Mercoledì, 08 Gennaio 2014 10:05

Quando Cialente voleva affidare a Tancredi un incarico da delegato per la ricostruzione

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Pierluigi Tancredi, una delle persone arrestate dalla polizia nell'ambito della nuova tangentopoli che sta scuotendo il Comune dell'Aquila, era stato nominato, da Massimo Cialente, delegato comunale per la ricostruzione del centro storico dell'Aquila.

Era il 19 giugno 2009, non erano passati nemmeno tre mesi dal terremoto del 6 aprile. All'epoca Cialente era al suo primo mandato da sindaco mentre Tancredi sedeva ancora in consiglio comunale, nelle fila della Democrazia cristiana per le autonomie. Precedentemente, negli anni delle legislature di Biagio Tempesta, Tancredi, uomo forte dell'allora Forza Italia, era stato un collettore di cariche pubbliche: assessore alla cultura, presidente dell'Asm, vice presidente del Teatro Stabile.

L'incarico che Cialente stava per affidargli nel giugno 2009 riguardava “attività di supporto e raccordo nell'ambito delle azioni dirette alla salvaguardia del patrimonio artistico”.

La nomina suscitò un vespaio, ci fu una vera e propria ondata di indignazione popolare contro Cialente, il cui cellulare venne sommerso di sms e telefonate. La scelta del sindaco, dissero in molti, era quantomeno inopportuna, sia perché Tancredi non era un tecnico (ha un diploma da ragioniere) sia perché era già finito in indagini e inchieste giudiziarie - alcune delle quali riguardanti anche presunti danni erariali - per fatti risalenti all'epoca in cui era amministratore pubblico.

Travolto dal moto di sdegno cittadino, Cialente fu costretto a tornare sui suoi passi e a revocare la nomina.

Ultima modifica il Mercoledì, 08 Gennaio 2014 17:02

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