Lunedì, 12 Agosto 2013 16:53

Maggioranza compatta: approvato Piano Casa e debito fuori bilancio Ctgs

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La maggioranza, stavolta, ha mostrato i muscoli. Stamane tornava a riunirsi il Consiglio comunale, dopo il rinvio dell’ultima seduta per mancanza del numero legale al momento dell’approvazione della delibera di recepimento della Legge regionale numero 49, sulla razionalizzazione e la riqualificazione edilizia. Il cosidetto Piano Casa, voluto dal governo Berlusconi. Evidentemente, il passaggio a vuoto di giovedi scorso ha lasciato il segno: i consiglieri che sostengono la giunta Cialente, tutti presenti, hanno bocciato gli emendamenti delle minoranze, in particolare quelli presentati da Guido Liris che aveva tentato il blitz proponendo di estendere le misure premiali previste dalla Legge “a tutti i manufatti realizzati ovvero installati a seguito dell’evento sismico del 2009, finalizzati a fronteggiare le esigenze sopraggiunte ai cittadini sia a fini abitativi che lavorativi”. Anche alle casette provvisorie, dunque.

La delibera, dunque, è stata approvata così come presentata al Consiglio. Con i voti della maggioranza, esclusi Enrico Perilli e Antonello Bernardi che hanno espresso parere contrario, e dei consiglieri di centrodestra. Paradossi della politica. Se è vero che sugli emendamenti proposti non si è trovato l’accordo, tanto che le minoranze avevano abbandonato l’aula nell’ultima seduta del Consiglio facendo mancare il numero legale, è vero anche che la Legge regionale è stata fortemente voluta dalla Giunta Chiodi, ispirata come detto nel 2011 dall’allora premier Silvio Berlusconi. Dunque, tutti favorevoli anche all’opposizione. L’aumento delle cubature, d’altra parte, è argomento caro da sempre alla destra italiana. Contrari, come annunciato già giovedi, Ettore Di Cesare, Vincenzo Vittorini, Angelo Mancini e Vito Colonna.

Cosa prevede il provvedimento approvato dal Consiglio? Il Comune riconosce una premialità del 20% della volumetria di un edificio a destinazione d’uso residenziale, oggetto di interventi di ristrutturazione o di demolizione e ricostruzione, fermo restando il rispetto degli standard necessari per l’ampliamento. Tale ampliamento può riguardare anche la trasformazione dei locali accessori esistenti (cantine, rimesse, locali di sgombero) in superfici utili, nel rispetto delle norme igienico sanitarie. Per gli immobili non residenziali, l’ampliamento potrà essere del 10% della superficie lorda esistente al momento dell’entrata in vigore della legge regionale 49 del 2012. Ulteriori premialità sono previste per interventi finalizzati alla qualificazione energetica e per bonifiche di immobili in cui è presente amianto. Possibili anche le delocalizzazioni delle volumetrie in altre aree di proprietà del territorio comunale, con la medesima destinazione urbanistica, ad esclusione delle destinazioni industriali, artigianali, agricole e per verde e servizi pubblici locali. La delocalizzazione può riguardare gli interi edifici ricadenti nelle zone di ristrutturazione del capoluogo, allo scopo di riqualificare gli interventi di ricostruzione a seguito del sisma del 6 aprile 2009. La delibera approvata dal Consiglio comunale contempla inoltre i condizioni e criteri per la modifica della sagoma del fabbricato da ricostruire, per la monetizzazione e specifica le cause di esclusione dai benefici previsti dalla normativa.

“Un provvedimento completo – ha dichiarato l’assessore all’Urbanistica, Piero Di Stefano – calibrato, nel rispetto delle leggi nazionale e regionale, sulle necessità del territorio dopo il terremoto del 6 aprile 2009. Abbiamo calato le disposizioni nel nostro contesto, che ha delle inevitabili peculiarità, rimuovendo pertanto quelle cause che creavano problemi a tanti cittadini impegnati nella ricostruzione delle proprie abitazioni”.

