Mercoledì, 22 Gennaio 2014 18:12

Porta Barete: dopo gli scavi, verso l'apertura di un cantiere archeologico

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L'archeologa Rosanna Tuteri, responsabile per la soprintendenza archeologica nel cantiere del civico 207 di Via Roma, è soddisfatta:

"Quando hanno estirpato le fondazioni della palazzina è venuta fuori la parte intra muraria dell'antiporta che si vede da via Vicentini e che ci aspettavamo. E' stata documentata e ripulita ed eccola qua. Non è così bella e caratteristica ma è molto presente".

E' da ottobre che la soprintendenza cerca "Porta Barete" nello stesso cantiere dove, dopo l'abbattimento, si dovrebbe ricostruire la palazzina di via Roma 207 la cui odissea sembra invece non avere fine:" Abbiamo trovato anche una parte del piano tra l'antiporta e la Chiesa di Santa Croce - aggiunge la dottoressa Tuteri - e quindi ci siamo convinti che i progetti fatti all'inizio erano giusti, e cioè lavorare su questo sito per portare alla luce quello che ancora rimane".

Proprio in virtù di questi ultimi sviluppi, oggi probabilmente la soprintendenza archeologica terrà un sopralluogo per capire se aprire un vero e proprio cantiere archeologico, accanto a quello edile in corso.

Finora, infatti, i lavori sono andati avanti con un solo archeologo sul posto che monitorava i lavori del consorzio SM Costruzione, incaricato di ricostruire il civico 207 (con un progetto già finanziato), ma che sta anche collaborando con la soprintendenza proprio per capire cosa c'è esattamente sotto terra, ripulendo anche la parte intorno le mura, cosa non prevista per il lavoro di ricostruzione in sé.

Se si dovesse aprire il cantiere archeologico le cose si complicherebbero. La palazzina infatti si trovava a circa quatto metri dalla mura ed è difficile pensare che i lavori di un cantiere non interferiscano con quelli dell'altro.

Insomma, si sta per determinare una condizione di stallo che si sommerebbe alla confusione generale che regna tra Via Vicentini, il terrapieno di via Roma e viale Corrado IV.

Su tutto incombe la possibilità di un vincolo archeologico, l'unico strumento che potrebbe bloccare l'impresa edile nella ricostruzione del civico 207 e portare, paradossalmente, al nuovo abbattimento di parti di città appena ricostruite.

Senza il vincolo, invece, come questo giornale ha più volte raccontanto, per legge non si potrebbe procedere alla sostituzione edilizia a meno che i proprietari non siano d'accordo come previsto nel piano di ricostruzione (che ricalca lo slogan "com'era dov'era"). E nel caso del civico 207, i proprietari sono tutti contrari alla sostituzione.

Non solo: anche l'edifico appena ricostruito tra Via XX Settembre e l'arco di Santa Croce potrebbe essere riabbattuto in virtù dello stesso vincolo archeologico, così come il muro di contenimento del terrapieno di via Roma in costruzione proprio in questi giorni dopo una breve pausa chiesta dall'amministrazione (guarda il video sopra).

Tutti progetti già finanziati per cui quindi si prospetterebbe, per lo meno, uno spreco di denaro pubblico.

D'altra parte, la tutela delle mura antiche della città e il progetto di riqualificazione di Porta Barete di Monsignor Antonini, noto soprattutto attraverso uno spot video in cui però non si tiene conto delle quote e delle reali distanze tra gli elementi.
Antonini ad esempio "salverebbe" il civico 207 nel suo disegno, cosa che però appare parecchio ardua volendo perseguire la via della tutela archeologica. Per i progettisti, riprogettare il palazzo anche qualche metro più in là sarebbe molto problematico se non impossibile per mancanza di spazio e non solo.

Sul vincolo però la dottoressa Tuteri non si sbilancia: "I lavori - riassume l'archeologa - li sta finanziando anche la Direzione regionale dei Beni culturali e paesaggistici. Noi come soprintendenza archeologica stiamo conducendo l'intervento. Per il vincolo, il primo parere è proprio quello della soprintendenza archeologica, anche se in ultima istanza è la soprintendenza regionale a decidere, sentita quella archeologica e quella architettonica".

"E' importante il fatto che si faccia archeologia preventiva all'Aquila", sottolinea Tuteri. "Una serie di ristrutturazioni, demolizioni e ricostruzioni potrebbero con un minimo intervento avere il valore aggiunto della conoscenza dell'esistenza".

Porta Barete - conclude l'archeologa - è un caso conosciuto ma ci son molti altri interventi che son studiati e indagati archeologicamente".

Ma le contraddizioni non mancano: i condomini dopo cinque anni da sfollati e con un progetto finalmente approvato, chiedono si rispetti il diritto ad una ricostruzione veloce. Il tutto dopo esser venuti a sapere dei progetti su Porta Barete all'improvviso la scorsa estate, direttamente dalla stampa.

Altro nodo da sciogliere è proprio quello relativo la riqualificazione delle mura lungo la loro estensione. Siamo sicuri che il medesimo discorso che si sta facendo per Porta Barete e il Civico 207 di via Roma possa essere ripetuto per tutti gli altri casi, e a che prezzo?

Terzo, L'Aquila è una città che ha subito molti cambiamenti urbanistici funzionali alla città moderna e alla sua viabilità. Tutela delle mura e progetto di Antonini a parte, in tal senso non è chiaro quale sia l'idea dell'amministrazione sull'intera area.

Ultima modifica il Giovedì, 23 Gennaio 2014 11:02

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