Sabato, 30 Marzo 2019 10:22

Decennale, Cicchetti (Ance): "Modello L'Aquila ha funzionato". Ma servono ancora "fondi, personale e procedure semplificatorie per la ricostruzione pubblica"

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"Al netto di alcune disarticolazioni, di alcune storture di troppo, credo che il modello L'Aquila - frutto di continue mediazioni istituzionali e di relazioni interdisciplinari - abbia funzionato; credo davvero che la ricostruzione del cratere possa considerarsi una eccellenza nazionale, sotto soglia fisiologica per ciò che attiene le infiltrazioni malavitose, sotto soglia fisiologica per infortuni sul lavoro. Ritengo sia stato un decennio positivo".

A dirlo è Adolfo Cicchetti, presidente di Ance L'Aquila, che traccia un bilancio a pochi giorni dal decennale del sisma del 6 aprile 2009. Lanciando un monito, però: "Se si volesse traslare ciò che accade in un cantiere sui processi di ricostruzione, sappiamo bene che la 'coda' è spesso il momento più difficile anche se dovrebbe essere quello più veloce: cala l'attenzione, si pensa che oramai il più è fatto e invece non è così. Finalmente, l'architettura generale della governance è stata ricomposta: i nuovi titolari degli uffici speciali, Salvo Provenzano (Usra) e Raffaello Fico (Usrc) stanno incidendo in modo positivo; ora abbiamo bisogno di risposte dal governo centrale: serve personale e, per ciò che attiene la ricostruzione pubblica, procedure semplificatorie".

E poi, c'è la questione aperta sui fondi necessari a completare la ricostruzione dell'Aquila e del cratere. "Stiamo ancora impegnando le risorse garantite al cratere con la Legge di Stabilità 2015, e non riusciremo a spendere tutto entro il 2020: dunque, serve una proroga per l'utilizzo dei fondi oltre i termini che erano stati stabiliti e, ai 2 miliardi che restano, vanno aggiunti ulteriori 2 miliardi per completare la ricostruzione. I tempi sono strettissimi: serve una risposta virtuosa del Governo".

Cicchetti non nasconde le difficoltà che stanno vivendo le imprese: "Soltanto nell'ultimo anno, abbiamo subito una perdita di posti di lavoro notevole nel cratere, almeno mille unità, e sappiamo di imprese in difficoltà; paradossale, nel cantiere più grande d'Europa". Cosa chiedono i costruttori? "Innanzitutto, un universo temporale che non sia eccessivamente lungo per i pagamenti, ed in particolare per i sal (stati d'avanzamento dei lavori, ndr) finali; poi, procedure che siano volte alla tutela dell'appaltatore, anche nei confronti del committente e dei subappaltatori. La filiera va protetta, e soprattutto l'appaltatore che ne è il cardine". Senza dimenticare la richiesta di restituzione delle tasse non versate a seguito del terremoto, una questione che riguarda 350 persone giuridiche, e molte sono le imprese edili, per un ammontare che supera i 75 milioni di euro: "E' un argomento sopito, al momento, ma che cova sotto la cenere; d'altra parte, sta per scadere l'ennesima proroga concessa. In questi anni, siamo andati avanti di proroga in proroga senza che sia stata affrontata la questione con l'Europa: speriamo che insediato il nuovo Parlamento europeo, dopo le elezioni di maggio, si possa finalmente avviare una interlocuzione che vada nel senso auspicato dal territorio".

Oltre all'impasse della ricostruzione pubblica, sul tavolo c'è il tema degli aggregati privati non ancora costituiti, sarebbero 700 circa nel Comune dell'Aquila: "è accaduto in altri centri minori che aggregati non costituiti in consorzio siano stati commissariati; immagino si dovrà procedere in questo senso anche a L'Aquila: ove i proprietari non siano riusciti a costituirsi in consorzio occorrerà avviare la procedura commissariale".

Ultima modifica il Sabato, 30 Marzo 2019 11:23

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