L'arcivescovo dell'Aquila Giuseppe Petrocchi ha celebrato la sua prima messa da cardinale nella basilica di Santa Maria di Collemaggio. Petrocchi, che ha ricevuto la porpora da Papa Francesco nel Concistoro del 28 giugno, iniziò proprio a Collemaggio, il 7 luglio di cinque anni fa, il suo ministero in terra aquilana.
Scortato dai carabinieri in moto, il cardinale è arrivato in viale di Collemaggio: all'inizio del prato antistante la Basilica c'era ad accoglierlo il Generale di Brigata Giuseppe di Giovanni, comandante del presidio militare abruzzese dell'Esercito.
Il cardinale ha passato in rassegna tre plotoni schierati composti da 18 militari ciascuno, il 9/o Reggimento Alpini, il Comando provinciale dei Carabinieri e la Guardia di Finanza-Scuola Sottufficiali. Sul sagrato della Basilica ad attenderlo rappresentanti delle Confraternite e delle Aggregazioni Laicali con il sindaco Pierluigi Biondi.
Una curiosità: poco dopo l'ingresso di Petrocchi nella basilica, alle 18.10, è scattato l'allarme antincendio, che ha invitato i presenti ad abbandonare l'edificio.
Per circa quattro minuti l'avviso vocale 'attenzione', in italiano e in inglese, ha continuato a risuonare nella chiesa, provocando un po' di scompiglio soprattutto fra quanti occupavano gli ultimi banchi.
Tutto è finito quando l'Arcivescovo Emerito, Giuseppe Molinari, salito sull'altare ha rassicurato i presenti, elogiando meriti e vantaggi della tecnologia, ma sottolineando che l'allarme era scattato probabilmente a causa di una nube d'incenso.
Il discorso del sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi
Sua Eminenza Cardinale Giuseppe Petrocchi, Autorità tutte, Cittadine e Cittadini,
in questa bella giornata di festa la Città dell'Aquila rende omaggio a Sua Eminenza Cardinale Giuseppe Petrocchi, e con la solennità dovuta al rispetto della Sua figura, saluta con gratitudine il suo Arcivescovo, nell'occasione storica dell'investitura.
Giungano parole di affetto e di riconoscenza a Monsignor Petrocchi, che tanto ha dimostrato di amare questa Città, nella celebrazione di questo importante evento, nel luogo in cui il Santo Papa Celestino V, dismessi i panni dell'umile eremita Pietro del Morrone, accolse l'investitura a Pontefice.
Gli ideali di Giustizia e di Pace di Celestino V sono tradotti nella bellezza e nell'armonia dell'architettura di questa Basilica, in forme altissime di espressione artistica, recentemente restituite alla fruizione pubblica e alla devozione dei fedeli, dopo un lungo e sapiente restauro.
Quella che andiamo a celebrare e festeggiare oggi, insieme con Monsignor Giuseppe Petrocchi e alla Chiesa aquilana tutta, è l'investitura della Città dell'Aquila.
Un riconoscimento che la Chiesa Madre tributa idealmente al capoluogo d'Abruzzo, Città martire, dopo il sisma del 2009, con le sue 309 vittime, e, al contempo, sostenuta nella fede e nell'impegno per la Ricostruzione che oggi, a quasi dieci da quella drammatica data, inizia a far vedere i suoi frutti, pur nel lungo cammino che ancora ci attende.
Conferendo la "berretta cardinalizia" al suo Pastore, il nostro Papa Francesco ha stretto nell'abbraccio della fede la nostra Città, infondendole forza e coraggio, speranza e grazia, illuminando con la luce della carità il suo cammino e segnandolo nel solco dell'unità cristiana.
Anche noi, che abbiamo l'onore di essere qui oggi in rappresentanza della Municipalità, rivolgiamo la nostra tensione etica e il nostro lavoro quotidiano nel servire la Città all'ideale originario della Comunità Cristiana, per trarre forza dalle sue radici, nel cammino verso la rinascita e la rigenerazione del tessuto urbano e sociale.
