Mercoledì, 12 Settembre 2018 19:41

Ricostruzione, si sta manifestando una 'questione L'Aquila'. Restituzione tasse, governance e precari: il silenzio del Governo. Cgil pronta a mobilitazione

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"La ripresa dopo la pausa estiva non porta le novità sperate. Il timore che la ricostruzione all’Aquila e, in generale, in tutti i comuni del cratere sia una questione che questo governo e questa maggioranza non considerano tra quelle prioritarie, è sempre più concreto e tutte le discussioni parlamentari da quando il governo si è insediato non fanno che confermarlo".

A dirlo è il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci che fa suo l'allarme lanciato ieri dal presidente vicario della Giunta regionale Giovanni Lolli sulle pagine di NewsTown. "In questi giorni si sta decidendo chi sarà il nuovo commissario per i terremoti del 2016/17 ma il vero problema è chi nell'esecutivo seguirà la ricostruzione. Avevamo un modello, quello basato su un sottosegretario alla presidenza del Consiglio che aveva la delega per L'Aquila, l'Emilia e il Centro Italia, che stava funzionando. Vanno prese delle decisioni, le lancette corrono. Mi preoccupa soprattutto la scomparsa del sisma dell'Aquila, finito in un cono d'ombra. Su questo tema c'è davvero un problema serio di rapporto con il governo", le parole di Giovanni Lolli. Che ha fatto due esempi: "Uno è quello delle tasse: a luglio abbiamo incontrato Giancarlo Giorgetti, persona che apprezzo, che ci aveva detto: 'Se ne riparla a settembre'. Settembre è arrivato e la proroga sta per scadere. L'altro esempio è quello del personale. A gennaio non avremo più una parte del personale, perché ogni anno per prolungare i contratti serve una proroga. Per questa, però, c'è bisogno prima di una legge, poi dell'approvazione del Cipe, poi della bollinatura della Corte dei conti. Per fare tutti questi passaggi ci vogliono sei/sette mesi. E siamo fuori tempo massimo. Ho l'impressione che mentre per il nuovo sisma il problema sia soprattutto di decisioni politiche, sul vecchio non c'è niente. L'Aquila è stata dimenticata", l'affondo del presidente vicario che, per la prossima settimana, ha convocato un incontro al quale parteciperanno il sindaco dell'Aqiuila, i sindaci coordinatori delle aree omogenee e i parlamentari abruzzesi.

Sugli stessi problemi torna anche Pierpaolo Pietrucci: "Dalla questione della restituzione delle tasse al personale che opera nella ricostruzione (da gennaio sarà a rischio gran parte del personale tra uffici speciali, Abruzzo Engineering, e cosiddetti precari: questo governo non è stato ancora in grado di assegnare le risorse per il 2019), fino al Cipe che non eroga risorse, si rimandano le soluzioni ai problemi, o semplicemente si fa finta che non esistano. Eppure sappiamo soltanto noi quanto la ricostruzione si regga su equilibri e ingranaggi delicati, che hanno bisogno di cura, risorse, attenzione, tutti elementi che mancano, anche perché si registra l’assenza di una figura che si occupi di queste questioni, a tutto tondo, in maniera sistemica", ha ribadito Pietrucci.

"Non ne voglio fare una questione di schieramento politico, ma credo che ormai sia evidente come una 'questione L’Aquila' si stia manifestando. I rappresentanti territoriali della maggioranza di governo in Parlamento dovrebbero porre con forza questa urgenza e questa priorità, prima che un territorio che evidentemente non ha esaurito la necessità di essere seguito e ascoltato non si ritrovi azzerate da incuria e sottovalutazione le condizioni di crescita e rinascita che si sono tanto faticosamente costruite in questi anni".

Mai più di adesso l’appartenenza territoriale deve prevalere rispetto a quella di partito e di schieramento, "una regola che quando i nostri rappresentanti dopo il sisma, penso a Giovanni Lolli prima e Stefania Pezzopane poi, facevano parte della maggioranza parlamentare, abbiamo sempre applicato senza indugio", ha tenuto a ribadire il consigliere regionale dem.

E a proposito della deputata Pezzopane, giusto ieri ha informato della bocciatura di tutti gli emendamenti presentati in commissione "per allungare ulteriormente i tempi della presentazione dei documenti richiesti alle aziende per la restituzione delle tasse sospese con legge dello Stato nel 2009", attualmente in scadenza al 31 dicembre. "Il tempo corre e la trattativa con la Ue non è nemmeno iniziata. Il governo sfugge al confronto ed è gravissimo il comportamento dei rappresentanti dell'esecutivo in commissione. Ho avuto la netta sensazione, infatti, che non sapessero proprio cosa dire e che quindi abbiano preferito tacere, senza rispondere alle mie richieste di conoscere lo stato dell'arte di questa vicenda", ha dichiarato Pezzopane.

Insomma, i nodi stanno venendo al pettine e dal governo giallo-verde ci si aspetterebbe una maggiore attenzione ai problemi del cratere 2009, per non dire del nuovo cratere, quello 'disegnato' dai terremoti a cavallo tra il 2016 e il 2017.

C'è da risolvere la vicenda della richiesta restituzione delle tasse sospese a seguito del sisma a 320 imprese e persone fisiche, per un totale lordo stimato di oltre 75 milioni di euro; c'è da ricostruire la governance: in attesa di conoscere il nome del commissario straordinario e del sottosegretario di governo che si occuperà dei crateri, vanno nominati responsabili dell'Ufficio speciale per la ricostruzione del cratere - il titolare Paolo Esposito ha lasciato l'incarico oramai più di 4 mesi fa - e dell'Ufficio speciale per la ricostruzione dell'Aquila, con Raniero Fabrizi, sfiduciato dal sindaco Pierluigi Biondi, giunto a scadenza di mandato; vanno prolungati, inoltre, i contratti dei lavoratori della ricostruzione, col rischio concreto che a gennaio gli uffici restino sguarniti e, come non bastasse, è in scadenza anche la Struttura tecnica di missione guidata da Giampiero Marchesi e non è ancora dato sapere se verrà rinnovata. 

