Una doccia fredda per il PD abruzzese.
La Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari ha approvato ieri pomeriggio, a maggioranza, la proposta formulata dalla vicepresidente, Grazia D'Angelo, a dichiarare l'incompatibilità della carica rivestita dal senatore Luciano D'Alfonso, presidente della regione Abruzzo, "fissando un termine di tre giorni per l'esercizio del diritto di opzione da parte del senatore interessato".
Poche parole, che hanno scatenato un mezzo putiferio negli uffici di Palazzo Silone.
La vicepresidente D'Angelo ha illustrato la proposta in qualità di coordinatrice del Comitato per l'esame delle cariche rivestite dai senatori. Nel comunicato diffuso a chiusura dei lavori si parla di un "articolato dibattito, nel corso del quale sono intervenuti i senatori Grasso, Bonifazi, Cucca, Crucioli, Ginetti, Urraro, Pillon, Giarrusso, Rossomando, Tesei, Gallicchio, De Falco, Evangelista e, infine, il Presidente Gasparri".
Una accelerazione assolutamente inattesa e dalle conseguenze incerte: ancora ieri sera, non era chiaro che cosa sarebbe successo, se D'Alfonso, per davvero, avrebbe dovuto rimettere il suo mandato entro lunedì e se, dunque, le elezioni si sarebbero tenute a novembre, e non a marzo 2019. D'altra parte, come avevamo scritto, il governatore aveva indicato il 7 settembre come data per le proprie dimissioni, tanto che per quel giorno ha prenotato anche l'ex Aurum, a Pescara, per dare una sorta di festa di addio.
A fare un poco di luce sulla vicenda, però, ci ha pensato il senatore Marco Marsilio di Fratelli d'Italia, con una nota. “Questa decisione doveva essere solamente una presa d’atto, ma il Pd si è astenuto – ha spiegato – rimandando di fatto la risoluzione e allungando, di conseguenza, i tempi per le elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale d’Abruzzo. Il Pd – ha aggiunto Marsilio – continua a tutelare Luciano D’Alfonso, lasciandogli fare il Senatore ed il Presidente di Regione, pur essendo di fatto incompatibile. Pur di allungare la data delle elezioni regionali abruzzesi, per trovare una quadra che il centrosinistra non ha più, il Pd gioca sulla pelle dei cittadini. L’astensione ha sostanzialmente allungato i tempi della decadenza di D’Alfonso, visto che sicuramente ad agosto la Giunta per le elezioni non verrà convocata”.
Insomma, sebbene la Giunta per le elezioni abbia effettivamente concesso 3 giorni a D'Alfonso per decidere, non essendoci stata una presa d'atto unanime l'organismo dovrà riunirsi di nuovo e dichiarare la decadenza: soltanto a quel punto, il presidente della Giunta regionale si dimetterà. Stante il fatto che, nei prossimi giorni, è difficile immaginare una convocazione della Giunta per le elezioni, è chiaro che si arriverà a settembre, allorquando D'Alfonso lascerà l'incarico, e proprio in occasione della grande festa all'Aurum. Con le elezioni che scivoleranno, come avevamo spiegato, a marzo 2019. A meno di ulteriori sorprese.
Per la felicità del Pd e, diciamolo pure, delle altre forze politiche.