Venerdì, 17 Gennaio 2014 14:01

Cialente: il presidente di una istituzione cittadina è broker della ricostruzione. E vuol fare il Sindaco

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Aveva promesso di scomparire per un po'. Aveva promesso che sarebbe tornato a fare il medico, allontanandosi dalla vita politica. E invece, il sindaco dimissionario Massimo Cialente non perde occasione per rilasciare interviste alla stampa. L'ultima - in ordine di tempo - è andata in onda nella tarda serata di ieri, su La7.

Incalzato da Sandro Ruotolo di 'Servizio Pubblico', Cialente si è lasciato andare ad alcune dichiarazioni molto interessanti. Le dimissioni - formalizzate il 12 gennaio - sono l'ultimo atto d'amore per la città. Una risposta alle parole di Carlo Trigilia che, sottolinea, "mi ha praticamente dimesso il 9 gennaio".

La decisione sarebbe scattata sabato 11 gennaio, al mattino, quando il Tg1 - "la televisione del Governo, è il Governo" - trasmette un servizio che è un vero e proprio attacco alla famiglia Ussorio, "danneggiata dal Comune dell'Aquila".

"Devo salvare l'immagine della città", incalza Cialente. Che poi racconta di un incontro con il sottosegretario Legnini, a qualche ora dagli arresti scattati a seguito dell'inchiesta 'Do ut Des', a cui avrebbe chiesto "regole per la ricostruzione privata. Tra due o tre anni, l'Italia su questa vicenda si interrogherà".
Cialente denuncia la vendita di commesse, per milioni di euro. "Le imprese che hanno fallito, per liberare il cantiere prendono soldi dalle ditte subentranti. Minacciano i condomini, vogliono soldi per andar via, hanno fallito, hanno bloccato la ricostruzione".

Lo sanno tutti, a quanto pare. Come sempre, però, nessuno denuncia.

"Chiedo regole, il Governo non mi ha mai risposto", sospira il sindaco dimissionario. Che poi attacca gli studi professionali, "si sono caricati di troppi incarichi", e alcune imprese, che avrebbero assunto un numero spropositato di commesse rispetto alle loro capacità. Scommettendo, così, su di una ricostruzione lunga.

Si scalda Cialente, al pensiero delle parole di Trigilia. E si lascia andare ad uno sfogo improvviso contro la classe politica del Paese: "Andate a Roma, dalla Cancellieri che non si dimette. La classe politica è quella che mentre si discuteva della Legge sul terremoto ha votato che Ruby era la nipote di Mubarak. Cosa ho da spartire con questa classe politica? E mi si chiede di rispondere delle attività di un consigliere d'opposizione che faceva il broker?"

Poi, la clamorosa denuncia: "C'è il Presidente di una importantissima istituzione di questa città che fa il broker, da anni. E vorrebbe fare anche il sindaco".

Banale, la domanda: di chi sta parlando il sindaco dimissionario? Chi è il broker degli appalti di ricostruzione, presidente di una importante istituzione cittadina, che vorrebbe correre per la carica di primo cittadino? Aspettiamo suggerimenti.

Ultima modifica il Venerdì, 17 Gennaio 2014 14:14

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