Si è riunita stamane, su impulso del consigliere Giustino Masciocco (Art. 1), la Commissione Territorio presieduta da Luca Rocci che ha fatto il punto sullo stato dell’arte della ricostruzione privata; sono stati auditi l’assessore delegato Vittorio Fabrizi, il dirigente del settore, l’architetto Roberto Evangelisti, e il titolare dell’Ufficio speciale per la ricostruzione dell’Aquila Salvo Provenzano.
Partiamo dalla fine: dopo aver illustrato lo stato d’istruttoria delle pratiche, Provenzano ha ribadito che si stima possa concludersi entro la fine del 2021 il lavoro dell’ufficio (eccezion fatta per gli aggregati che andranno commissariati); dunque, verosimilmente gli ultimi cantieri ‘chiuderanno’ nel giro di qualche anno, tra il 2023 e il 2024.
A dare la ‘cornice’ è stato l’assessore Fabrizi: “la riunione di oggi è importante e, anzi, inviterei il presidente Rocci a convocare la Commissione ogni sei mesi. La ricostruzione privata è una rappresentazione corale – ha spiegato Fabrizi – con diversi attori in scena che debbono recitare la loro parte; amministrazioni, imprese, professionisti, presidenti di consorzio e così via: ciascuno determina il successo dei processi. Ebbene, possiamo dire che i risultati ottenuti sono positivi: si poteva fare meglio e di più, ma si poteva fare anche peggio” ha sottolineato Fabrizi che, prima della nomina ad assessore, era stato dirigente del settore ricostruzione privata.
“Tra ordinanze, decreti commissariali, circolari, determine dirigenziali, circolari del Comune, decreti e circolari dell’Usra e dell’Usrc, pareri legali, la ricostruzione è un processo assolutamente complicato”, ha aggiunto l'assessore; “mi auguro che l’esperienza che abbiamo maturato a L’Aquila possa costituire la base per un corpo di norme che potranno essere utili per future necessità”.
Fabrizi ha inteso motivare anche alcune scelte assunte negli ultimi mesi, ed in particolare la modifica del cronoprogramma di ricostruzione delle frazioni dando priorità alle prime abitazioni superando la logica dei comparti: “modificare in corso alcuni provvedimenti non significa rinnegare quanto fatto in precedenza piuttosto prendere atto che le esigenze mutano ed è necessario intervenire continuamente per dare risposte ai cittadini. La modifica del cronoprogramma si è resa necessaria poiché si era creato uno scollamento tra le previsioni, anche se studiate in modo puntuale, e l’effettiva istruttoria delle pratiche: andava necessariamente ricucita. Così come è urgente intervenire con i commissariamenti, su quegli aggregati rimasti fermi per disinteresse dei proprietari o per problemi di altra natura”.
In questo senso, il dirigente Evangelisti ha spiegato che le procedure sono state avviate: si è chiuso il bando per raccogliere le manifestazioni d’interesse, si stanno verificando i requisiti in capo a coloro che hanno fatto richiesta e, subito dopo, si procederà con l’estrazione per i primi commissariamenti. Al momento, sono 46 i consorzi costituiti che non hanno presentato alcun progetto, 80 le pratiche ferme istruite con la vecchia procedura, 302 le pratiche che denunciano ritardi fino a 1200 giorni nella presentazione della scheda parametrica parte II, oltre ad una quindicina di consorzi che hanno chiesto spontaneamente il commissariamento.
“Paragonata ad altre ricostruzioni private, quella dell’Aquila ha buoni numeri” ha concluso Fabrizi, passando la parola a Provenzano; “abbiamo ancora tanto da fare, ma non ci manca il tempo e gli strumenti per farlo”.
E dunque, i ‘numeri’ della ricostruzione privata illustrati dal titolare dell’Ufficio speciale che si è insediato giusto 6 mesi fa, il 18 febbraio 2019. “Siamo al 76% della ricostruzione privata; il numero è dedotto dal parametro che riteniamo più significativo: il dato sui fondi concessi fino ad oggi rispetto al costo totale della ricostruzione. Evidentemente si tratta di un dato mediato: se la ricostruzione privata nel centro storico dell’Aquila e nelle periferie ha raggiunto percentuali importanti, nelle frazioni siamo ancora indietro”.
Come funziona il processo? Una prima fase prevede la presentazione della scheda parametrica parte I: l’Usra istruisce la pratica e determina il contributo massimo concedibile; a quel punto, i tecnici hanno 90 giorni di tempo per presentare la scheda parametrica parte II: a valle della istruttoria, viene determinato l’effettivo contributo e possono avviarsi i lavori.
E dunque, per ciò che attiene il centro storico del capoluogo sono state presentate 380 sp1: ne sono state istruite 371, 9 sono ancora indietro essendo state presentate nel luglio scorso (3 sono in istruttoria, 1 è stata assegnata e 5 restano da assegnare); “compatibilmente con le attività in corso e con il cronoprogramma – ha chiarito Provenzano – le istruiremo nelle prossime settimane”. Insomma, siamo in una fase avanzatissima.
