Giovedì, 07 Gennaio 2021 18:58

Denuncia della CGIL: "Lavoratori COVID della scuola senza stipendio"

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"Noi della FLC CGIL forse abbiamo un’idea obsoleta e romantica del rapporto tra lavoro e salario; pensiamo, infatti, sia lineare ed acclarato che se un lavoratore o una lavoratrice svolge una regolare e contrattualizzata attività lavorativa abbia diritto ad essere retribuito/a in base a tabelle condivise dai CCNL di categoria. Sembrano pensarla diversamente da noi il Ministero dell’Istruzione e gli Uffici Scolastici di discendenza che non hanno ancora provveduto al pagamento degli stipendi a docenti ed ATA che, da settembre, svolgono regolare attività lavorativa all’interno di tutte le istituzioni scolastiche della nostra provincia".

A denunciarlo è la segretaria provinciale della FLC CGIL Miriam Anna Del Biondo.

Il DL 34 del 19 maggio 2020, convertito con modificazioni dalla legge 77 del 17 luglio 2020 art. 231 bis, ha istituito il cosiddetto organico COVID; si tratta di un organico di emergenza, ovvero di unità di personale docente ed ATA aggiuntive, che, assegnate alle scuole in base a criteri autonomamente stabiliti dagli Uffici Scolastici, hanno la funzione principale di favorire misure di distanziamento tali da contenere il contagio da COVID 19.

Ebbene, "nella nostra provincia - spiega Del Biondo - l’Ufficio Scolastico competente ha stabilito di distribuire le risorse necessarie alla stipula di contratti di supplenza dopo aver avuto un’interlocuzione con le singole istituzioni scolastiche. Non entriamo ora nel merito dell’entità né della distribuzione delle risorse perché siamo romantici e non ci piace giocare facile, ma possiamo affermare senza ombra di dubbio che la modalità scelta dall’amministrazione di assumere questo personale è stata poco funzionale ed estremamente problematica. Sappiamo, dalle numerose segnalazioni che ci giungono, che la maggior parte di questo personale, quotidianamente impegnato e fortemente esposto a rischio di contagio, esattamente come tutto il personale scolastico, non ha ancora ricevuto la dovuta retribuzione".

Nonostante l'intervento dei sindacati con le istituzioni scolastiche e nonostante gli interventi che della CGIL nazionale a livello governativo, "non siamo in grado di risalire esattamente alla fonte del problema perché le informazioni che abbiamo quando ci rivolgiamo alle amministrazioni scolastiche o quando lo stesso nazionale si rivolge al Ministero sono discordanti, contraddittorie e senza regia. Non sappiamo, di fatto, se tale gravissimo ritardo derivi dal black out ministeriale dei mesi scorsi, quando lo stesso Ministero dichiarò candidamente di aver sbagliato i conti e, quindi, di dover rivedere la distribuzione delle risorse alle regioni. Per la regione Abruzzo questo si tradusse nella nota dell’Ufficio Scolastico Regionale del 20 ottobre che ordinava alle scuole di interrompere la stipula di contratti COVID. Non sappiamo se dipenda dalla conseguente difficoltà che hanno incontrato le amministrazioni scolastiche ad inserire i dati nel sistema. Non sappiamo se si tratti di un'incapienza di fondi. O dell’impossibilità tecnica di disporre di risorse già stanziate".

Non sappiamo, "e non per nostra negligenza" ribadisce Miriam Anna Del Biondo. "Sappiamo però che i lavoratori e le lavoratrici hanno il diritto ad essere immediatamente pagati/e. Sappiamo che non vogliamo più tranquillizzare persone che ci raccontano di non essere più in condizione di affrontare le spese di viaggio per raggiungere la sede di servizio (non so se serve ogni volta ricordare che la provincia dell’Aquila è una provincia vasta ed interna) o docenti che ci dicono che non possono permettersi le spese del vivere quotidiano in attesa del pagamento. C’è un limite di rispetto e di decenza oltre il quale non volgiamo tacere. Chiediamo che i nostri Uffici Scolastici si impegnino affinché si provveda immediatamente ad un’emissione speciale da parte del MEF per ripristinare un regolare rapporto tra lavoro e retribuzione e che, a chi sta lavorando da oltre quattro mesi e, magari, si è anche ammalato di COVID nel frattempo, sia garantita attraverso il lavoro e la sua giusta retribuzione la dignità e la serenità economica che, insieme e non dopo la produzione, sono il vero fine del lavoro".

Ultima modifica il Giovedì, 07 Gennaio 2021 19:14

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