Sabato, 21 Luglio 2018 21:59

Progetto unitario di via XX Settembre, De Santis: "Basta lassismo"

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A marzo 2014, la Giunta comunale di centrosinistra recepiva la proposta di deliberazione presentata dall’allora assessore alla ricostruzione Pietro Di Stefano che prevedeva un progetto unitario, tra privati cittadini e amministrazione comunale, volto a riqualificare l’area compresa tra via XX Settembre, il quartiere Banca d’Italia e la zona ‘Belvedere’: più di 9mila metri quadri, laddove – prima del terremoto - insistevano quattro edifici, due di proprietà privata, uno di proprietà Ater a destinazione residenziale e uno, appartenente all'Anas, con destinazione direzionale.

La riqualificazione – venne spiegato – sarebbe stata attuata mediante demolizione e ricostruzione degli edifici e l'inserimento di destinazioni d'uso commerciali al piano terra, con affaccio su una piazza centrale attrezzata di 2mila metri quadrati. I quattro soggetti attuatori avrebbero ceduto il terreno su cui realizzare la piazza a titolo gratuito, in cambio dei premi di cubatura. I costi di realizzazione del 'masterplan' sarebbero stati a carico dei privati.

Sulla base della normativa regionale in materia, venne quindi sottoscritto un Accordo di Programma nel febbraio 2015 tra Comune e Provincia che, infine, venne ratificato dal Consiglio comunale; da allora, però, il progetto è rimasto chiuso in un cassetto.

Col tempo, Anas e Ater hanno fatto più di un passo indietro, spiegando che non avrebbero potuto sostenere la loro parte di spesa per la realizzazione dell’opera pubblica. D'altra parte, i proprietari di abitazione nei condomìni privati, impossibilitati a sostenere le spese personalmente, di fatto, avevano trovato la quadra immaginando di cedere il premio edificatorio alla ditta incaricata dei lavori; a farla breve, con i fondi della ricostruzione l’impresa avrebbe ricostruito le palazzine e, con risorse proprie, avrebbe realizzato la piazza con le opere di urbanizzazione in cambio di 750 metri quadrati a uso residenziale nella palazzina di via fonte Preturo, entrando in possesso, magari, degli appartamenti lasciati vuoti da coloro che avevano aderito all’acquisto equivalente, e di 500 metri quadrati ad uso commerciale.

Tuttavia, alcuni dei condòmini di via fonte Preturo si misero di traverso, impauriti dall’eventualità di divenire committenti del progetto unitario e, di fatto, hanno impedito l’avvio dei lavori. E così, la convenzione a valle dell’accordo di programma non è stata mai firmata, essendo necessaria l’unanimità. Dunque, i fondi per la ricostruzione - 4.5 milioni vincolati al permesso a costruire che doveva essere rilasciato al momento della firma sulla convenzione stessa - sono rimasti congelati nelle casse dell’Usra.

Ebbene, il consigliere comunale Lelio De Santis - oramai due mesi fa - ha presentato un'interrogazione scritta al sindaco Pierluigi Biondi: nella risposta, il primo cittadino ha assicurato che il progetto sarebbe stato sbloccato con una variante all'accordo di programma; in sostanza, il Comune dell’Aquila dovrebbe accollarsi i costi di realizzazione della piazza per finalità pubbliche, con un investimento di circa 650mila euro. In cambio, i soggetti pubblici e privati cederebbero i terreni a titolo gratuito, così come previsto nel Masterplan.

D’altra parte, le norme introdotte negli anni, di fatto, hanno reso impossibile perseguire la strada tracciata, considerato, tra l’altro, che col Piano Casa l’aumento delle cubature è reso già possibile e, dunque, non rappresenta più una premialità. Anche per questo, l’accollo non è più conveniente per i proprietari.

Non è un mistero, però, che l'assessore all'urbanistica e alla pianificazione Luigi D'Eramo sia piuttosto scettico all'idea di finanziare la realizzazione della piazza con fondi pubblici. Giusto un mese fa, però, in Commissione territorio, il collega di Giunta e di partito, l'assessore Emanuele Imprudente, ha ribadito come l’amministrazione si stia muovendo in questa direzione; le risorse - è stato chiarito innanzi all'assise presieduta da Raffaele Daniele - verrebbero garantite dai fondi per la riqualificazione urbana stanziati dal Governo, un ‘tesoretto’ di 15 milioni di euro che sono parte dei 370 milioni garantiti a finanziamento di opere pubbliche non ancora realizzate.

Tutto risolto, dunque? Mica tanto. Ci sono ancora alcuni nodi da sciogliere: se il Comune dovesse assumere l’onere di realizzare la piazza, è chiaro che la variante di programma dovrebbe far prevalere l’interesse pubblico. E dunque, si sta ragionando sulla realizzazione delle cubature commerciali e direzionali, e pare che l’orientamento prevalente sia di abbandonare il progetto del porticato con le attività affacciate sulla piazza. Altro problema da risolvere attiene alla possibilità che alcuni condòmini decidano di non cedere il terreno: a quel punto, stante il dichiarato interesse pubblico l’Ente potrebbe percorrere la via degli espropri che, tuttavia, andrebbero indennizzati creando, così, una sproporzione con chi, gli stessi terreni, li cederebbe gratuitamente: sul punto, bisognerà intervenire in qualche modo.

Sta di fatto che sono passati due mesi dalla risposta all'interrogazione di Lelio De Santis, un mese dalla riunione della Commissione territorio e tutto tace: per questo, venerdì mattina il capogruppo di 'Cambiare Insieme - IDV' ha convocato una conferenza stampa, alla presenza di alcune tra le sessanta famiglie proprietarie d'abitazione in uno dei due palazzi privati - una quindicina hanno preferito l'acquisto equivalente - chiedendo all'amministrazione di mantenere l'impegno di modificare la convenzione. Altrimenti, molti dei residenti si sono detti pronti ad abbandonare l'idea di tornare a casa, fruendo della possibilità di trasferirsi altrove con l'acquisto di un'altra unità immobiliare.

"Basta col lassismo, con l'inerzia amministrativa, col rimbalzo di responsabilità tra assessorati, tra il sindaco e D'Eramo: la Giunta mantenga gli impegni assunti, e faccia in fretta" l'appello di De Santis; anche perché, "gli uffici comunali hanno già predisposto gli atti per procedere" ha aggiunto uno dei tecnici incaricati, Enzo Saraceni.

Ultima modifica il Domenica, 22 Luglio 2018 23:18

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