Era il 17 febbraio scorso e la Giunta comunale dell'Aquila, con delibera 97, approvava il disciplinare d'intesa con Invitalia per conferire a quest'ultima il ruolo di centrale unica di committenza per gli appalti di edilizia scolastica. "Un piccolo passo, ma comunque significativo nel complesso quadro della ricostruzione delle scuole – aveva spiegato il vice sindaco Raffaele Daniele – e questo grazie alla caparbietà del Comune, che a dicembre scorso inoltrò una nota al Miur con questa richiesta e che il mese scorso ha provveduto a definire gli accordi con lo stesso ministero dell'Istruzione e della Struttura tecnica di missione, nel corso di un incontro al quale ha partecipato il sindaco Pierluigi Biondi".
Una volta sottoscritto il disciplinare con Invitalia, venne spiegato, partiranno subito le prime procedure di appalto per l'ex scuola dell'infanzia 'Tommaso Campanella', per la scuola primaria 'Celestino V' e per la ricostruzione della scuola dell'infanzia 'Vetoio e Pettino', interventi sotto soglia che, in realtà, erano già parte dell'accordo che il Comune dell'Aquila aveva sottoscritto con Anac e Provveditorato alle Opere pubbliche per beneficiare di procedure negoziali, semplificate, e che, tuttavia, era andato in scadenza alla fine del 2019 senza che l'esecutivo comunale fosse riuscito a sfruttarlo.
Nel frattempo, però, a seguito di un emendamento al Milleproroghe l'accordo è stato prorogato per altri due anni, fino alla fine del 2021: per questo, con delibera di Giunta comunale 182 del 30 marzo scorso, l'esecutivo è tornato sui suoi passi, modificando il provvedimento di febbraio ed affidando gli interventi sui tre edifici scolastici al Provveditorato, stante, comunque, il supporto operativo di Invitalia che potrà essere utilizzata per gli interventi non ricompresi nell'accordo con l'Anac e il Provveditorato stesso.
Era ciò che aveva chiesto il capogruppo di Italia Viva Paolo Romano che, nel corso di una conferenza stampa tenuta il 21 febbraio scorso, aveva ribadito come, in realtà, affidarsi all’agenzia "sarebbe stato utile se la procedura fosse stata semplificata". E così non era, al contrario di quanto previsto dall’accordo sottoscritto con Anac e Provveditorato.
Parlando delle tre scuole oggetto di delibera, Romano aveva sottolineato come si trattasse di edifici sotto soglia, appunto, "già parte dell’accordo con Anac e Provveditorato recentemente prorogato, e sui cui era stata avviata l’istruttoria"; in altre parole, il capogruppo di Italia aveva denunciato una sovrapposizione d'interventi, con l’aggravante che il Provveditorato, a differenza di Invitalia, non avrebbe presentato costi aggiuntivi per le casse dello Stato. Dunque, Romano aveva ribadito come l'amministrazione avrebbe dovuto avvalersi dell’accordo col Provveditorato piuttosto che affidarsi ad Invitalia.
E così è andata.