Stando ai centri storici delle 13 frazioni con livello di danneggiamento maggiore, quelle, per intenderci, che hanno avuto la priorità, le sp1 presentate sono 618, di cui 552 istruite e 66 da istruire (60 in istruttoria). In particolare, Arischia è al 77% di pratiche istruite, Bagno Grande e Ripa al 93%, Bazzano al 91%, Camarda all’81%, Civita di Bagno ha raggiunto il 100%, Colle di Roio il 90%, Onna il 98%, Paganica il 92%, Roio Piano il 100%, Roio Poggio il 91%, San Gregorio il 91%, Santa Rufina il 100% così come Tempera.
Più indietro le frazioni con livello di danneggiamento minore: su un totale di 170 pratiche presentate, infatti, ne sono state istruite 56 (il 33%).
Passando alle schede parametriche parte II, per il centro storico del capoluogo sono state richieste ai tecnici 367 istanze: ne sono state presentate 309, di cui 286 istruite e 23 da istruire (21 sono in istruttoria). Siamo al 92%. Ne mancano all’appello 58, di cui 55 hanno superato (alcune abbondantemente) il limite dei 90 giorni imposto dalle norme. Per i centri storici delle frazioni, invece, su 637 istanze richieste ne sono state presentate 313, di cui 220 istruite e 93 ancora da istruire (89 sono in istruttoria). Siamo al 70%. Ne mancano all’appello 321, di cui 261 hanno superato il limite temporale per la presentazione.
In questi numeri non sono ricompresi gli aggregati ancora da costituire, “ma il loro numero è marginale rispetto alle valutazioni che stiamo facendo” ha spiegato Provenzano. Che è tornato sulle recenti novità introdotte dalla Giunta comunale: “il nuovo cronoprogramma nasce da esigenze mutate: nelle frazioni, come sapete, ci sono problemi di titolarità, questioni di successione, di proprietà indivise che rallentano i processi; pertanto, l’intuizione è stata di accelerare sugli aggregati con prime abitazioni, laddove il consorzio è costituito con almeno il 51% delle superfici, anche se, magari, gli stessi figurano in comparti che erano più indietro rispetto ad altri”. E’ chiaro che, in questo modo, non si risolvono tutti i problemi, quelli, in particolare, di coloro che hanno una prima abitazione in un aggregato dove non si riesce a raggiungere il 51% per costituire il consorzio: “tuttavia – ha spiegato Provenzano – nel rispetto delle norme proviamo a risolvere i problemi, magari riperimetrando l’aggregato così da determinare maggioranze che permettano l’avvio dei lavori”.
Come si evince dai dati fin qui analizzati, il problema resta la mancata presentazione della scheda parametrica parte II nei termini dei 90 giorni stabiliti: “non li rispetta praticamente nessuno”, ha ribadito sconsolato il titolare dell’Usra; “purtroppo, non possiamo introdurre penali economiche. Ci abbiamo provato, ma l’avvocatura distrettuale ha chiarito che non possiamo farlo. E’ necessario un intervento normativo: abbiamo provato inutilmente, in questi anni, a far passare un emendamento in questo senso. Intanto, abbiamo introdotto, almeno, la dilazione del pagamento delle parcelle dei tecnici per chi non dovesse presentare le sp2 nei tempi dati”.
Infine, Provenzano si è concentrato su alcune innovazioni normative introdotte in questi sei mesi. La prima attiene alle pratiche derivanti dalla vecchia procedura: “si tratta di pratiche complicatissime da istruire per mille ragioni; dopo aver fatto ‘pulizia’, 95 sono andate ad istruttoria; ne restano da avviare 78. Ebbene, con l’avviso pubblico n. 1/2019 abbiamo dato tempo 30 giorni per aderire ad una procedura che consente, a seguito delle necessarie verifiche amministrative, la determinazione del contributo concedibile sulla base di una istruttoria speditiva volta a determinare il livello di danno e la consistenza delle superfici. Hanno aderito 23 pratiche. Per le 55 che restano, è stato già notificato che in assenza di ulteriore riscontro si darà seguito alla definitiva archiviazione del fascicolo, lasciando comunque la possibilità di ripresentare la pratica con le procedure di cui alla scheda parametrica”.
L’altra innovazione introdotta è il decreto 15 del 7 agosto 2019: “in sostanza, riconosciamo una maggiorazione al contributo base per eventuali difficoltà di cantierizzazione, in particolare nei centri storici delle frazioni; non solo, riconosciamo in anticipazione, per gli immobili ubicati all’interno dei centri storici del capoluogo e delle frazioni, il 50% delle spese per le indagini Geo-Stru, già eseguite in sede di presentazione della sp1”.