Il Consiglio ha poi approvato il riconoscimento dei debiti fuori bilancio del Centro Turistico del Gran Sasso, per un importo di poco superiore ad un milione e mezzo di euro. Il piano della Giunta è chiaro, ne abbiamo scritto spesso: cancellando il debito del Ctgs e consolidando, così, i conti della società, si potrà sbloccare il finanziamento di 15milioni dal fondo Cipe che, sommato ai 5milioni stanziati dalla Regione, permetteranno il rilancio del Centro turistico, affidato ad Invitalia in attesa di un privato che ne assuma la gestione. Non è ancora chiaro, però, se l’Agenzia nazionale entrerà nel capitale societario o affitterà un ramo d’azienda: la decisione arriverà entro la fine del mese di agosto.

“Ci troviamo a compiere un passaggio delicato che, spero, ci darà la possibilità di guardare con fiducia al futuro della nostra montagna”, ha spiegato Cialente. Che ha poi ripercorso la storia della stazione sciistica, spiegando i motivi che hanno portato al dissesto economico: “La gestione pubblica ha denunciato una mancanza di attenzione imprenditoriale. Paghiamo una serie incredibile di scelleratezze: non ci sono stati investimenti, negli anni, e si sono assunte 35-36 persone a tempo indeterminato, sotto la spinta di alcuni sindacati, senza che ci fossero nuove entrate. Abbiamo una media di lavoratori negli impianti di cinque volte superiore alle altre stazioni italiane. Cos’altro si poteva fare? Mi sono posto il problema già nel 2007 – ha incalzato il Sindaco – Far fallire il Centro turistico o salvarlo? Con il fallimento, il Comune avrebbe comunque dovuto farsi carico del mutuo contratto per la funivia della Scindarella. Inoltre, sarebbero state svendute le proprietà e i lavoratori sarebbero finiti in mezzo alla strada. Non potevamo permettercelo: non potevamo abbandonare i lavoratori e non potevamo perdere il Centro turistico, che potrebbe essere in futuro un motore di sviluppo fondamentale per questo territorio”.

“Ora, abbiamo i soldi per il rilancio”, ha concluso il primo cittadino. “Consolidando i conti, avremo a disposizione 20milioni per rendere la stazione sciistica appetibile ad imprenditori della montagna interessati ad investire sulle nostre montagne. Lasceremo loro la gestione, mantenendo la proprietà degli impianti. Sarà Invitalia ad occuparsi delle trattative e, nel frattempo, si assumerà i costi di manutenzione e amministrazione”.

Non sono mancate le polemiche, naturalmente. “La gestione del Centro turistico è caratterizzata da scelte illegittime”, ha detto il consigliere Raffaele Daniele, “come quella che state votando oggi. Prima o poi se ne occuperà la Corte dei Conti. Come si può parlare di debito fuori bilancio se la situazione debitoria del Ctgs è nota da tempo? E’ una forzatura. Perché non si è affrontata la questione al momento di approvare il bilancio preventivo del Comune, qualche settimana fa?”

Critico anche Daniele Ferella: “Non c’è mai stato un vero confronto con il Sindaco. Anche rispetto agli incontri romani, il primo cittadino ha semplicemente riferito quanto proposto da Invitalia senza mostrare alcun verbale. Siamo preoccupati, anche perché l’Agenzia nazionale non si è comportata in maniera corretta nella vicenda del polo elettronico. E per questo è stata fortemente criticata anche da Cialente. Mi chiedo perché gli stiamo affidando il Centro Turistico.

“C’è una nota del 16 maggio 2013, firmata dal Presidente del collegio sindacale del Centro turistico e inviata al Direttore generale del Cgts”, ha ricordato Ettore Di Cesare. “Nella nota, si ponevano 12 domande. Tra le altre, si chiedeva una dettagliata motivazione della mancata approvazione dei contratti di affidamento dei servizi dal 2012 ad oggi. Non c’è stata alcuna risposta, nonostante il direttore si fosse impegnato, in Commissione, a fornire chiarimenti nel giro di qualche giorno. E’ preoccupante e getta serie ombre sulla gestione del Centro. Al Sindaco non interessa?”

