Lunedì, 09 Dicembre 2019 08:48

Terremoto di magnitudo 4.5 nel Mugello: epicentro a Scarperia San Piero (Fi)

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Un terremoto di magnitudo 4,5 è stato registrato questa notte alle 4:37, a Scarperia San Piero, in provincia di Firenze, nel Mugello. L'ipocentro è stato localizzato a una profondità di 9 km.

Nel corso della notte, dalle 3,38 alle 3,55, erano state registrate altre cinque scosse, una delle quali di magnitudo 3,4.

Un'altra scossa è stata avvertita alle 4,42 a Barberino del Mugello. 

Dai primi rilievi della protezione civile si segnalano edifici lesionati a Scarperia San Piero e a Barberino. Numerose le persone uscite di casa in seguito alla serie di scosse di terremoto. Tanti quelli che si sono sistemati in auto. Tantissime le chiamate ai vigili del Fuoco.

Oggi scuole chiuse a Borgo San Lorenzo, Marradi, Barberino e Vicchio. Chiusi anche gli asili comunali.

"Molto spavento, la gente è scesa in strada, la scossa di magnitudo 4.5 ha fatto davvero paura" spiega il sindaco di Scarperia San Piero Federico Ignesti che aggiunge: "Per ora le informazioni ricevute dai primi sopralluoghi fatte dai carabinieri sembrano non rilevare nessun danno grave. Intanto, è stato attivato il Centro operativo intercomunale di Protezione Civile".

Filippo Carlà Campa, sindaco di Vicchio, altro Comune del Mugello, in un post su Facebook rende noto che è stato aperto il centro operativo comunale presso il nuovo campo sportivo, invitando la popolazione a scrivere o telefonare al 3296503000 per qualsiasi comunicazione.

Il terremoto nel Mugello arriva a un secolo da quello del 29 giugno 1919 che causò oltre 100 morti nella stessa area appenninica. In una domenica assolata, poco dopo le 10 del mattino, si registrò una scossa tra il settimo e il nono grado della scala Mercalli con epicentro nella zona di Vicchio, dove ci furono una quarantina di vittime. Tra i comuni più colpiti quelli di Dicomano, Borgo San Lorenzo, San Godenzo, Marradi, Firenzuola, Scarperia, Barberino, Londa, San Godenzo e in parte anche Rufina e Pontassieve. Gravi danni interessarono anche decine di località situate sul versante romagnolo dell'Appennino.

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