Mercoledì, 08 Gennaio 2014 15:06

Tangenti su puntellamenti e Map, Grasso descrive il "sistema radicato"

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La conferenza stampa integrale di Maurilio Grasso Video Roberto Ciuffini

E' durata circa mezz'ora la conferenza stampa organizzata stamane in Questura a seguito degli arresti e degli avvisi di garanzia scattati all'alba, nell'ambito dell'inchiesta sulla corruzione di politici e funzionari pubblici nel post sisma. Di fronte a decine di giornalisti della stampa locale e nazionale, il dirigente della mobile dell'Aquila e vicequestore aggiunto Maurilio Grasso ha fornito i dettagli dell'operazione, che coinvolge per ora otto persone, tra arresti domiciliari e avvisi di garanzia.

"L'indagine è iniziata nel 2012 – spiega Grasso – molte ne sono state fatte e altre ne verranno, al fine di assicurare trasparenza nell'aggiudicazione degli appalti per la ricostruzione". Grasso, che ha ricordato più volte "l'attenzione" della Procura nei riguardi dell'indagine", ha sottolineato come l'inchiesta sia nata da una controversia civile per un problema di pagamenti ancora in atto tra due aziende – la Steda SpA e la Silva Costruzioni – che si erano costituite in Associazione Temporanea di Imprese (Ati) per realizzare i lavori di messa in sicurezza di Palazzo Carli, all'Aquila. Dal contenzioso civile è partita l'attività investigativa, che proseguirà nei prossimi giorni con gli interrogatori di garanzia: "E' emerso un sistema corruttivo, nell'ambito di alcuni casi specifici – ha dichiarato Grasso – ma anche un modus operandi, una prassi. Ma stavolta abbiamo trovato i soldi, le indagini hanno dimostrato la presenza del denaro oggetto di tangenti".

Il sistema. Il presunto sistema permetteva aggiudicazioni di appalti per la messa in sicurezza di edifici pubblici e privati. Le indagini ruotano attorno alla figura di Daniele Lago, 40 anni, amministratore delegato della veneta Steda SpA, che pagava funzionari pubblici per lavorare nella ricostruzione, soprattutto per quanto riguarda i lavori di messa in sicurezza e la costruzione dei Map: "Il sistema era ben radicato", evidenzia Grasso. I fatti sono relativi al biennio 2009-2011 e, sottolinea il capo della mobile, non riguardano il Comune in sé, ma "singoli soggetti che agivano e lavoravano dentro al Comune".

I map come tangenti. Oltre ai noti Pierluigi Tancredi e Vladimiro Placidi, che all'epoca dei fatti erano consigliere comunale di opposizione (Pdl) e assessore comunale alla ricostruzione dei beni culturali, si trovano agli arresti domiciliari anche Daniela Sibilla (dipendente e collaboratrice del consorzio dei beni culturali della provincia di L’Aquila) e Pasqualino Macera (responsabile per il Centro Italia di Mercatone Uno SpA). Secondo gli inquirenti, Daniele Lago consegnò a Pasqualino Macera – indagato per milllantato credito – la somma di 60mila euro con il pretesto di forniture e opere per i Map, al fine di poter ottenere il favore dai funzionari e quindi l'aggiudicazione del lavoro alla Steda. Quest'ultima, insomma, consegnò i soldi a Macera, che millantò successivamente di darli a Sibilla, al fine di ottenere i lavori. In particolare, a saldo di questo accordo, secondo le ipotesi di indagine, furono consegnati a Tancredi cinque moduli abitativi provvisori, dal valore di 40mila euro ciascuno, che poi vennero venduti. In un'altra occasione, invece, furono consegnati a Tancredi e Sibilla circa 10mila euro. La donna, assieme a Placidi e Tancredi, ha creato la Dama Consulting che, secondo gli inquirenti, è una società nata appositamente per utilizzare e veicolare i proventi delle tangenti, sotto forma di consulenza.

L'attività di pressione sui sindaci. Non sarebbe stato solo L'Aquila il raggio d'azione degli indagati. Attività di pressione sarebbe stata svolta nei confronti di alcuni sindaci di comuni del cratere sismico, come Barisciano, Pizzoli e Fagnano. Sarebbero state contattate diverse amministrazioni, al fine di omettere le contestazioni formali nei ritardi dei lavori. Si tentava, insomma, di evitare di far pagare a ditte amiche le penali sui ritardi nei lavori.

grasso2I puntellamenti a Palazzo Carli. Il cardine principale dell'indagine è la messa in sicurezza di Palazzo Carli, sede storica del rettorato dell'Università degli Studi. Come detto, una volta creata l'Ati tra Steda e Silva Costruzioni, Lago faceva pressioni affinché i lavori di puntellamento fossero affidati alla ditta di cui è amministratore delegato. Sempre secondo le forze dell'ordine, Placidi ha ricevuto una somma di 73mila euro + IVA dalla Steda, frutto di un contratto di consulenza tra l'impresa e la Proges, società di cui è socio lo stesso ex assessore. Secondo gli inquirenti quella consulenza era la maschera del pagamento corruttivo.

Il ruolo di Riga. Il nome più importante tra gli indagati è sicuramente quello del vicesindaco Roberto Riga. Secondo la polizia, Lago prometteva a Riga la somma di 30mila euro affinché quest'ultimo potesse intercedere per garantire i lavori di puntellamento dell'aggregato "Alto.ma.c.", su Corso Vittorio Emanuele all'Aquila. In questa vicenda è coinvolto anche Pierluigi Tancredi che, secondo la Polizia, faceva da tramite per la consegna del denaro. In un caso avrebbe ricevuto 10mila euro in contanti, come anticipo. Ad ogni modo, i lavori per quell'aggregato (marzo 2010) non furono affidati alla Steda. Secondo quanto riportato da Repubblica, il giudice per le indagini preliminari Romano Gargarella scrive nell'ordinanza: "L’amministratore della Steda Spa ha riferito che uno degli appalti che gli vennero 'offerti' riguardava quello relativo all’esecuzione delle opere provvisionali di messa in sicurezza di un immobile della dottoressa Sabrina Cicogna, medico presso l’ospedale dell’Aquila. Dalle dichiarazioni del Lago emerge che l’assegnazione di quell’intervento gli venne garantita oltre che da Tancredi, anche da Riga, vicesindaco de L’Aquila". E per far ottenere quell’appalto a Lago fu chiesto di finanziare con un contributo elettorale di 5mila euro il partito politico La Destra, di cui "la Cicogna era esponente locale".

Mario Di Gregorio. L'ex dirigente del settore emergenza sisma del Comune, fino ad oggi dirigente a incarico del settore ricostruzione pubblica, avrebbe contraffatto gli atti relativi alla contabilità della direzione dei lavori di puntellamento per Palazzo Carli, aiutato dal progettista indagato Fabrizio Menestò e da Daniele Lago. La contraffazione sarebbe servita a 'far rientrare' contabilmente uno stato di avanzamento dei lavori per il quale potesse essere pagata la Steda. Di Gregorio e Menestò sono indagati per falso materiale e ideologico, i fatti sarebbero stati commessi nel 2011. Per quanto riguarda l'appropriazione indebita, invece, per i due "la situazione è poco chiara", come ha sottolineato Maurilio Grasso. Si stanno facendo accertamenti riguardo una somma importante (circa 1,2milioni di euro) trasferita attraverso una cessione di credito effettuata dalla Steda alla Banca Popolare di Verona. Un passaggio bancario "assolutamente anomalo", precisa il capo della mobile.

Ultima modifica il Mercoledì, 08 Gennaio 2014 23:58

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