Giovedì, 25 Ottobre 2018 17:01

Emendamento per i lavoratori Ripam, USB: "Criticità permangono"

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In queste ore, "stiamo leggendo annunci di soddisfazione da parte del deputato aquilano della Lega Luigi D’Eramo e del Sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi per l’inserimento di un emendamento nel decreto Genova che riguarda i lavoratori della ricostruzione assunti con il concorso Ripam Abruzzo a tempo indeterminato, ma con l’ormai nota assurda scadenza del 2021-2023"; il sindacato USB ha chiesto più volte che venisse studiata una soluzione per garantire a questi lavoratori la certezza del contratto a tempo indeterminato a cui i lavoratori Ripam avevano ed hanno pienamente diritto per il concorso che hanno vinto, "senza scadenze assurde e contrastanti con la natura del contratto come quelle disposte dalla Legge Barca". Ma l’USB ha anche chiesto che "si pensasse ad una soluzione di ampio respiro che cercasse anche e soprattutto di capitalizzare queste risorse che negli anni avranno sviluppato capacità e competenze specifiche nel campo della ricostruzione".

Dunque, innanzi all'emendamento che vede come primo firmatario Carlo Giacometto (FdI), il sindacato ha inteso evidenziare le criticità che ancora permangono. "Se è vero che l’emendamento interviene sulla Legge Barca del 2012 eliminando l’assurda clausola del 2023, è vero anche che per come è scritto incardina definitivamente i lavoratori in una dotazione organica 'ampliata' dei Comuni con i quali sono contrattualizzati, disponendo un incremento definitivo della stessa dotazione organica dei Comuni, mentre con la Legge Barca tale incremento era 'temporaneo' e appunto fino al 2021, ovvero fino al termine della ricostruzione".

Questo in altre parole significa che ad esempio il Comune dell’Aquila si troverà ad avere una dotazione organica allargata di ben 128 lavoratori pagati dallo Stato, oltre alla dotazione organica ordinaria. "Se prendiamo in esame gli altri Comuni del Cratere sismico, vediamo ad esempio che il Comune di Montorio al Vomano si troverà così una dotazione organica allargata di ben 9 lavoratori RIPAM, in un Comune che conta senza di loro solo 32 dipendenti. In pratica, con i dipendenti Ripam la dotazione organica viene allargata del 30%, ovvero un terzo. Un numero enorme, contando inoltre che 7 di 9 sono profili tecnici D e C (architetti/ingegneri), ove allo stato attuale nell’organico di Montorio vi sono solo 2 tecnici profilo D in servizio, numero giusto e commisurato alle esigenze di un Comune di tali dimensioni".

Ma questo non è il caso più eclatante. Altri esempi? "Il Comune di Caporciano, 215 abitanti, con una dotazione organica di 3 dipendenti, si ritroverà ben 8 lavoratori RIPAM. Il Comune di Goriano, 528 abitanti, 1 solo dipendente fisso, 2 dipendenti a scavalco, avrà altri 9 dipendenti Ripam. Inoltre, l’emendamento ha posto già in allarme alcune amministrazioni, le quali di fronte alla dicitura “nella misura corrispondente al personale in servizio al 30 settembre 2018” stanno assumendo l’intenzione di non sostituire il personale andato via e quindi non in servizio alla data del 30 settembre".

Le domande sorgono spontanee: "Fra pochi anni (2023?), terminata la ricostruzione, avremo dei dipendenti pubblici, ingegneri o architetti a spasso nei corridoi dei comuni del cratere? Se questa è la prospettiva, viene forte il sospetto che fra qualche anno si dovrà rimettere nuovamente mano alla Legge Barca e verranno facilmente determinati degli esuberi, gli stessi esuberi che si voleva evitare". Inoltre, si chiede l'USB, "la politica ha un progetto per questi lavoratori, dopo che peraltro avranno speso anni nella ricostruzione e avranno accumulato competenze e professionalità specifiche in questo campo?Ciò che si evince dai passi fatti in questi anni è proprio l’assenza di un progetto: sembra che si navighi a vista, rischiando però così di generare ulteriori danni". E ancora: "Si è tenuto conto che i lavoratori Ripam ex-Uffici Territoriali, ovvero quelli in servizio presso i Comuni del cratere diversi da L’Aquila, si trovano in questo frangente in una 'terra di mezzo' in quanto contrattualizzati con i comuni del cratere ma per legge in servizio presso l’Ufficio Speciale per i Comuni del Cratere (USRC) di Fossa e da quest’ultimo gestiti come personale? Per i lavoratori Ripam contrattualizzati con il Ministero delle Infrastrutture e in servizio presso l’USRC la legge Barca prescrive chiaramente che “alla cessazione delle esigenze della ricostruzione e dello sviluppo del territorio coinvolto nel sisma del 6 aprile 2009, tale personale è assegnato al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per finalità connesse a calamità e ricostruzione.”

Quanto previsto dalla legge Barca è un progetto per i lavoratori, peraltro di buon senso in un paese come il nostro colpito frequentemente da eventi disastrosi. Perché infatti si dovrebbe disperdere le risorse o far perdere senso al loro percorso? "Non era forse il caso di pensare ad una soluzione che inglobasse i lavoratori del cratere sismico in un progetto più ampio esattamente come i lavoratori del MIT in servizio presso l’USRC o l’USRA, magari implementando questa task force per le emergenze già prevista dalla legge Barca, allargando le dotazioni organiche proprio del MIT, che essendo un ente centrale avrebbe sempre modo di destinare queste risorse altamente qualificate a scopi specifici, peraltro in un momento in cui proprio il Governo e vari ministri, da Toninelli a Bonisoli, parlano di enormi carenze di organico tecnico nei ministeri?", si chiede in sostanza l'USB.

"Non è il caso di studiare una soluzione logica, proficua e di buon senso, evitando soluzioni che rischiano solo di generare ulteriori complicazioni e sprechi di risorse, economiche e umane?".

 

Altri lavoratori non ci stanno: "Emendamento va nel senso di ridurre la precarietà, e ottiene un buon risultato"

Ci sono altri lavoratori Ripam, però, che la pensano diversamente. "L'emendamento va nel senso di ridurre la precarietà insita nell'anomalo contratto stipulato, e ottiene un buon risultato", sostengono. "In merito al discorso degli esuberi, per chi lamenta il rischio di una sovrabbondanza di personale in futuro, facciamo notare che, oltre ad essere molti meno i lavoratori rimasti - al Comune dell'Aquila e così negli Utg - è altresì evidente che al termine della ricostruzione il personale potrà essere distaccato e servire comunque le aree della ex ricostruzione e non necessariamente il solo comune contrattualizzante".

Dunque, l'affondo: "Le persone che continuano a lamentarsi, in specie nell'area di Barisciano, forti del loro presunto attivismo politico, inseguono un contratto ministeriale con lo scopo di riavvicinarsi alle loro terre di origine (Taranto, Roma e via discorrendo), pur senza averne titolo. Sono persone che in sostanza parlano a nome dei lavoratori Ex Utr, ma in realtà rappresentano solo se stessi".

Ultima modifica il Venerdì, 26 Ottobre 2018 09:01

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