L'annuncio era arrivato ad inizio di novembre. "Abbiamo portato a segno una grande operazione, si direbbe progressista; abbiamo attivato una procedura che fa riferimento all'esigenza di ricovero abitativo delle famiglie che hanno patito lo sfollamento e l'evacuazione in ragione dei danni e dei disastri: anziché rispondere pervasivamente con le casette, che consumano suolo e pongono il problema del dopo, abbiamo fatto ricorso - concordatamente col Governo - a cercare e acquisire l'invenduto sul mercato edile abruzzese".
Così il governatore Luciano D'Alfonso, in conferenza stampa, aveva dato notizia della volontà dell'Ente di acquisire 427 appartamenti invenduti [53 a L'Aquila, 33 a Scoppito, 13 a Pizzoli, 223 a Teramo, 11 a Montorio al Vomano, 5 a Colledara, 5 a Campli, 4 a Valle Castellana, 12 ad Ancarano, 15 a Sant'Omero, 3 a Bellante, 1 a Notaresco, 12 ad Atri, 2 a Pianella, 24 a Mosciano Sant'Angelo, 1 a Roseto, 11 a Castellalto] per dare risposta agli sfollati dei terremoti a cavallo tra il 2016 e il 2017. "Non c'è alcun obbligo di corrispondenza tra le famiglie evacuate e le abitazioni individuate - aveva chiarito D'Alfonso - anzi, ogni nucleo familiare potrà trovare ricovere anche nella cintura di prossimità del Comune di residenza, col libero stabilimento di offerta e domanda".
Una operazione da 68 milioni di euro, "a valere sulla finanza statuale della Protezione civile e non sulla finanza cittadina degli abruzzesi - aveva aggiunto il governatore - che ci permette di aiutare gli imprenditori in difficoltà, che si sono riversati in un settore a bassa domanda, portando rispetto a 'sorella Terra', senza consumare suolo. Non solo. Passata l'emergenza, le abitazioni finiranno per ingrossare la patrimonializzazione della Regione".
I tempi - aveva chiarito il governatore - dovrebbero essere brevi: "in 150 giorni, Regione Abruzzo ha istruito la graduatoria degli offerenti; ora, i documenti passano alla Protezione civile per la verifica del possesso del requisito d'idoneità delle abitazioni e degli stessi offerenti e, entro dicembre - a breve, dunque - mi auguro si possano apporre le firme sui contratti d'acquisto. Sarà poi Regione Abruzzo a procedere con le assegnazioni alle famiglie sfollate, con criteri di ragionevolezza che promuoveranno, per esempio, la presenza di minori nel nucleo familiare o di persone con problemi di salute".
Poco meno di un mese dopo, il provvedimento voluto da D'Alfonso è finito, però, nel mirino del Movimento 5 Stelle che ha denunciato come le 427 abitazioni che Regione Abruzzo si accinge ad acquisire abbiano un costo superiore a quello di mercato. "I prezzi al metro quadrato, stimati dai rivenditori privati per le singole unità - hanno chiarito i pentastellati - sono ben superiori alle quotazioni stimate dall'Agenzia delle entrate. Una discordanza non ammessa dall'iter presente nel Decreto legge N.8 del febbraio 2017, a cui la delibera di Giunta regionale si appella per l'acquisto delle case. Una discordanza, inoltre, palesata anche nel decreto n. 373 dove gli uffici preposti da Regione Abruzzo scrivono: 'la Commissione Giudicatrice chiarisce che non è stato possibile accertare la convenienza economica cosi come richiesto dal comma 3 dall'Art 14 del decreto legge n . 8 del 2017, poiché è espressamente previsto che il prezzo offerto fosse omnicomprensivo di tutti gli oneri a carico dell'Amministrazione e pertanto non direttamente comparabili ai parametri citati dalla legge'".
