Venerdì, 21 Dicembre 2018 15:00

Tabagismo, in Abruzzo provincia dell'Aquila maglia nera. Asl riapre centri antifumo

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In provincia dell’Aquila si fuma di più rispetto a tutte le altre aree d’Abruzzo.

I fumatori, tra i 18 e 69 anni, sono 21.500, una percentuale del 30,56 %, superiore alla provincia di Teramo (29,83), Pescara (26,31) e Chieti (24.31) oltreché alla media regionale (28,8) e nazionale (26%).

I risultati sono il frutto di un’indagine su un campione di popolazione di oltre 1.000 persone, condotta  dalla Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila, tra il 2014 e il 2017, nell’ambito del sistema di sorveglianza  ‘Passi’.

Autore dello studio, coordinato dalla dottoressa Cristiana Mancini, è il servizio epidemiologia e sanità pubblica  della Asl, diretto dal dottor Enrico Giansante.

L’obiettivo è quello di monitorare il fenomeno e realizzare attività specifiche di prevenzione. L’indagine, condotta con interviste telefoniche, rientra nei programmi di prevenzione sui fattori di rischio relativi  a comportamenti  connessi all’insorgenza delle malattie croniche non trasmissibili.

Una media di 20 sigarette al giorno

Dallo studio emerge che sono dedite alle ‘bionde’ 3 persone su 10  tra i 18 e 69 anni che rappresentano il 31% della popolazione della provincia. Nel territorio, in media, il numero di sigarette fumate al giorno è 13 ma il 27% delle persone succubi del vizio supera le  19 sigarette al giorno.

Tra 25-34 anni abitudine più diffusa

La fascia d’età in cui più alto è il consumo di tabacco è 25-34 anni (43%). Molto elevato è il numero di fumatori anche nella popolazione più giovane. Tra 18 e 24 anni, infatti, la percentuale tocca il 38% e va abbassandosi gradualmente nella fasce anagrafiche successive: è del 35% tra 35-49 anni e si riduce al 23% tra 50-59 anni.

Il profilo del patito di nicotina

Quale l’identikit del fumatore che si può trarre da questi dati? Tracciarlo non è semplice perché varia in base a diversi fattori: genere, età e condizioni socio-economiche. Tuttavia, all’interno della eterogenea platea dei fumatori (estremamente variegata) ricorrono più frequentemente alcuni elementi: il genere maschile, la giovane età, l’etnia straniera e, sempre in senso ampio, una condizione economicamente e culturalmente svantaggiata

Pochi riescono a smettere

All’interno del territorio della Asl provinciale di L’Aquila, sempre tra il 2014 e il 2017, hanno tentato di sconfiggere l’assuefazione alla nicotina 4 fumatori su 10 nei 12 mesi precedenti il sondaggio-intervista della popolazione. L’esito è stato molto negativo a giudicare dai dati: solo l’8% ci riesce (e non del tutto), restando senza sigaretta  per più di 6 mesi.

Riaprono i centri antifumo

Per contrastare il fenomeno del tabagismo la Asl ha già programmato la riapertura dei centri antifumo all’Aquila, Avezzano e Sulmona. I servizi si avvarranno di specialisti affiancati da infermieri e psicologi. La riattivazione dei centri antifumo, per la quale sono già disponibili risorse finanziarie regionali, è prevista nei primi mesi del prossino anno, tra gennaio e febbraio.

I danni all’organismo

Oggi in Italia il tabacco costituisce la prima causa (evitabile) di morte prematura. Nella popolazione dai 30 anni in su il fumo provoca circa 80.000 morti l’anno: il 24% di tutti i decessi tra i maschi e il 7% tra le femmine, con oltre 1 milione di anni di vita potenziale persi. La dipendenza dalla nicotina causa l’insorgenza di numerose patologie croniche, in particolare oncologiche, cardiovascolari e respiratorie, oltre a numerosi altri disturbi.

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