Mercoledì, 16 Ottobre 2019 12:55

Ricostruzione, Giunta sblocca il progetto di riqualificazione di via XX settembre

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Si sblocca finalmente il progetto unitario volto a riqualificare l'area compresa tra via XX settembre, il quartiere Banca d'Italia e la zona Belvedere

Come annunciato dall'assessore all'urbanistica Daniele Ferella, ospite della trasmissione Polis su laQtv, la Giunta comunale ha approvato la delibera 439 che attua il piano di ricostruzione con la modifica parziale dell'accordo di programma che era stato sottoscritto a febbraio 2015.

In sostanza, l'amministrazione si farà carico della realizzazione e delle opere di urbanizzazione della piazza che sta al centro del progetto unitario e che, nelle intenzioni, dovrà riqualificare l'intero quartiere.

Un passo indietro.

Era l’11 marzo 2014 e la Giunta comunale recepiva la proposta di deliberazione presentata dall’allora assessore alla ricostruzione Pietro Di Stefano che prevedeva un progetto unitario, tra privati cittadini e amministrazione comunale, volto a riqualificare l’area compresa tra via XX settembre, il quartiere Banca d’Italia e la zona ‘Belvedere’.

Il Piano di Ricostruzione, che era stato approvato dal Consiglio comunale alla fine di agosto 2012, individuava tre ambiti di intervento: l'Ambito A, relativo alla città storica, l'Ambito B, relativo alle cosiddette "aree a breve" e l'Ambito C, delle "aree di frontiera". Ebbene, nell'Ambito B il Piano promuoveva la realizzazione di progetti di riqualificazione urbanistica, con la partecipazione dei cittadini, individuando progetti di ricostruzione unitaria, tra i quali - appunto - via XX settembre, Santa Croce, Piazza della Lauretana, Porta Leone e Sant'Andrea - Campo di Fossa. Dunque, era stato emanato un avviso pubblico per stimolare una proposta di progetto unitario, in forma coordinata fra uffici comunali e cittadini proponenti, che aveva portato alla definizione del progetto e che, in sostanza, prevedeva la riqualificazione edilizia e urbana di una superficie di 9mila e 53 metri quadri, sulla quale - prima del terremoto - insistevano quattro edifici, due di proprietà privata, uno di proprietà Ater a destinazione residenziale e uno, appartenente all'Anas, con destinazione direzionale.

La riqualificazione – venne spiegato – sarebbe stata attuata mediante demolizione e ricostruzione dei quattro edifici e l'inserimento di destinazioni d'uso commerciali al piano terra, con affaccio su una piazza centrale attrezzata, che ambiva a diventare l'elemento di centralità del quartiere, con aree verdi e accessi fruibili da più punti dello stesso. La proposta progettuale comportava un miglioramento architettonico, infrastrutturale e compositivo, assumendo pertanto un valore strategico.

Sulla base della normativa regionale in materia, venne quindi sottoscritto un Accordo di Programma nel febbraio 2015 tra Comune e Provincia che, infine, venne ratificato dal Consiglio comunale.

In sostanza, il progetto prevedeva l’abbattimento e ricostruzione, con canoni estetici architettonici più attuali, dei condomìni privati di via Fonte Preturo – uno dei simboli del post terremoto [in foto] - e via Castiglione, della palazzina al civico 123, ridotta in macerie dal sisma, e del palazzo Anas, già abbattuto anni fa; tra i palazzi, era prevista una piazza da 2mila metri quadrati, con portici di locali commerciali e direzionali. I quattro soggetti attuatori – i privati, Ater e Anas – avrebbero ceduto il terreno su cui realizzare la piazza a titolo gratuito, in cambio dei premi di cubatura. I costi di realizzazione del 'masterplan' sarebbero stati a carico dei privati.

L’accordo venne sottoscritto a queste condizioni.

