Lunedì, 10 Marzo 2014 23:12

Case popolari di San Gregorio, Marulli: "Certezze per il futuro"

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Chiedevano risposte.

Era stato fissato per il pomeriggio di ieri un incontro tra le famiglie residenti nelle case popolari di San Gregorio e l'amministrazione comunale. E invece, l'assessore alla ricostruzione Pietro Di Stefano e il primo cittadino Massimo Cialente non hanno ricevuto la delegazione composta dall'avvocata Carlotta Ludovici, dal segretario dell'Ugl Piero Peretti e dal segretario provinciale di Assocasa, Franco Marulli. Che a NewsTown esprime "profondo disappunto".

"A quanto pare - spiega - c'è stato un disguido tra le segreterie e, vista la complessità dell'argomento, l'incontro è stato rimandato alla settimana prossima. Sarebbe bastata una telefonata per avvertici, e invece...". Eppure, gli abitanti delle case di San Gregorio meriterebbero delle risposte. E in fretta.

Si sono incontrati domenica, per decidere come proseguire una battaglia che conducono - oramai - da quasi 5 anni. "Subito dopo il terremoto - sottolinea Marulli - siamo stati ospitati nelle tendopoli e negli alberghi. Poi, i tecnici hanno certificato l'agibilità delle nostre abitazioni e, dunque, siamo tornati a casa. Al contrario, il plesso centrale - dove vivevano 80 famiglie - è stato classificato 'E' e gli affittuari sono stati dislocati negli alloggi del progetto C.a.s.e. Se non fosse che - tempo dopo - a nuova verifica, alcune abitazioni sono state classificate 'A con lavori', altre 'B' e 'C'".

Sono passati anni e i cittadini vivono ancora in abitazioni non agibili. Visibili le crepe e le spaccature che - incalza Marulli - "creano dei disagi anche psicologici". Pensare che le abitazioni del plesso classificato 'E' non sono state neppure poste in sicurezza. Un pericolo per l'incolumità delle famiglie: "L'amministrazione non ha più inteso occuparsi delle case popolari di San Gregorio. A distanza di anni, continuiamo a vivere in case inagibili senza certezze per il futuro. Per questo, con l'assistenza legale dell'avvocata Ludovici, abbiamo presentato un esposto in Procura per l'indifferenza del Comune dell'Aquila nei riguardi delle precarie condizioni strutturali in cui versano gli alloggi e il plesso".

Non solo. Le famiglie si sono viste recapitare lettere di morosità per gli affitti arretrati non versati. Con la minaccia di sfratti: "Pagheremo solo quando il Comune, proprietario del plesso, assumerà l'onore dei lavori di messa in sicurezza e ricostruzione delle abitazioni". Tra l'altro, le cifre richieste - spiega il segretario di Assocasa - "non tengono conto che alcune situazioni economiche, in questi anni, sono cambiate. Ricordo che l'affitto da versare viene calcolato in base alla dichiarazione dei redditi delle famiglie assegnatarie: negli anni, in molti hanno perso il lavoro. Altri sono finiti in cassa integrazione. Il canone richiesto, però, non è stato in alcun modo adeguato".

I pagamenti si riferiscono anche al 2009, quando le famiglie erano ospitate in tendopoli o negli alberghi.

Al Comune dell'Aquila, gli abitanti delle case popolari di San Gregorio chiedono certezze per il futuro. La paura è che dietro la 'latitanza' dell'amministrazione possa nascondersi altro: "Il problema è politico", sottolinea Marulli. "Non ci sono mai state fornite delle risposte, delle spiegazioni. Non vorrei che si stia tergiversando per non ricostruire gli alloggi popolari e trasferire, in futuro, le famiglie negli alloggi del progetto C.a.s.e. Non abbiamo alcuna intenzione però di spostarci altrove".

Evidentemente, la sensazione è che si stia pensando ad una speculazione edilizia milionaria su un complesso di duecento abitazioni. Marulli si chiede poi come mai non siano stati assegnati i moduli abitativi provvisori - costruiti dalla Protezione Civile e dalla Croce Rossa a qualche centinaio di metri da San Gregorio - anche agli abitanti delle case popolari che, al contrario dei residenti del centro storico, sono stati invece trasferiti ad Assergi, Camarda e in altre new towns. "Le famiglie vivevano da anni a San Gregorio, i ragazzi e le ragazze erano cresciuti lì. Ora, si trovano altrove con la voglia di tornare a casa. Quale sarà la sorte degli inquilini? Come mai questa disparità di trattamento?".

Si spera che le risposte possano arrivare già settimana prossima.

Ultima modifica il Martedì, 11 Marzo 2014 14:30

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