Il consigliere di Appello per L’Aquila ha poi ricordato le condizioni che la legge pone per l’approvazione di un debito fuori bilancio: “è necessario che la società a capitale pubblico abbia registrato almeno un attivo nei tre bilanci precedenti. Ora, nel 2011 il Ctgs ha chiuso con un attivo di 18mila euro. Sono andato a spulciare il bilancio e ho scoperto che quel dato è stato falsato. Nelle entrate, infatti, riporta un finanziamento da 3milioni della Regione Abruzzo. Che era vincolato, però, ad una pari spesa da parte della società. Peccato che chi ha redatto il bilancio si sia dimenticato di inserire i 3milioni anche tra le uscite. C’è da pensare che questa delibera sia stata pensata già nel 2011. Anche il presidente della I commissione, il consigliere Masciocco, aveva parlato di rapporto falsato tra crediti e debiti. Non solo: il bilancio è stato depositato alla Camera di Commercio con un ritardo di tre mesi rispetto ai vincoli imposti dalla legge. Dunque, la condizione per l’approvazione del debito fuori bilancio è falsata da questa irregolarità. Inoltre, la legge dice che si può procedere a ricapitalizzazione se le perdite superano di 1/3 il capitale sociale: non è il caso del Ctgs”.

“Ci viene detto che se non votiamo il debito fuori bilancio non verrà sbloccato il finanziamento Cipe da 15milioni”, conclude Di Cesare. “Mi domando dove sia scritto. Tra l’altro, la firma per sbloccare i fondi è del 31 luglio. Il debito fuori bilancio lo stiamo approvando solo oggi, due settimane dopo”.

“Vogliamo chiarezza”, ha incalzato Vincenzo Vittorini. “Stiamo parlando di soldi pubblici. Il Sindaco ha preso in mano la gestione del Ctgs nel 2007 e, in sei anni, non ha fatto nulla. Ora siamo costretti a questa evidente forzatura. Non è ammissibile amministrare così una città”.

Alla fine della lunga discussione, la delibera è stata approvata con il voto favorevole di 15 consiglieri. Tre i contrari: Ludovici, della maggioranza, Vittorini e Mancini delle minoranze. Astenuto Di Cesare. Gli altri consiglieri di opposizione hanno abbandonato l’aula al momento del voto. La spesa relativa all’importo del debito fuori bilancio verrà finanziata con l’avanzo di amministrazione accertato in sede di assestamento del Bilancio. E’ stato approvato inoltre un emendamento, presentato dal consigliere Angelo Mancini e discusso in assise in seguito ad un intervento del Sindaco, che non è piaciuto affatto ad alcuni rappresentanti sindacali presenti in aula. I lavoratori del Centro Turistico potranno decidere se lavorare per il soggetto privato che entrerà nella gestione della stazione sciistica oppure scegliere la costituenda società per azioni che dovrà occuparsi del patrimonio immobiliare del Comune. Non potranno chiedere di essere trasferiti ad altre municipalizzate.

Infine, il Consiglio comunale ha discusso la mozione urgente  presentata da alcuni Consiglieri di maggioranza e opposizione, finalizzata a impegnare l’amministrazione comunale a ritirare l’ordinanza del 22 luglio scorso, con la quale era stato vietato ai cittadini non autorizzati di somministrare alimenti ai cani di quartiere. Il Sindaco Massimo Cialente ha offerto la disponibilità a incontrare tutte le associazioni animaliste e l’ordine dei veterinari subito dopo Ferragosto, per studiare un percorso che porti a una nuova disposizione che abbia, alla base, una corretta e più completa regolamentazione dell’alimentazione e della gestione  complessiva dei cani di quartiere. Si è inoltre dichiarato disponibile a sospendere l’ordinanza, in attesa di quell’incontro. Il documento discusso in Aula è stato firmato da Emanuele Imprudente  (L’Aquila Città Aperta), Enrico Perilli (Rifondazione comunista),  Alessandro Piccinini (Gruppo Misto), Guido Quintino Liris (Pdl) ed  Enrico Verini (Futuro e Libertà), che hanno modificato la mozione nel  senso indicato dal Sindaco. Il documento è stato approvato all’unanimità.

di Eleonora Fagnani e Nello Avellani

Ultima modifica il Martedì, 13 Agosto 2013 10:23

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