Martedì, 02 Aprile 2019 22:08

Decennale, Fabrizi: "Ancora dieci anni per la ricostruzione pubblica"

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La ricostruzione pubblica nelle zone del terremoto de L'Aquila, a dieci anni dal sisma, procede troppo a rilento e potrebbero servire almeno altri dieci anni per ultimarla.

Lo ha dichiarato l'assessore alla ricostruzione del Comune dell'Aquila, Vittorio Fabrizi, già dirigente del settore, durante il convegno "L'Aquila, dieci anni dopo il terremoto", promossa dall’Ordine degli Architetti di Roma, presso la Casa dell'Architettura, a cui hanno preso parte, tra gli altri, il sottosegretario ai Beni culturali Gianluca Vacca, il soprintendente speciale per le aree colpite dal sisma dell'agosto 2016 Paolo Iannelli oltre al presidente dell'Ordine degli Architetti di Roma Flavio Mangione.

L'evento ha rappresentato un confronto trasversale tra luoghi, esperienze, settori e professionalità. "Per la ricostruzione privata, che potrà concludersi tra 4 o 5 anni, c'è un fabbisogno di oltre un miliardo e 800mila euro. Sulla pubblica, che potrebbe richiedere dieci anni ancora, il discorso invece è complesso e bisogna lavorare sulle normative", ha spiegato Fabrizi.

D'altra parte, come evidenziato dai responsabili dei due uffici speciali, Salvo Provenzano per la ricostruzione dell'Aquila (Usra) e Raffaello Fico per la ricotruzione dei comuni del cratere, occorrono complessivamente nuove risorse per 6 miliardi di euro.

L'istanza, accompagnata dalla richiesta di snellimento burocratico per spendere i fondi già stanziati in scadenza nel 2020, è stata formulata al sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega alla ricostruzione Vito Crimi. "C'è ancora molto da fare per quanto riguarda la ricostruzione - ha riconosciuto il sottosegretario Gianluca Vacca - Quella privata è andata avanti più velocemente rispetto alla pubblica. Le cause sono dovute al caos normativo, alla carenza di personale negli uffici e alla troppa burocrazia, che rallenta tutto. Il nostro obiettivo è quello di semplificare la normativa, dotare le strutture di personale, ma anche ricostruire il tessuto sociale. Per questo, abbiamo previsto una serie di iniziative culturali per mettere in rete i siti recuperati e valorizzare le bellezze architettoniche e museali restaurate". Il soprintendente speciale per le aree colpite dal sisma dell'agosto 2016, Paolo Iannelli, ha sottolineato che L'Aquila rappresenta comunque un esempio "per l'approccio di riferimento con gli edifici culturali, che rende compatibile un modello di sicurezza con quello di tutela". 

Ultima modifica il Martedì, 02 Aprile 2019 23:10

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