Lunedì, 19 Febbraio 2018 17:57

Sottoservizi, fine lavori a maggio 2017: siamo al 70% di opere realizzate. Confcommercio sollecita incontro su stato dei lavori

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Partiamo da un dato, emblematico: la fine lavori per la realizzazione del primo lotto dei sottoservizi nel cuore del centro storico dell’Aquila era stata fissata a maggio 2017; nove mesi dopo, siamo al 70% circa di opere realizzate. Con questi ritmi, si può ipotizzare che ci vorrà ancora un anno e mezzo per chiudere i cantieri: 2019 inoltrato, per intenderci. E poi, c’è il secondo stralcio da realizzare: 5 lotti per 42 milioni di euro, comprendenti la zona di via Strinella e di viale della Croce Rossa, laddove la presenza di attività commerciali e di traffico veicolare è di gran lunga superiore.

Questo il dato.

I lavori sono ostacolati da rallentamenti e intoppi dovuti a vari fattori: la difficoltà di raccordare e sincronizzare le varie società impegnate nella posa dei cavi e dei tubi, gli intralci geo-tecnici non prevedibili e altre variabili dovute alla complessità del progetto, i frequenti stop imposti dai ritrovamenti di reperti archeologici nel sottosuolo che, in queste ore, hanno riacceso la polemica. In effetti, da più di un mese è chiusa via Garibaldi e non va meglio all’imbocco del corso Vittorio Emanuele, sebbene la presenza di una porzione di una vecchia struttura muraria con setti trasversali fosse nota, considerato che la Soprintendenza aveva già bloccato i lavori all’inizio del 2017.

Uno stillicidio per le attività commerciali che hanno riaperto laddove il centro storico è stato maggiormente animato, negli ultimi anni; una lenta agonia per negozi e locali imbrigliati nel cantiere, raggiungibili soltanto attraverso piccoli passaggi polverosi.

Oltre le polemiche politiche, in giornata Carlo Benedetti – già presidente del Consiglio comunale – è tornato a chiedere la “rapida conclusione dei lavori di un’opera imbarazzante ed assurda”, è chiaro che la vicenda sta assumendo contorni preoccupanti per l’attesa rivitalizzazione del centro storico, con alcuni commercianti che hanno persino minacciato di rinunciare ai fondi del bando ‘Fare Centro’ che, stante le cose, potrebbe raccontare una storia diversa rispetto agli annunci dei mesi scorsi.

Fabrizio Ajraldi, presidente della GSA, non ha mancato di riconoscere i problemi – “la localizzazione all’interno di un tessuto urbano come il nostro rende l’intervento di fatto insopportabile per l’utenzale sue parole in una nota pubblicata su Facebook – ribadendo, però, come l’opera pubblica stia procedendo “celermente rispetto al panorama nazionale”. Ajraldi ha chiarito che “per i rinvenimenti si presume per legge l’interesse storico, a meno che non vi sia un parere da parte degli organi preposti (commissioni tecniche della Soprintendenza) che ne riconosca il minor pregio storico e, nel nostro caso, la possibilità di rimuovere se interferente con l’opera. E’ un problema di norme italiane, a Roma la metro C sono trent’anni che annaspa tra i ritrovamenti”.

A L’Aquila, fino ad oggi, ci sono stati 140 casi, “alcuni risolti più celermente, altri meno”.

Il presidente della Gran Sasso Acqua, subentrato ad Americo Di Benedetto, ha sottolineato come l’intento di far rivivere il centro della città – “non mi sento di gettare la croce sulla scelta politica, che in un certo senso condivido” – sia stato gestito, però, “a spot, e senza lungimiranza. L’inesistente coordinamento nella gestione del rientro della popolazione rispetto all’andamento dei lavori – ha aggiunto - è quanto ancora oggi stiamo pesantemente scontando. Fondamentale ma parziale è stato lo sforzo fatto dal personale della GSA (a tutti i livelli) e della ditta esecutrice che tanto si sono spesi in assenza di una regia politica unica e di strumenti normativi ad hoc”.

Una stilettata alla passata amministrazione comunale.

“Il sindaco Biondi sta cercando di rimettere l’amministrazione in carreggiata”, ha aggiunto Ajraldi; “si pensi all’estensione del contributo riconosciuto anche per i cittadini che hanno finito i lavori ma non vengono fatti rientrare per darci modo di effettuare i lavori, alla riperimetrazione della zona rossa ed al piano sicurezza per il deflusso dei cittadini che ci ha permesso di poter tenere i cantieri in sicurezza in aree con massiccia presenza di popolazione. Di certo questo non si percepisce: fa più rumore un albero che cade rispetto ad una foresta che cresce”.

Tornando ai problemi contingenti, Ajraldi ha assicurato di essere a lavoro “a stretto contatto con la Soprintendenza per risolvere la criticità dei due cantieri” che al momento risultano fermi; “su corso Vittorio Emanuele – ha promesso - mi prenderò la responsabilità di declassare l’opera per accorciare i tempi. E’ già fissato un incontro con la Soprintendenza per proporre la modifica. Per il resto, stiamo recuperando errori e mancanze del passato cercando di snellire le procedure, compatibilmente con le tempistiche imposte dalla normativa”.

 

Confcommercio richiede incontro a Soprintendenza, GSA e Comune dell'Aquila

"Abbiamo ricevuto dai nostri associati numerose segnalazioni in merito all’andamento dei lavori per la realizzazione dei sottoservizi e dei recenti ritrovamenti di reperti storico-architettonici che, a causa delle normative vigenti in materia, caratterizzano un rallentamento delle opere in corso. A tale proposito, per aver innazitutto contezza dello stato dell’arte e delle relative tempistiche e per riferire ai nostri associati, richiediamo un cortese ed utile incontro congiunto al fine di individuare ogni possibile azione da porre in campo per alleviare i disagi alle attività produttive che si sono già reisediate nel centro storico e per quelle che, per effetto del Bando “Fare Centro”, intendono a breve riaprire nel centro urbano. In attesa di un gradito e sollecito riscontro nel merito, inviamo i più cordiali saluti".

Si legge in una lettera firmata dal direttore di Confcommercio L'Aquila, Celso Cioni, e inviata alla Soprintendenza alle Belle Arti, alla Gran Sasso Acqua Spa ed al Comune dell'Aquila.

Ultima modifica il Martedì, 20 Febbraio 2018 13:27

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