In altre parole la Giunta Regionale ha previsto, per l'Avviso pubblico, la presentazione delle offerte comprensive di oneri fiscali delle spese notarili per la stipula della compravendita e di oneri dei bolli delle spese di registrazione; il risultato è l'impossibilità per gli uffici di applicare la legge sulla valutazione di congruità sul prezzo convenuto. "Non stiamo parlando di piccole cifre", ha sottolineato M5S: "il surplus supera i 16 milioni di euro, ed anche volendo considerare le cifre scorporate dagli oneri a carico dell'Amministrazione, si raggiungerebbe comunque un surplus di circa 15 milioni di euro. Se i prezzi al metro quadrato offerti dai privati fossero stati correttamente equiparati alle quotazioni immobiliari dell'Agenzia delle entrate, si sarebbero potute comprare molte unità abitative in più dei 427 alloggi stimati".
Se sulla vicenda ci siano state omissioni volontarie lo decideranno la Corte dei Conti, l'Anac e la Procura dell'Aquila, "alle quali abbiamo presentato un esposto per verificare tutta l'operazione ed eventualmente valutare la presenza o meno di un possibile danno per le casse pubbliche", hanno annunciato i consiglieri regionali pentastellati.
Ma cosa dice la norma? "Il Decreto Legge è chiarissimo - ha spiega Domenico Pettinari - e recita: Le proposte sono sottoposte alla preventiva approvazione del Capo del Dipartimento della Protezione civile previa valutazione di congruità sul prezzo convenuto resa dall'Ente regionale competente in materia di edilizia residenziale pubblica con riferimento ai parametri di costo dell'edilizia residenziale pubblica ed alle quotazioni dell'osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia delle entrate, nonché valutazione della soluzione economicamente più vantaggiosa tra le diverse opzioni, incluse le strutture abitative d'emergenza (SAE)".
E cosa dice l'avviso? "La previsione nell'Avviso pubblico prevede, invece, di presentare il prezzo al metro quadrato degli immobili offerti, omnicomprensivi di tutti i costi: come gli oneri fiscali, le spese notarili per la stipula della compravendita e dei bolli delle spese di registrazione. Scelta che rende inapplicabile i criteri contenuti nel Decreto Legge. Perché questa scelta?".
L'analisi dei costi. "Il costo stimato da graduatorie effettuata dalla Regione Abruzzo è di euro 61.795.262,48, mentre tenendo in considerazione la tabella dell'Agenzia delle Entrate si stima un prezzo di euro 45.678.000,70. Abbiamo effettuato l'analisi dei costi - ha proseguito Pettinari - prendendo addirittura i parametri più alti per singola unità immobiliare per le abitazioni civili in normale stato conservativo previsti dall'Agenzia delle entrate. Dalla comparazione si riscontra un'allarmante scostamento tra i due prezzi, in quanto quello al metro quadrato offerto dai privati appare notevolmente maggiore rispetto alla tabella dall'Osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia delle Entrate. Uno scostamento che ha fatto lievitare i prezzi creando un surplus complessivo di oltre sedici milioni di euro". Ora ammesso che ci siano le spese a carico dell'Amministrazione, che "da una rilevazione effettuata presso professionisti del settore (notai ed esperti di edilizia residenziale pubblica) abbiamo stimato su circa 2 o 3mila euro ad unità abitativa (senza tener conto che in caso di più unità abitative acquistate da uno stesso proprietario questi costi si riducono), non si capisce come si possa arrivare ad una tale differenza". Infatti, pur mantenendo il parametro più alto di 3mila euro ad immobile, per le 427 unità abitative, "il costo degli oneri per l'Amministrazione si aggirerebbe intorno al 1.281.000,00 euro. Una cifra che se pur volessimo forzatamente arrotondare per eccesso arriverebbe al massimo a 2 milioni di euro, quindi ben lontana dal surplus di 16.117.261,78 euro previsto dalle graduatorie".
Le richieste M5S. "Chiediamo di attuare quanto previsto dal D.L. 8/2017 effettuando le dovute verifiche di congruità dei prezzi di acquisto degli immobili offerti, scorporando dall'importo complessivo le voci degli oneri a carico dell'amministrazione, facendo sostenere al pubblico il giusto prezzo al metro quadrato, così da poter acquistare con il fondo a disposizione il giusto numero di alloggi, sicuramente superiore ai 427 previsti".