"Occorre dare risposte concrete all'economia. Occorrono misure di sostegno alle famiglie, alle imprese, ai Comuni. Ho fiducia, ce la possiamo fare".
Così il commissario straordinario per la ricostruzione dei territori colpiti dai terremoti del centro Italia, Giovanni Legnini, parlando della emergenza economica e sociale legata al diffondersi del coronavirus a margine di un incontro tecnico sulle ricostruzioni che si è tenuto ieri all'Aquila.
Per l'ex sottosegretario all'Economia con delega alla ricostruzione del cratere, già vice presidente del Csm, "lo scontro politico è ripreso troppo presto e occorreva, invece, una fase di coesione nazionale. In virtù dell'emergenza che stiamo vivendo - ha aggiunto Legnini - occorre una ripartenza molto forte: non lo si fa con regole antiche, occorrono nuove regole che vadano, da un lato, verso una maggiore speditezza delle procedure di affidamento, dove possibile, e dall'altro verso controlli di legalità inflessibili".
Stando alla ricostruzione, Legnini ha riconosciuto come la pubblica resti al palo, nel cratere 2009 e così nei territori del centro Italia: "abbiamo chiesto al Governo norme speciali; la burocrazia è un problema italiano perché le procedure che sono necessarie per apportare prima la progettazione e poi i lavori di un'opera sono lunghe, lente, farraginose e complicate. E sono persino aggravate nei crateri", ha aggiunto il commissario straordinario. "Va però detto che più noi chiediamo la semplificazione, l'accelerazione, la procedura negoziata e più dobbiamo rafforzare i presidi di controllo e legalità: su questo non ho alcun dubbio".
Legnini si è detto poi certo che la crisi contingente non sottrarrà risorse alle ricostruzioni: "credo non sia nella mente di nessuno".
Altro problema è il rifinanziamento dei processi nel cratere 2009: "le risorse stanno andando ad esaurimento quindi bisognerà rifinanziare, così come occorre rifinanziare, e l'ho già chiesto al Governo, anche se non subito, la ricostruzione pubblica nel cratere 2016. La ricostruzione privata in centro Italia, invece, non ha problemi perché ci sono ancora risorse pari a 6 miliardi di euro".
"Le dichiarazioni rese dal commissario straordinario per la ricostruzione dei territori colpiti dal sisma 2016, Giovanni Legnini, dimostrano un alto senso di responsabilità nei confronti di una terra che da tempo invoca attenzione e misure adeguate per non interrompere il proprio percorso di rinascita", il commento del sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi. "Lui, che conosce bene le questioni legate al sisma 2009, avendole seguite da molto vicino quando ricopriva il ruolo di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, ha sottolineato con grande onestà intellettuale quanto denunciai a febbraio e cioè che i fondi per le aree terremotate undici anni fa sono in esaurimento. È urgente, a questo punto, un intervento legislativo per programmare il completamento della ricostruzione".
La cifra necessaria è di quattro miliardi di euro, come quantificato dagli Usra e Usrc, organismi di emanazione governativa. "È arrivato il momento, ritengo, di saldare i destini delle ‘ricostruzioni’ 2009 e 2016, uniformando e semplificando le procedure, avvalendosi dei tanti elementi positivi registrati con l’esperienza aquilana, e di attuare iniziative a sostegno degli operatori, con la previsione di una disposizione che garantisca alle imprese indennizzi per coprire costi e oneri legati alla sicurezza sanitaria delle maestranze nei cantieri”.
Ha concluso Biondi: "Il Comune dell’Aquila, come sempre, è disponibile a fornire tutti gli elementi necessari per proposte da inserire in un provvedimento normativo che dovrà essere approvato da governo e Parlamento, auspicabilmente in un emendamento al decreto rilancio. Il futuro delle popolazioni terremotate, come a più riprese ha ricordato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, rappresenta una priorità inderogabile per il Paese".
Quagliariello: "Convergenza su obiettivi può rendere L'Aquila un laboratorio di ripartenza"
“L’impatto della crisi determinata dal coronavirus nelle zone terremotate rischia di moltiplicarsi esponenzialmente. Proprio per questo è necessario moltiplicare gli sforzi per fare della ricostruzione post-sismica e della ripartenza post-epidemica un’occasione di rilancio che assuma una portata nazionale. E L’Aquila ha tutte le carte in regola per diventare un laboratorio in tal senso”.
Lo dichiara Gaetano Quagliariello, senatore del collegio L’Aquila-Teramo.
“La convergente consapevolezza del commissario Legnini e del sindaco Biondi circa la necessità che la ricostruzione dell’Aquila e del territorio colpito dal sisma del 2009 non si fermi per mancanza di risorse e che le misure messe in campo possano produrre effetti tempestivi – prosegue – fa ben sperare in tal senso, e altrettanto può dirsi di un tessuto imprenditoriale che si è dimostrato all’altezza delle difficili sfide che hanno investito la città da undici anni a questa parte, e che ancora oggi si è reso protagonista di gesti più che simbolici come l’allestimento della postazione per i tamponi a Collemaggio. Un effetto positivo può essere determinato anche dal rilancio del sisma-bonus e dell’eco-bonus, una delle pochissime misure di un decreto-monstre che sia realmente orientata al ‘rilancio’ e non a una stagnazione che in assenza di prospettive di ripartenza diventerà inevitabilmente una recessione. E’ indubbio che queste misure possono trovare nei crateri del 2009 e del 2016 terreni di coltura assai favorevoli. Il comune intento manifestato in queste ore a proposito del futuro della ricostruzione da figure istituzionali provenienti da storie e percorsi diversi – conclude Quagliariello – rappresenta, ben più di una polemica politica fine a se stessa, la cifra alla quale dovrebbe improntarsi l’azione per il futuro della città, dell’Abruzzo e dell’intero entroterra appenninico”.