E' stato firmato stamane un importante accordo fra l'Autorità di Bacino dell'Appennino Centrale e il Commissario straordinario per la ricostruzione del centro Italia, Giovanni Legnini.
Lo studio di approfondimento, materia dell'accordo, si baserà sulle aree interessate da dissesti idrogeologici che insistono su alcuni centri urbani delle 4 Regioni colpite dagli eventi sismici che si sono susseguiti tra l'estate 2016 e il gennaio 2017.
In particolare, sono state individuate 295 aree franose e interessate dai dissesti idrogeologici che bloccano la ricostruzione di diversi centri urbani nei 138 comuni del cratere: l'obiettivo è capire se ci sono le condizioni di sicurezza per ricostruire, se è necessario approntare opere di mitigazione e contrasto del dissesto o se è preferibile delocalizzare altrove.
E' la prima volta che, nell’ambito di una ricostruzione, viene individuata una procedura di verifica puntuale delle situazioni potenzialmente rischiose; un lavoro che viene a valle dello studio sulle faglie attive e capaciti, sviluppato con l'Ingv, e sulla microzonazione sismica dei territori del centro Italia. "Lavoriamo per una ricostruzione sicura e di qualità", ha sottolineato il Commissario Giovanni Legnini; "l'intesa che firmiamo stamane coinvolge le massime istituzioni scientifiche, dall'Ispra alle cinque Università che insistono sui territori in ricostruzione. Quante volte, dopo eventi calamitosi, ci siamo detti: 'non dovrà più accadere'. Ebbene, stiamo perseguendo gli obiettivi di prevenzione e sicurezza che stanno guidando il nostro agire" ha ribadito Legnini.
In questi mesi, ha proseguito il Commissario, "abbiamo improntato la nostra attività all'accellerazione dei processi, con la semplificazione delle procedure e l'irrobustimento organizzativo e finanziario; stiamo già raccogliendo i frutti di questo lavoro: nei prossimi giorni presenteremo un dossier sulla ricostruzione pubblica e privata ma possiamo già dire che nel 2020, l'anno della pandemia che ha fortemente condizionato le attività, abbiamo attivato 3.200 cantieri e molti altri ne apriremo nei mesi a venire. Non era affatto scontato".
Oggi, "chiediamo alle famiglie che vivono aree a rischio di attendere qualche altro mese affinché gli possa essere garantita una ricostruzione sicura" le parole Legnini. Lo studio si svilupperà nei prossimi sei mesi, ma i primi esiti sono attesi in tempi più brevi.
"Questa - ha aggiunto Erasmo D'Angelis, Segretario generale dell'Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino Centrale - è la prima area europea dove c’è piena conoscenza di tutti i rischi, con la microzonazione, la mappatura delle faglie attive capaci, i nostri piani di assetto idrogeologico, con i rischi alluvionali e franosi; con questo studio, entreremo ancor più nel dettaglio andando ad individuare le aree più a rischio. Metteremo in campo un centinaio di tecnici, la nostra piattaforma tecnologica WebGIS già attiva nell'ambito del progetto ReSTART, con sensoristica, controlli satellitari e sul campo: in pochi mesi, riusciremo nell’impresa di consegare alla struttura commissariale un quadro chiaro del territorio".
D'altra parte, si parla molto di delocalizzazioni - ha inteso chiosare Legnini - "ma sappiamo si tratta di decisioni dolorosissime da assumere: per farlo, vogliamo avere a disposizione tutte le informazioni utili ad assumere le decisioni più giuste. In questi giorni, stiamo discutendo di Pescara del Tronto, già oggetto di studi: si ricostruirà in sito o verrà delocalizzata? Parliamo di uno dei simboli del terremoto del centro Italia, luogo emblematico per pericolosità sismica ed idrogelogica: nei prossimi giorni assumere una decisione".