Detto in altro modo, nei prossimi mesi i processi di ricostruzione potrebbero arrestarsi, e non possiamo davvero permettercelo. Che qualcuno batta un colpo. 

Ricostruzione bloccata: in assenza di risposte il sindacato pronto alla mobilitazione

La Cgil dell’Aquila torna a denunciare il rischio di un grave stallo nei processi ricostruttivi del sisma 2009.

"Già alcuni mesi fa avevamo denunciato, sulla base dei dati forniti dagli uffici competenti e dal sistema delle casse edili, un significativo rallentamento nella capacità di spesa, corrispondente anche a una riduzione di circa il 20% delle maestranze impegnate nei cantieri della ricostruzione. Avevamo inoltre sottolineato l’eccessiva lentezza della ricostruzione pubblica e il fenomeno del dumping contrattuale a cui ricorrono molte imprese impegnate nei suddetti processi", si legge in una nota firmata dal segretario provinciale Umberto Trasatti, Francesco Marrelli (Fp Cgil) ed Emanuele Verrocchi (Fillea).

"Avevamo altresì posto all’attenzione dei decisori politici e sociali la necessità di interventi normativi urgenti legati a due temi fondamentali: il primo rappresentato dall’urgenza di reintrodurre il DURC per congruità, onde consentire, come accaduto fino a dicembre 2016, di verificare cantiere per cantiere l’indice di congruità per la manodopera, ossia il numero di operai necessari in un cantiere in base all’importo dei lavori. Avevamo anche sottolineato, ancora una volta, la problematica dei dipendenti pubblici impegnati nella filiera della ricostruzione, ovvero i dipendenti dei comuni e degli Uffici Speciali (di cui 128 al Comune dell’Aquila e 72 nei Comuni del cratere) assunti a tempo indeterminato ma sottoposti a una condizione sovrannumeraria che rischia di sfociare, a fine ricostruzione, in un’eventuale dichiarazione di esubero nelle amministrazioni che non potranno riassorbire il personale nei modi e nei tempi previsti dalla vigente normativa".

Non solo. La Cgil ha voluto sottolineare come nei processi ricostruttivi siano impiegati 106 lavoratori contrattualizzati a tempo determinato, 25 assegnati all’USRA, 25 all’USRC e 56 al Comune dell’Aquila "con scadenza contrattuale, derivante da specifiche norme di legge, al 31 dicembre 2018, "termine prorogabile al 31 dicembre 2020 con legge di stabilità 2018".

A tale situazione di incertezza contrattuale "si aggiunge la confusione che si sta generando a seguito della soppressione degli Uffici Territoriali per la Ricostruzione costituiti nei Comuni Capofila delle Aree Omogenee. Nulla però è accaduto da allora nonostante i rischi che avevamo sottolineato. Ieri abbiamo avuto conferma della fondatezza delle nostre preoccupazioni; da un lato i dati della Cassa Edile riferiti all’ultimo semestre (e riguardanti ovviamente i cantieri) che certificano un ulteriore calo degli addetti pari a circa il 15% rispetto allo stesso semestre dello scorso anno. Dall’altro l’incontro che nella giornata di ieri abbiamo avuto con la Struttura Tecnica di Missione e il Titolare degli Uffici Speciali sui temi riguardanti il personale pubblico contrattualizzato nella filiera della ricostruzione. Da questo incontro abbiamo avuto conferma delle criticità da noi riscontrate, con l’aggravante che a breve sono previste le scadenze dei contratti dei titolari della Struttura Tecnica di missione (settembre) e del titolare degli Uffici Speciali della Ricostruzione (ottobre)".

Si aggiunge l’attuale mancanza di un referente politico nominato, ovviamente, dal governo con la responsabilità dei processi ricostruttivi del sisma 2009. "Inutile ribadire - continua la Cgil - come denunciato numerose volte, il grave esodo del personale della ricostruzione che in assenza di soluzioni concrete alle loro problematiche contrattuali e normative ricercano una certezza di continuità lavorativa in altre amministrazioni pubbliche fuori dal sistema ricostruttivo. Quanto sin d’ora descritto determina un naturale rallentamento della ricostruzione che con i problemi e le scadenze delle prossime settimane rischia addirittura di subire un vero e proprio blocco. Abbiamo ricevuto in queste ore la convocazione del tavolo di coordinamento regionale, coordinato dall’on.le Giovanni Lolli, per il giorno lunedì 17 settembre. Auspichiamo la presenza di tutti i parlamentari abruzzesi e di tutte le forze sociali invitate al suddetto incontro con l’obiettivo di definire le azioni a sostegno delle rivendicazioni del territorio per avere in tempi certi e brevi le soluzioni normative e organizzative necessarie a dare nuovo slancio alla ricostruzione pubblica e privata. Come abbiamo sempre sostenuto il governo e il Parlamento devono assumere la ricostruzione del sisma del 2009 come priorità nazionale nell’agire politico quotidiano".

In assenza di risposte certe, la Cgil è pronta a lanciare una mobilitazione generale a sostegno di queste rivendicazioni.

Ultima modifica il Giovedì, 13 Settembre 2018 12:28

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