L’avevamo anticipato alla fine di marzo [qui]: per tutelarsi dai possibili effetti del riconteggio disposto dal Tar in 11 seggi elettorali oggetto di ricorso da parte di alcuni esponenti del centrosinistra, la strategia del centrodestra era di procedere con una querela di falso.
Così è andata.
Gli avvocati Roberto Colagrande e Livio Proietti, su incarico degli assessori Carla Mannetti e Luigi D’Eramo, hanno depositato un atto di citazione in relazione all’errore materiale di trascrizione nel verbale delle operazioni elettorali del seggio 41. Come svelato da NewsTown [qui], nel verbale sono stati trascritti 10 voti ai candidati a sindaco ma ben 386 alle diverse liste, e così nel prospetto riassuntivo allegato al verbale dell’Ufficio centrale elettorale. Impossibile: stante la legge elettorale in vigore, infatti, ogni voto dato ad una lista, laddove non sia indicata anche la preferenza ad uno dei candidati a sindaco, va conteggiato come preferenza al candidato collegato alla lista stessa. D'altra parte, i dati provvisori della sezione - e così i risultati pubblicati sul sito del Ministero dell'Interno - sono molto diversi, e riportano 411 voti ai candidati a sindaco e 386 alle liste. Per un errore, nel passaggio dai dati provvisori a quelli definitivi della sezione 41 sono sparite insomma 401 preferenze ai candidati stante, invece, i voti alle liste.
Dunque, risulterebbe falsato il dato relativo ai voti dei singoli candidati a sindaco e, di conseguenza, il dato globale dei voti validi che non sarebbero 39.039, come riportato, bensì 39.457; questione nient’affatto irrilevante, considerato che la soglia del 50% + 1 dei voti si calcola proprio sul dato globale delle preferenze riportate dai candidati.
Ad essere chiari: i dati pubblicati sul sito del Comune dell’Aquila riportano 19.479 voti alle liste di centrosinistra sui 39.039 riportati nei verbali: così fosse, la coalizione civico progressista sarebbe al 49.9% e i voti mancanti al quorum 41. Tuttavia, i risultati pubblicati sul sito del Ministero riportano 39.457 voti validi per i sindaci e 19.498 per le liste di centrosinistra (418 voti in meno ai candidati, e 401 mancanti alla sezione 41, solo 19 alle liste a sostegno di Americo Di Benedetto): così fosse, le liste della coalizione civico progressista sarebbero al 49.41%, 231 voti sotto il quorum.
Una differenza sostanziale, per definire se è effettivamente scattata, oppure no, la così detta anatra zoppa che ribalterebbero gli equilibri di forza in seno al Consiglio comunale.
Sembrerebbe chiaro e pacifico, ma non lo è affatto.
Il Comune dell’Aquila ha fatto istanza di correzione dell’errore materiale, presentandola, però, oltre i termini stabili per legge e, dunque, la richiesta non è stata accolta. Una svista clamorosa, forse il segno di una sottovalutazione della vicenda che, a questo punto, potrebbe costare carissimo al sindaco eletto Pierluigi Biondi.
Ecco spiegato il motivo dell’atto di citazione per falso, l’unica strada percorribile per riaprire i verbali del seggio 41. Ora, è chiaro che l’eventuale accertamento del falso, e la correzione richiesta al Tribunale civile, assumano carattere pregiudiziale rispetto al giudizio pendente innanzi al Tar che dovrebbe esprimersi il 23 maggio prossimo: dunque, la sentenza potrebbe slittare. Non è affatto detto, però, che i giudici decidano di procedere e, comunque, potrebbe non bastare a ‘salvare’ la maggioranza di centrodestra in Consiglio comunale: dovesse davvero essere accertato un falso, infatti, si presupporrebbe il dolo, e cioè la colpa, la volontà di commettere il reato. Così fosse, innanzi ad un accertato tentativo di modificare il corso delle consultazioni – lo ribadiamo, così non è, si è trattato di un errore materiale ma essendo scaduti i termini per la richiesta di correzione materiale non si poteva che procedere con la querela di falso – i giudici potrebbero decidere comunque di annullare le elezioni.
Non resta che aspettare.