare 'Palazzo della Distilleria', 'Villa Palitti' e il 'Consorzio Angioino' - ci sarebbero un numero di giunti assai inferiori a quelli effettivamente pagati con soldi pubblici. Ovviamente, è stato possibile appurare lo stato dei lavori soltanto nei palazzi a tutt'oggi puntellati: in altre parole, laddove i lavori di ricostruzione sono già iniziati, e dunque i puntellamenti sono stati smontati, non è stato possibile verificare la veridicità delle opere dichiarate. Evidentemente, significa che probabilmente ci sono state molte altre truffe che non verranno mai alla luce.

Oltre alla truffa, tra i capi d'accusa è contestato ad alcuni degli indagati anche l'abuso di ufficio per i lavori che hanno interessato il Palazzo della Prefettura.  

Picardi ha poi voluto spiegare i motivi che hanno portato alle misure restrittive: "Le misure sono state richieste perché i pagamenti di tangenti per i lavori di puntellamento sono stati rateizzati e l'ultima dazione risale al febbraio del 2015. Non ci ha allarmato soltanto questo, evidentemente, piuttosto la richiesta di ulteriore denaro dell'ex uomo politico [Tancredi, ndr] che, interrogato nei mesi scorsi, aveva dato giustificazioni ai suoi comportamenti che non combaciavano con le risultanze delle indagini". 

'Ho tenuto il punto, ora datemi i soldi o parlo', la minaccia di Tancredi all'amico imprenditore. 

In conferenza stampa, è stato infine elogiato il metodo d'indagine, "una indagine pilota", che ha visto il coordinamento del Comando Provinciale dei Carabieri, del Noe, dei Ros e dei Vigili del Fuoco che hanno istruito dei sopralluoghi nei palazzi oggetto dei puntellamenti sospetti. "L'idea di un ufficio 'dedicato' alla ricostruzione nasce proprio da questa indagine - ha svelato Cardella - e l'idea si sta concretizzando". 

Le reazioni

Aplcv: "Vogliamo sapere chi sono gli assessori e i consiglieri che si adoperarono per far assegnare appalti a ditte amiche"

"I nuovi arresti per l'affaire dei puntellamenti esigono delle azioni ormai indifferibili da parte del Comune. Dall'inchiesta infatti emergerebbe che in alcuni puntellamenti in centro storico ci sarebbero un numero di giunti assai inferiori a quelli effettivamente pagati con soldi pubblici".

Si legge in una nota dei gruppi civici di Appello per L'Aquila e L'Aquila che vogliamo. "In autunno del 2013, ben prima quindi dello scoppio dell'inchiesta Do ut des che portarono alla dimissioni, poi ritirate, del Sindaco, chiedemmo “controlli puntuali, e non a campione, sulla quantità del materiale smontato che dovrà corrispondere a quello dichiarato e pagato profumatamente nei lavori di puntellamento. Parliamo di centinaia di milioni di euro.” Le risposte arrivate, mai nel merito delle questioni, furono insulti da parte del Sindaco e silenzio omertoso da parte delle altre forze politiche. La richiesta fu ribadita più volte nel corso del 2014 ed in ultimo ad aprile di quest'anno. Vogliamo sapere la verità sulla vicenda, vogliamo sapere chi siano gli assessori e i consiglieri comunali che si adoperarono per far assegnare appalti a ditte amiche".

"Lo ribadiamo ancora oggi" incalza Apl "il Comune deve fare in modo che per ogni puntellamento smantellato sia verificata la corrispondenza tra i materiali smontati e quelli a suo tempo dichiarati e pagati. E' ora che si ricostruisca la storia di quelle torbide vicende, di chi ha approfittato della tragedia della propria città, dalla classe politica ai dipendenti comunali fino agli imprenditori. Per quelli che lucrano sulle tragedie la lingua italiana prevede un termine preciso: sciacalli".
 

Acerbo: "Inquinamento di politica e amministrazione"

"La notizia dei provvedimenti cautelari all'Aquila nei confronti dell'esponente storico di Forza Italia Pierluigi Tancredi, di imprenditori e funzionari comunali merita una valutazione politica e un indispensabile esercizio di memoria. Ancora una volta emerge in Abruzzo il livello di inquinamento della politica e della pubblica amministrazione e la necessità della massima intransigenza sulla questione morale".

È quanto scrive in una nota Maurizio Acerbo, della segreteria nazionale del partito di Rifondazione comunista. "Emergenza e ricostruzione - scrive Acerbo - sono stati un terreno su cui le tradizionali reti politico-affaristiche locali e ogni sorta di cricca nazionale han messo gli occhi fin dall'inizio come tragicamente noto. Non posso che ringraziare i nostri compagni aquilani per la battaglia portata avanti contro la scellerata iniziativa del sindaco Cialente che voleva nominare Tancredi delegato alla ricostruzione degli edifici pubblici, una scelta che c'è da domandarsi a quali ambienti volesse strizzare l'occhio".

"Quella nomina - sottolinea ancora l'esponente di Prc - fu ritirata grazie alla protesta corale del popolo della sinistra e dei comitati avvertito dai nostri sms che che divennero un tam tam. C'è da domandarsi: perché agli aquilani era chiarissimo chi era Tancredi e a Cialente no? Si è confermato sacrosanto anche l'insistere da parte del nostro capogruppo Enrico Perilli, più volte oggetto degli strali del sindaco, per la rotazione degli incarichi dentro la macchina comunale. Ricordo poi la nostra battaglia contro lo scandalo dei puntellamenti che ci portò a uscire dalla prima giunta Cialente con le dimissioni del nostro assessore Antonio Lattanzi che dimostrò che la diversità comunista non è solo cosa del passato".

"Non possiamo che esprimere tutto il nostro apprezzamento per l'operato della magistratura a cui va tutto il nostro appoggio nel suo esercizio del controllo di legalità", conclude. 

Ultima modifica il Martedì, 28 Luglio 2015 15:20

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