Le piste non sono ancora tutte aperte, un gatto delle nevi è ancora rotto, ma oggi - mercoledì 4 dicembre - gli impianti di Campo Imperatore hanno ripreso a funzionare.
Sabato scorso l'apertura era stata rinviata a causa di una valanga che, portandosi dietro molti alberi, ha letteralmente spezzato un traliccio dell'Enel come si può vedere dalle immagini nel video.
Oggi, martedì 4 dicembre, non c'era il pienone, come è normale per un giorno di ferie, ma i presenti hanno potuto approfittare al meglio della giornata di sole quasi primaverile che si replicherà domani.
Poi il tempo cambierà ancora: torneranno il freddo e la neve. Non male per essere la prima metà di dicembre.
Una volta il tradizionale giorno di apertura era l'otto dicembre "festa dell'immacolata". Negli ultimi anni però, quasi mai la neve è caduta a sufficienza in tempo per l'occasione.
Campo imperatore poi, nelle ultime stagioni, ha registrato dei clamorosi ritardi arrivando a far funzionare gli impianti anche a gennaio, con la montagna ormai innevata da settimane, tra le polemiche generali e le proteste degli operatori e degli sciatori.
Quest'anno è andata decisamente meglio.
Staremo a vedere se il piano di rilancio del Centro Turistico del Gran Sasso - la municipalizzata che gestisce gli impianti - promesso dall'amministrazione, sarà effettuato. Il Sindaco dell'Aquila Massimo Cialente ha più volte ripetuto di voler affidare la gestione degli impianti ad un privato tramite un bando.
Per mettere l'operazione nei binari giusti, il Comune ha anche approvato un debito fuori bilancio di un milione e mezzo e sganciato, nel bilanciato ordinario, circa 600mila euro per i lavori necessari a riaprire per quest'anno.
Ma in gioco c'è di più. Per il rilancio del Gran Sasso, il Comune dovrebbe poter usufruire di 15milioni derivanti dal 5% destinato alle attività produttive dalla "Legge Barca". Soldi ancora non utilizzabili.
Sopratutto Invitalia, l'agienzia nazionale che agisce per conto del Governo, dovrebbe affittare un ramo d'azienda. Un'azienda, il Centro turistico del Gran sasso, che presenta ancora milioni di debiti a causa della malgestione protrattasi negli anni.
Per ora però, di Invitalia sul Gran Sasso, ancora nessuna traccia.