Fuori Enrico Verini (Fli) dentro Tonino De Paolis (Pd). Cambia la composizione del Consiglio comunale dell'Aquila.
Il Consiglio di Stato, infatti, ha deciso per il reintegro di De Paolis ribaltando il pronunciamento del Tar. All'indomani delle consultazioni amministrative del maggio 2012, l'esponente democrat era stato convalidato come ventesimo degli eletti nella maggioranza di centrosinistra. Il candidato sindaco di Futuro e Libertà, però, aveva presentato ricorso al Tribunale amministrativo regionale per una diversa ripartizione dei 32 seggi consiliari in virtù dell'attribuzione del premio di maggioranza in base all'articolo 73, comma 10, del testo unico degli enti locali.
Il disguido era sopraggiunto per le modalità di calcolo della percentuale del 60% dei seggi in caso di quoziente frazionario, se cioè si dovesse fare con arrotondamento all'unità superiore, come operato dall'Ufficio centrale elettorale (con attribuzione alla maggioranza di 20 seggi, a fronte di un quoziente di 19,2) o se, come invece ritenuto da Verini, mediante arrotondamento all'unità inferiore. Inoltre, c'erano stati degli errori nell'attribuzione dei voti a Fli in alcune sezioni elettorali.
E in effetti il Tar aveva dato ragione all'esponente di centrodestra, aderendo al principio secondo cui in caso di quoziente frazionario non si può comunque assegnare un numero di seggi superiore al 60% e accertando che alla lista di Futuro e Libertà erano stati attribuiti 8 voti in meno.
Immediato l'appello di Tonino De Paolis, con il Consiglio di Stato che dopo un anno ha deciso di ribaltare il pronunciamento del Tar rilevando come il precedente richiamato dal Tribunale amministrativo fosse rimasto isolato e contraddetto da altri successivi, i quali hanno invece affermato che l'arrotondamento del quoziente frazionario ai fini dell'attribuzione del premio di maggioranza deve avvenire in modo che sia rispettata la percentuale minima del 60% di seggi.
Inoltre, ha avanzato dubbi di costituzionalità sull' articolo 73, comma 10, citato dal Tar. Ha chiesto così che la questione venisse rimessa alla Corte Costituzionale, o comunque all'Adunanza plenaria del Consiglio di Stato.
Dunque, Enrico Verini non è più un consigliere del Comune dell'Aquila. In realtà, poco cambia negli equilibri dell'assise consiliare. Da tempo, infatti, l'esponente di Fli aveva annunciato il suo appoggio esterno al sindaco Cialente. Inoltre, non più tardi di qualche giorno fa, Verini aveva chiarito che comunque si fosse pronunciato il Consiglio di Stato avrebbe lasciato il posto al compagno di partito più votato, Luigi Faccia: "Sono 12 anni che siedo in Consiglio e siccome credo nell'importanza che per le cariche politiche ci sia necessità di un ricambio, darò l'esempio (sono renziano senza votare Renzi, ma con i fatti)", aveva scritto su Facebook. "Dopo di che, rifletterò se candidarmi o meno alle elezioni regionali di maggio. Se così sarà, lo farò da cittadino normale, senza cariche, senza paracaduti e, se non eletto, tranquillamente e serenamente mi concentrerò sul lavoro e sulla famiglia a cui spesso ho tolto molto di me. Voglio essere diverso. Non assimilarmi alla mediocrità perché serve coraggio, nella vita e nella politica. E io ce l'ho".
Nonostante la decisione di lasciare il seggio, Verini ha annunciato che - pur rispettando la sentenza del Consiglio di Stato - valuterà nelle prossime ore se proseguire l'azione legale a tutela del compagno di partito Faccia.