Giovedì, 07 Giugno 2018 10:18

Ricostruzione, il caso delle famiglie che non possono rientrare nelle abitazioni ricostruite perché manca il certificato di fine lavori

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All'Aquila ci sono molti condomini con tante famiglie, è il caso del condominio Cappelli in via Giovanni Di Vincenzo costituito da 34 nuclei familiari, che non possono rientrare nelle loro case ricostruite poiché non hanno un regolare certificato di fine dei lavori, per ritardo nella esecuzione delle opere o per le vicende giudiziarie che hanno riguardato le ditte appaltatrici. Questo ritardo nell'esecuzione dei lavori, senza la dovuta proroga, impedisce la liquidazione dello stato finale, con il quale pagare fornitori e subappaltatori, ed imporrebbe il pagamento di penali (ai sensi del D.L. numero 78 del 2015), a carico di amministratori condominiali e direttori dei lavori, ma non delle ditte fallite.

"È evidente che ci troviamo dinanzi ad una interpretazione delle ordinanze ministeriali, da parte degli Uffici comunali, molto discutibile, che rischia di bloccare il rientro nelle loro abitazioni di centinaia di famiglie e di non poter liquidare le ditte subappaltatrici aquilane, ormai a rischio chiusura" denuncia il consigliere comunale Lelio De Santis (Cambiare Insieme).

Dunque, "al fine di sbloccare la situazione e di dare una risposta doverosa e positiva alle famiglie aquilane, rimaste intrappolate nelle maglie della burocrazia e penalizzate dalla spregiudicatezza imprenditoriale di tante ditte", De Santis ha depositato una interrogazione urgente al sindaco Pierluigi Biondi, con risposta scritta e in aula. In sostanza, De Santis chiede di sapere se il sindaco non ritenga necessario "dare disposizioni agli Uffici competenti, anche dopo aver acquisito ulteriore parere tecnico-giuridico, perché gli stessi provvedano tempestivamente a risolvere il problema delle penali ai sensi del D.L. n°78/2015, anche attraverso un esame delle pratiche caso per caso".

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