Se non fosse che Anas e Ater, col tempo, hanno fatto più di un passo indietro, spiegando che non avrebbero potuto sostenere la loro parte di spesa per la realizzazione dell’opera pubblica. Non solo. I proprietari di abitazione nei condomìni privati, impossibilitati a sostenere le spese personalmente, di fatto, avevano trovato la quadra immaginando di cedere il premio edificatorio alla ditta incaricata dei lavori; a farla breve, con i fondi della ricostruzione l’impresa avrebbe ricostruito le palazzine e, con risorse proprie, avrebbe realizzato la piazza con le opere di urbanizzazione in cambio di 750 metri quadrati a uso residenziale nella palazzina di via fonte Preturo, entrando in possesso, magari, degli appartamenti lasciati vuoti da coloro che avevano aderito all’acquisto equivalente, e di 500 metri quadrati ad uso commerciale.

Come non bastassero i problemi avuti con l’impresa cui erano stati affidati inizialmente i lavori, il consorzio Intedi di Roma cui l’incarico è stato revocato nell’ottobre 2015 non essendo stata presentata la fideiussione bancaria richiesta, alcuni dei condòmini di via fonte Preturo si erano messi di traverso, impauriti dall’eventualità di divenire committenti del progetto unitario e, così, impedirono l’avvio dei lavori. Dunque, i fondi per la ricostruzione - 4.5 milioni vincolati al permesso a costruire che doveva essere rilasciato al momento della firma sulla convenzione stessa - sono rimasti congelati nelle casse dell’Usra.

Come si procederà, dunque?

Il Comune dell’Aquila si accollerà i costi di realizzazione della piazza per finalità pubbliche; in cambio, i soggetti pubblici e privati cederanno i terreni a titolo gratuito, così come previsto nel Masterplan; a quel punto, l’Ater ricostruirà la sua palazzina riunendovi gli inquilini che, fino al 6 aprile 2009, erano assegnatari, in realtà, di appartamenti locati anche in altri edifici che insistono in zona, l’Anas farà lo stesso e così i condomìni privati con i fondi già stanziati per la ricostruzione. D’altra parte, le norme introdotte negli anni, di fatto, hanno reso impossibile perseguire la strada che era stata tracciata, considerato, tra l’altro, che col Piano Casa l’aumento delle cubature è reso già possibile e, dunque, non rappresenta più una premialità. Anche per questo, l’accollo non era più conveniente per i proprietari.

Leggiamo dalla delibera di Giunta: "L’Amministrazione Comunale ha preso atto delle nuove condizioni del contesto di intervento e, al fine garantire il perseguimento dell’interesse pubblico atteso dall’accordo, si è indotta a valutare l’esecuzione, a propria cura e spese, delle opere di urbanizzazione necessarie alla realizzazione della piazza, fermi restando i rimanenti oneri in capo agli attuatori, quali principalmente: l’invarianza dell’impianto planimetrico complessivo, la cessione a titolo gratuito al Comune delle aree di insistenza della piazza progettata, l’accorpamento delle proprietà Ater in un unico stabile e la realizzazione delle superfici commerciali che completeranno il nuovo spazio pubblico".

Il progetto unitario è sorretto da un interesse pubblico che trova compimento nella realizzazione di uno spazio pubblico di qualità, nel diradamento insediativo, nella dotazione di esercizi di vicinato in un quartiere esclusivamente residenziale (i primi servizi pubblici sono nel centro storico o in zona Pile), nell’arretramento del fronte su via XX settembre con spazi di sosta (anche autobus) e miglioramento dell’imbocco di via Castiglione, nell’accorpamento delle proprietà ATER, con la riqualificazione edilizia e l’integrazione delle soluzioni architettoniche, nella realizzazione di parcheggi pertinenziali, nel collegamento pedonale con il soprastante quartiere Banca d’Italia, nell’incremento di valore delle nuove abitazioni di proprietà comunale che troveranno collocazione nei nuovi edifici condominiali.

Ultima modifica il Mercoledì, 16 Ottobre 2019 13:41

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