Le sfide che abbiamo di fronte sono molteplici e ardue, la strada è spesso incerta e irta di ostacoli.
Il Cardinale Giuseppe Petrocchi ci sostenga nella preghiera, affinché ci conforti la consapevolezza di vivere, pur in tempi di incessanti e repentini cambiamenti, in una terra di solida e antica civiltà, i cui riferimenti in termini di valori possono consentire l'approdo sereno ad una nuova progettualità.
Abbiamo davanti agli occhi, in questa storica giornata, l'immagine del Cardinale Carlo Confalonieri, nelle vesti di Arcivescovo dell'Aquila, tra le macerie provocate dal bombardamento dell'8 dicembre 1943, mentre portava conforto e vicinanza alla popolazione smarrita e affranta.
A oltre settant'anni da quegli eventi, il Pastore della Chiesa aquilana, in un momento difficile della storia della Città, assurge al rango di Cardinale.
Un parallelo significativo e carico di speranza. Un segnale di Provvidenza che si cala nel nostro presente incerto, a risvegliare la speranza, a indicare il cammino, a incoraggiare la rinascita.
Qui, in questo luogo sacro ed emblematico, così caro alla storia e alla spiritualità degli aquilani, al cospetto del messaggio eterno che ci viene dal mistero insondabile della Resurrezione, dobbiamo stringerci alla bellezza del nostro passato per ritrovare e condividere nuovi stimoli e nuovi valori, perché solo riscoprendo legami solidali e rinsaldando le nostre migliori energie affronteremo il futuro con fiducia e speranza.
A Monsignor Petrocchi e alla Chiesa aquilana tutta rivolgo dunque il più sincero ringraziamento per essere stata viva e presente alla guida di una comunità così duramente colpita, rinnovando l'impegno a collaborare ancora e sempre per i nostri obiettivi comuni, nella condivisione di un profondo amore per la Città.
Grazie a Sua Santità Papa Francesco per il regalo prezioso che ha voluto riservarci, con l'investitura a Cardinale del nostro Arcivescovo Giuseppe, a nome mio personale e di tutta la Municipalità che, oggi, in questa Basilica, idealmente si inginocchia davanti al suo Pastore in segno di rispetto e riconoscenza.
Per significare questi sentimenti ci consenta di consegnarLe, quale testimonianza di umile gratitudine e profondo affetto, un omaggio dall'alto valore simbolico.
Questo Crocifisso, simbolo Cristiano per eccellenza, fu realizzato dall'artista orafa Laura Caliendo quale dono al Cardinale delegato dalla Santa Sede, nel 2016, per la Cerimonia Solenne dell'Apertura della Porta Santa. Quell'anno, tuttavia, le celebrazioni della Perdonanza Celestiniana subirono radicali modifiche e si svolsero in forma estremamente ridotta, a causa dei drammatici eventi sismici che interessarono la città di Amatrice, insieme con molti altri Comuni dell'Italia Centrale, quale segno di lutto e vicinanza alle comunità sorelle, colpite da una catastrofe analoga a quella aquilana.
Il Comune di Montalto di Castro, grazie anche all'interessamento dell'associazione L'Aquila siamo noi, decise di acquistare il gioiello per sostenere gli allievi del Conservatorio "Alfredo Casella" di cui era studente un giovane del comune laziale. Lo stesso Comune di Montalto, di cui oggi è presente una delegazione, successivamente, ne fece nuovamente omaggio alla Città dell'Aquila, quale ricordo di quei drammatici accadimenti e, al contempo, simbolo di unione, di carità e di fede.
Le consegniamo dunque con commossa umiltà questo dono, dal significato profondo e particolare, affidandoLe, con esso, le nostre preghiere e la nostra speranza, e formulandoLe un augurio sincero per il santo cammino che andrà a intraprendere.