La tragica morte di Valentina Fiordigigli nell’incidente stradale di sabato sera ha riportato sotto i riflettori il tema della sicurezza della statale 17, lì dove si interseca con la strada regionale 261 (Subequana), all’altezza della frazione aquilana di S. Gregorio.
A poche ore dall’incidente già fioccavano le dichiarazioni, ufficiali o rese via Facebook, di politici e rappresentanti istituzionali su come porre rimedio alla pericolosità di quella “strada maledetta”.
“Convocherò nei prossimi giorni un tavolo di confronto a cui dovranno partecipare rappresentanti dell'Anas, dei Comuni coinvolti e interessati dalla tratta stradale, che hanno già avuto modo di confrontarsi nell'ambito del percorso del progetto della cosiddetta Variante Sud” afferma il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci.
“Spero si riapra subito il tavolo tra Regione, Anas e Comune e si assumano le decisioni che permettono la spesa dei fondi stanziati e l'avvio delle procedure per i lavori della nuova viabilità tra il cavalcavia di Bazzano fino a S.Pio delle Camere” gli fa eco l’ex assessore comunale Pietro Di Stefano.
L’attuale assessore alle Opere pubbliche Guido Liris, invece, propone di realizzare, nelle more del progetto della Variante Sud, un intervento stralcio per la costruzione di una rotatoria al posto dell’attuale incrocio di S. Gregorio.
Chissà se questa volta alle dichiarazioni seguiranno i fatti o se, passato lo shock emotivo, tutto resterà immutato, com’è avvenuto fino ad ora.
Sono anni che si parla della messa in sicurezza di quel tratto di statale. Comitati territoriali, associazioni ambientaliste, abitanti, residenti, hanno lanciato decine di appelli, anche in occasione di incontri pubblici.
Mentre si piange la morte della giovane Valentina Fiordigigli, non si può non ripensare con rabbia a tutte le segnalazioni rimaste inascoltate, le sollecitazioni non raccolte, le risposte non date o date tardivamente da parte degli enti pubblici, locali e centrali, a cui sarebbe toccato fare qualcosa, prendere delle decisioni.
Così come non si può sorvolare sul fatto che coloro che oggi invocano la ripresa immediata delle trattative con Anas per tornare a discutere della realizzazione della Variante Sud come soluzione strutturale alla viabilità della zona, sono gli stessi che in questi anni hanno avuto, sul tema, un comportamento a dir poco ambiguo, ondivago. Sono gli stessi che hanno tergiversato, cambiato parere, rimandato il momento delle scelte e dell’assunzione di responsabilità spesso solo per calcoli elettorali.
Va ricordato, ad esempio, che tre anni fa, nel 2014, l’accordo sul tracciato del lotto C della Variante Sud (quello che dovrebbe andare da Bazzano a S. Gregorio) era stato trovato e anche sottoscritto formalmente da comitati e enti locali ma fu fatto saltare.
Da allora si è perso il conto delle piroette, dei dietrofront e dei ripensamenti inscenati per lisciare il pelo all’una o all’altra fazione o in nome di inconfessabili interessi, eludendo ogni volta il nocciolo vero della questione, che resta quello della messa in sicurezza di una strada extraurbana diventata, dopo il terremoto, un asse viario urbano a tutti gli effetti.
Pensare davvero che la Variante Sud sia la soluzione a tutto ovviamente è irrealistico, anche perché, non essendo iniziata nemmeno la fase progettuale, ci vorranno anni per portare a termine i lavori (ammesso che mai partiranno).
Per questo l’anno scorso, dinanzi all’inerzia decisionale della politica, il Consiglio territoriale di partecipazione di Paganica-Onna-S. Gregorio aveva convocato una riunione urgente per parlare della “sicurezza stradale sulla strada regionale 261 San Gregorio e sulla statale 17 nel tratto compreso tra le frazioni di San Gregorio e Onna”.
Era l’agosto 2016 e l’allora presidente del Ctp, Sara Cecala (nel frattempo dimessasi dall’incarico), scriveva, in una lettera inviata anche al prefetto, che c’era voluto più di un anno solo per avere le strisce pedonali in corrispondenza delle frazioni di Onna e S. Gregorio e denunciava l’“elevata pericolosità”, per pedoni e automobilisti, di quegli incroci, sottolineando anche come la stessa prefettura avesse già sollecitato “un tempestivo intervento degli enti interessati [...] al fine di mettere in campo, nelle more delle scelte politico-amministrative che interesseranno la viabilità, soluzioni immediate (strisce zebrate, dissuasori di velocità, segnaletica orizzontale e verticale ove mancante, rilevatori di velocità, rotatorie et similia) atte a scongiurare il ripetersi di eventi drammatici, con le riscontrabili e conseguenti responsabilità civili e penali”.
Richieste rimaste disattese, come quella, ripetutamente avanzata sempre dalla Cecala all'allora assessore comunale alle Opere pubbliche Maurizio Capri, di realizzare due rotatorie, una in corrispondenza di Onna e l’altra di San Gregorio, proprio a tutela dell’incolumità pubblica.
“Ci sono stati anche incontri e sopralluoghi” racconta oggi l'ex presidente del Ctp “ma sono stati infruttuosi”.
Nel frattempo, proprio a San Gregorio, è stata realizzata, per il progetto della metropolitana di superficie San Demetrio-Scoppito, una stazione ferroviaria inaugurata in pompa magna lo scorso giugno a ridosso delle elezioni e da allora rimasta praticamente inutilizzata.
In quella stazione, sprovvista peraltro di parcheggi di scambio, di servizi e di sottopassi e sovrappassi che la colleghino alla zona commerciale del paese, in cinque mesi nessuno è mai salito né sceso su un treno.