Venerdì, 22 Giugno 2018 19:50

Protezione Civile, D'Alfonso: "Modello Bertolaso l'unico capace di funzionare"

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"Quando c'è una calamità naturale, l'ordinamento deve esserci e deve essere capace di reagire e funzionare. E l'efficienza delle istituzioni in coincidenza delle calamità naturali è garantita soprattutto dalla disponibilità di risorse finanziarie, strumentali e umane".

Parole del presidente di Regione Abruzzo Luciano D'Alfonso che ieri, con un intervento fuori programma nel corso del convegno internazionale di studio "Calamità Naturali e cambiamenti climatici" organizzato dalla Presidenza del Consiglio regionale in occasione della riapetura dell'Emiciclo, ha inteso richiamare l'attenzione su un punto su cui, a suo avviso, è necessario recuperare serietà: "la necessità di reperire, coordinare ed ottimizzare le risorse tecnologiche e finanziarie nonché le professionalità necessarie, garantendo altresì maggiore qualità all'azione amministrativa ed implementando l'efficienza delle strutture coinvolte".

D'Alfonso ha solo accennato agli interventi di prevenzione e mitigazione del rischio e degli effetti di calamità naturali e cambiamenti climatici "che pure sono necessari all'efficienza dell'ordinamento - ha precisato - al pari della raccolta scientifica dei dati", discostandosi dal tema del convegno e dagli interventi dei relatori che l'avevano preceduto (tra i quali il Capo Dipartimento della Protezione civile Angelo Borrelli, il sottosegretari della Giunta regionale Mario Mazzocca, Giorgio Perini, rappresentante permanente d'Italia presso l'Unione Europea, il geologo Mario Tozzi, divulgatore scientifico e saggista, Alessandra Faggian e Giovanni Pitari, docenti universitari rispettivamente presso il Gssi e l'Università degli studi dell'Aquila).

La sua riflessione sugli aspetti su cui lo Stato e gli enti sovranazionali dovrebbero porre attenzione "per garantire la qualità dell'azione amministrativa in caso d'emergenza, implementando l'efficienza delle strutture coinvolte", ha chiamato in causa, per riabilitarlo, il modello Bertolaso, "l'unico - ha sottolineato D'Alfonso - capace di funzionare, di agire e reagire".

"Bertolaso aveva organizzato una macchina, una realtà ordinamentale capace di capienza numerica, finanziaria, amministrativa, tecnologica e normativa" ha affermato D'Alfonso elogiando quel "periodo di gigantismo" maledetto e condannato dai più; complice, ha aggiunto, un accanimento mediatico che, strumentalizzando "il problema individuale di Bertolaso" ha finito col mettere in difficoltà "una struttura capace di funzionare - ha ribadito - per adeguatezza di risorse umane tecnologiche e finanziarie".

Il presidente della regione e senatore della Repubblica, nel richiamare le responsabilità della stampa, evidentemente dimentica le inchieste giudiziarie che travolsero Guido Bertolaso e la sua gestione della Protezione Civile. Il "modello Bertolaso" elogiato da D'Alfonso finì al centro delle cronache, non solo nazionali, per via dell'inchiesta giudiziaria che fece luce sul sistema corruttivo nell'ambito degli appalti del G8 della Maddalena, e non per un "problema personale" dell'allora capo della Protezione Civile. Un processo che ha visto tra gli imputati lo stesso Bertolaso, poi assolto, e che ha portato invece alla condanna dell’ex presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici Angelo Balducci, del costruttore romano Diego Anemone dell’ex provveditore alle Opere pubbliche della Toscana Fabio De Santis e del generale in pensione della guardia di finanza Francesco Pittorru.

Così come dimentica, D'Alfonso, che l'attività di prevenzione e previsione - tema, come detto, al centro del Convegno - "il ruolo fondamentale che la Protezione civile è chiamata a svolgere", come ha sottolineato l'attuale capo Borrelli, finì sotto inchiesta nell'ambito del processo alla Commissione Grandi Rischi, l'organismo consultivo tecnico scientifico della presidenza del Consiglio che il 31 marzo 2009, una settimana prima del terremoto del 6 aprile 2009 che distrusse L'Aquila, tenne un'apposita riunione per valutare i pericoli legati all'attività sismica. Inchiesta che portò alla sbarra lo stesso Guido Bertolaso, poi assolto dall'accusa di omicidio colposo, nell'ambito del filone parallelo nato sulla base delle intercettazioni telefoniche in cui lo stesso dichiarava all'allora assessore regionale alla Protezione civile della Regione Abruzzo, Daniela Stati - la cui posizione è stata archiviata - che la riunione della commissione sarebbe stata una "operazione mediatica".

Evidenziando come dal "modello Bertolaso, che ha prodotto grandi risultati, sono stati fatti chilometri indietro", il governatore è quindi tornato a ribadire il dovere, nella gestione dell'emergenza, di "attrezzarci e garantire risorse. La Protezione Civile Nazionale - ha ribadito - attualmente è sotto di 100 dirigenti. Dobbiamo fare in modo che abbia il pieno della sua capienza di risorse umane". E in riferimento alla normativa sulla gestione dell'emergenza, D'Alfonso ha aggiunto che "solo l'autonomia, la discrezionalità e la flessibilità garantiscono la capacità di agire e reagire".

Impostazione in parte sconfessata dallo stesso Borrelli, per il quale la maggiore efficacia nella gestione dell'emergenza e delle politiche di prevenzione nel nostro paese sarebbe garantita dal nuovo codice di Protezione Civile pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 2 gennaio. Pur ammettendo la necessità di "uno sforzo aggiuntivo in tema di emergenza"m con alcune procedure che necessitano di essere ulteriormente semplificate, Borrelli, che ieri all'Aquila ha incontrato anche alcuni esponenti dei comitati cittadini, ha affermato che le esigenze di trasparenza, correttezza e regolarità degli interventi dal punto di vista amministrativo e contabile" devono restare la priorità.

Parole che si discostano da quelle del presidente della Regione, per il quale l'emergenza in seguito a calamità naturali è da considerarsi, invece, "stato di guerra e quindi stato di eccezione. Quando abbiamo avuto la nevicata del 17, 18 gennaio 2017 il generale Santamaria ha detto che nelle schede dell'Esercito quella vicenda è stata rubricata come guerra per la straordinarietà e l'esigenza di una risposta straordinaria". Anche in questo caso, il riferimento al modello Bertolaso, del quale bisognerebbe rispolverare le misure relative alla "formazione di manager dei disastri" con capacità organizzative in situazioni di emergenza.

Quindi un accenno agli incendi della scorsa estate, sui quali Luciano D'Alfonso ha richiamato gli oneri di una "dimensione sovranazionale". Qualora si dovesse ripresentare una situazione simile a quella dell'incendio del Morrone, che la Regione ha fronteggiato con 16 canadair disponibili in tutta Italia, "è giusto immaginare che anche l'Europa abbia una capienza di attrezzature tecnologiche che assegni in misura adeguata alla straordinarietà della situazione, senza dover contare sulla autorevolezza e la capaicità del capo italiano di Protezione Civile" .

"E' questo - ha concluso D'Alfonso - che deve essere fatto per onorare questo giorno che noi dedichiamo alla inaugurazione della casa della democrazia regionale sapendo che ci è stata privata, in questo lasso di tempo, a causa di un evento disastroso straordinario".

Ultima modifica il Venerdì, 22 Giugno 2018 22:39

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