Il consiglio dei ministri, su proposta del ministro per gli Affari regionali e le autonomie Erika Stefani e del ministero della Salute, ha deciso di impugnare davanti la Corte costituzionale la legge regionale n. 14 del 18 giugno 2018 - quella sulle indennità aggiuntive alle guardie mediche - approvata dal consiglio regionale dell'Abruzzo.
Il provvedimento, che aveva riattivato e riconosciuto ai medici le indennità stabilite nel contratto integrativo del 2006, era arrivato dopo mesi di polemiche, dopo che la Regione aveva deciso di sospendere le indennità seguendo le indicazioni che arrivarono dalle indagini della guardia di finanza e della procura delle Corte dei conti.
Per risolvere il problema, la Regione aveva fatto ricorso a una legge, che portava peraltro la firma dell'assessore alla Sanità Silvio Paolucci e del capogruppo di FI Lorenzo Sospiri.
Unici a votare No erano stati i Cinque Stelle.
La legge è stata impugnata perché invaderebbe la competenza esclusiva statale in materia di "ordinamento civile", alla quale è riconducibile la contrattazione collettiva, violando in tal modo dell'articolo 117, secondo comma, lett. l), della Costituzione.
Secondo il ministero, la legge lede "lede altresì l'esigenza connessa al precetto costituzionale di eguaglianza di cui all'art. 3, della Costituzione, di garantire l'uniformità, sul territorio nazionale, delle regole fondamentali di diritto che disciplinano i rapporti di lavoro in questione".
Quali conseguenze ha la decisione del governo? Nell'immediato non dovrebbe accadere nulla. La Regione Abruzzo ha detto di essere intenzionata ad andare avanti e a difendersi, se necessario, davanti la Consulta. Le indennità, dunque, per il momento non si fermano.
Paolucci: "M5S vuole bloccare norma"
"Il M5S al governo vuole bocciare la legge con la quale la Regione Abruzzo aveva ovviato al caso indennità" sostiene Paolucci. "Ricordo che dopo l'intervento della Corte dei Conti era necessario ricevere, su questa materia controversa della indennità integrativa della guardia medica, indirizzi precisi e indicazioni chiare da parte del consiglio regionale. Oramai non mi meraviglio più della confusione generale in cui versano alcuni consiglieri regionali dei 5 stelle,che prima in una risoluzione del Consiglio del 2017 chiedono alla Giunta di intraprendere percorsi diversi e trovare tutte le soluzioni possibili, e ora si sfregano le mani per l'impugnativa fatta dal loro governo nazionale. Sul piano giuridico, poi, abbiamo più che sufficienti motivazioni per difendere e garantire nelle sedi di competenza gli obiettivi che ci siamo posti, e che sono in linea con l'articolo 67 dell'Accordo Collettivo Nazionale, ossia consentire prestazioni aggiuntive finalizzate ad una più immediata adeguatezza dell'assistenza e a un minor ricorso all'intervento ospedaliero".
Cinque Stelle: "Lo avevamo detto"
"Aveva ragione il M5S, la legge sulle guardie mediche emanata da Regione Abruzzo è sbagliata ed il Governo è stato costretto ad impugnarla".
A sostenerlo è il consigliere regionale pentastellato Domenico Pettinari, che afferma: "Esattamente il 12 giugno scorso insieme a Sara Marcozzi e Pietro Smargiassi abbiamo denunciato in conferenza stampa che il Pd di Paolucci, con la connivenza di Forza Italia, aveva licenziato in commissione una legge sbagliata, che la Corte dei Conti o il Governo avrebbero sicuramente impugnato. Una rimostranza che avevamo espresso anche in commissione" incalza Pettinari "ma l'assessore Paolucci non volle darci retta. Non è chiaro se la sua sordità è stata dovuta ad un gioco politico allo scaricabarile o dalla presunzione di voler scrivere una legge che non si è in grado di scrivere. Quello che è certo è che oggi i fatti danno ancora una volta ragione al M5S e a pagare l'inefficienza di Regione Abruzzo sono le guardie mediche".
"Eppure la soluzione a questa anomalia noi l'abbiamo esposta più volte. Per annullare la famigerata delibera doveva essere emanata immediatamente una delibera di giunta che revocasse la precedente e autorizzasse le indennità, oppure si doveva emanare una legge che all'interno contenesse la sanatoria delle indennità pregresse ma specificando le motivazioni sul perché queste somme erano erogate. Motivazioni palesi come i servizi aggiuntivi, il trasporto 118, e la copertura di servizio nelle festività", prosegue la nota.
"Altro aspetto che doveva contenere la legge era la revoca della delibera che ha bloccato le indennità e richiesto le precedenti. Ma nulla di tutto questo è presente nella legge. Queste mancanze della norma Paolucci le avevamo provate a colmare noi del M5S con degli emendamenti che ci hanno sistematicamente bocciato, rendendo di fatto la legge impugnabile sia dal Governo che dalla Corte dei Conti - aggiungono i pentastellati - Oggi non è ancora il tempo di darci per vinti. La soluzione c'è: Paolucci e la sua giunta possono emanare una delibera che annulli la famigerata delibera precedente . Speriamo che sull'Assessore abbia la meglio il buon senso. Un atto dovuto alle guardie mediche che non possono pagare l'inefficacia di un provvedimento che forse ha sulle spalle una guerra partitica in cui i medici sono le uniche vittime".