"La maggioranza di Governo questa notte, nella conversione del Decreto relativo alla ricostruzione del ponte Morandi a Genova, con un colpo di mano ha tolto ai Presidenti delle Regioni, subcommisari al terremoto, il potere di condivisione sui decreti commissariali declassando la loro funzione a un ruolo 'consultivo'. Mentre per Genova giustamente si nomina Commissario il Sindaco della città, per il terremoto si esautorano i Presidenti e i Sindaci dei territori perché di fatto questa impostazione riduce a livello di 'osservatori' anche i Sindaci dei Comuni del cratere che oggi si esprimono nei Comitati della ricostruzione sui decreti in essere".
A denunciarlo sono i presidenti delle Regioni colpite dai terremoti che si sono susseguiti tra l'agosto 2016 e il gennaio 2017 che sottolineano come "la svolta centralista del Governo sia grave e miope perché moltissime scelte della ricostruzione impattano direttamente con norme e leggi di carattere regionale".
La non condivisione dei decreti prima della loro stesura - l'affondo di Giovanni Lolli (Abruzzo), Nicola Zingaretti (Lazio), Katiuscia Marini (Umbria) e Luca Ceriscioli (Marche) - "produrrà sicuramente contenziosi, ricorsi e aumenterà quella confusione burocratica che si dice volere combattere. La ricostruzione si fa nei territori e non a palazzo Chigi: per questo valuteremo un ricorso alla Consulta per verificare la lesione del principio di leale collaborazione tra istituzioni".
Questa impostazione, oltre al rallentamento delle procedure, allontana non poco le sedi decisionali dagli Amministratori locali, dai cittadini, dai professionisti, dagli operatori economici che nei territori pretendono giustamente di essere coinvolti nella fase di ricostruzione dei loro Comuni. "In attesa di essere ricevuti dal Presidente del Consiglio che mai ha accettato la nostra richiesta di un incontro avanzata ormai da tempo", i governatori ieri non hanno partecipato all'incontro con il neo Commissario "anche perché - a causa delle scelte compiute - non si comprende più quale sia il senso e la funzione di questo Comitato", la stoccata.
Mazzocca: "Atto grave e autolesionista"
"La conversione del Decreto Genova, che relega i territori ad un mero ruolo di spettatori, rappresenta un atto grave e autolesionista. Le Regioni e i Comuni vengono volutamente di fatto esautorati; con la nuova stesura della norma verrebbe a mancare la seppur minima possibilità di un doveroso confronto fra istituzioni locali e governo centrale".
Così il Sottosegretario Regionale Mario Mazzocca, Sovrintendente all'Uffico Speciale per la Ricostruzione post sisma 2016/2017, sul tema dalla sua pagina social. "Ritengo inconcepibile e antidemocratico un atteggiamento siffatto che non potrà che alimentare il livello di conflittualità procedurale oltre che allontanare i tempi di soluzione dei vari problemi che attanagliano il settore della ricostruzione. Una piccola e amara riflessione: sembrano passati secoli (non 7 mesi) da quando i fautori del 'Vday' urlavano partecipazione in ogni dove, mentre ora bisbigliano sommessamente solo poche e sconclusionate frasi. Governo 'de no'antri', altro che cambiamento!".
M5S-Lega: "Posizione strumentale e sintomatica della volontà di non collaborare"
"Abbiamo fatto nostre le istanze che giungevano dalle comunità colpite dal terremoto del Centro Italia, da sindaci, presidenti di Regione e cittadini. E stiamo lavorando in commissione per inserirle nel decreto emergenze e sbloccare finalmente la ricostruzione ferma da due anni".
Lo affermano i deputati Patrizia Terzoni del Movimento 5 Stelle e Tullio Patassini della Lega, cofirmatari degli emendamenti agli articoli del decreto Genova che abroga l'obbligo per il Commissario di avere l'intesa con i governatori per emanare le ordinanze. "Abbiamo innanzitutto reso più snella e veloce l'operatività del commissario alla ricostruzione - affermano - che dovrà 'sentire' i presidenti delle Regioni coinvolte senza la necessità, prevista finora, di un'intesa. Una fluidificazione di cui da più parti si sentiva la necessità e che non toglie ai presidenti di Regione la possibilità di rendersi protagonisti del processo attraverso un dialogo costante e costruttivo con il commissario. Apprendere che invece i governatori si ritirano dal confronto e disertano l'incontro previsto in giornata con il commissario ci fa pensare che la loro posizione sia strumentale e sintomatica della non volontà di collaborare con il governo".
"Confidiamo - concludono - che cambino idea e diano finalmente un segnale di unità: governo, maggioranza e commissario sono dalla parte di chi vuole che i comuni del cratere ripartano presto e bene e almeno su questo non dovrebbero esserci divisioni".