Venerdì, 07 Febbraio 2020 10:16

Ama, lavoratori approvano l'accordo tra azienda e sindacati su contrattazione di secondo livello. Ma i dipendenti assunti prima del '99 potrebbe adire le vie legali

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74 voti favorevoli e 2 contrari, con i circa 50 dipendenti assunti in azienda prima del 1999 che hanno disertato il voto: è stato approvato dai lavoratori l'accordo sulla contrattazione di secondo livello raggiunto tra i vertici di Ama e i sindacati.

"L’accordo Ama è approvato", ha commentato il sindaco Pierluigi Biondi. "Dopo anni e anni di annunci falsamente gioiosi, di polvere sotto i tappeti, finalmente l’azienda è sana. È stato un accordo dibattuto, che ha creato dissidi, ha risvegliato antichi dolori. Grazie al sostegno degli aquilani, al sacrificio dei lavoratori, al buon governo. Sì, lo voglio dire. Grazie al buon governo e alla sintesi di azione che ha visto coesi Comune, Regione, azienda e sindacati".

Come noto, la contrattazione di secondo livello era stata azzerata contestualmente all'approvazione della ricapitalizzazione da 1.3 milioni di euro, resa necessaria dalla drammatica situazione finanziaria dell'azienda.

Ora, bisognerà capire se i lavoratori assunti prima del 1999 adiranno le vie legali, come avevano minacciato: con l'accordo approvato ieri, infatti, i dipendenti storici perdono la quota E.D.R., l'elemento distinto della retribuzione in busta paga, voce che si somma alla paga e all’indennità di contingenza tra quelle a carattere fisso e continuativo. I lavoratori Ama assunti prima del 1999 avevano ottenuto, negli anni, 309 euro lordi in più in busta paga a valle di alcune concessioni all'azienda: l'accordo raggiunto tra sindacati e azienda andrà a tagliare proprio questa quota. Ed i dipendenti storici, convinti che non sia possibile procedere con l'azzeramento dell'E.D.R. senza una intesa scritta, non hanno mancato in queste ore di fare intedere che faranno valere i loro diritti in tribunale.

La decisione di disertare il voto, in questo senso, è un messaggio piuttosto chiaro. 

Soddisfatti, al contrario, i lavoratori assunti dopo il 1999. "Non abbiamo lottato per poi farci ricattare dall’ingordigia di una parte di nostri colleghi, abituati ad una condizione di privilegio difficile da spiegare al di fuori delle mura di Ama; non ci siamo fatti una contrattazione ad hoc, saremmo stati maggioranza ed in una fase di scarsità di risorse sarebbe stato plausibile far ripartire l’azienda con identità di trattamenti per tutti i dipendenti. Eppure non abbiamo seguito tale strada lineare", hanno inteso spiegare. "Abbiamo tenuto a mente che le condizioni di partenza diverse non potevano in un sol colpo essere azzerate. Leggere una minaccia di vertenzialità da parte di chi per vent'anni ha goduto di un salario più alto per svolgere il nostro stesso lavoro, oltre che inaccettabile e non comprensibile per la collettività, è minaccia ancor più insopportabile perché avulsa dal contesto in cui la nostra vertenza si è materializzata. Una minaccia che pone a rischio la sopravvivenza della stessa azienda e noi tutti, lavoratrici e lavoratori".

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