Riceviamo e pubblichiamo dai consiglieri comunali de ”Il Passo Possibile” Elia Serpetti, Emanuela Iorio, Antonio Nardantonio, Americo Di Benedetto e dal Presidente dell’Associazione civico politica di riferimento Fabrizio Ciccarelli.
Negli ultimi mesi in città abbiamo assistito a diversi fatti di cronaca legati a preoccupanti episodi di abuso di alcol e droga, vandalismo, microcriminalità, persino atti di bullismo, che evidenziano non solo una problematica crescente di sicurezza nel nostro territorio, ma anche una grave emergenza sociale ed educativa dato il coinvolgimento di giovani, troppo spesso abbandonati a sè stessi e in preda a sentimenti di malessere e insoddisfazione.
Una gestione civile del “disagio giovanile” merita riflessioni più approfondite che contribuiscano a risolvere le tante ed evidenti criticità: azioni preclusive o, addirittura, repressive, non sono la soluzione bensì la logica (illogica!)conseguenza del problema non affrontato in città per ora e per tempo.
Il Governo cittadino avrebbe dovuto da tempo, per l’appunto, analizzare in modo serio e approfondito le problematiche sociali in città, che fossero in centro storico o nell’immediata periferia, come pure nei Progetti C.A.S.E. e nelle frazioni.
Liquidare la questione riducendo le evidenziate difficoltà dei giovani e degli adolescenti a “normali” effetti del disagio del post-terremoto (dopo 12 anni !) o come conseguenza della voglia incontrollata di riscatto dalla forzata clausura per la recente pandemia, serve solo a sminuire la portata del problema mentre i nostri ragazzi e le loro famiglie meritano maggior supporto e attenzione!
In una città come la nostra con diverse criticità, principalmente la mancanza di lavoro e la disgregazione sociale, l’Amministrazione comunale avrebbe l’obbligo, oltre che per sensibilità ed educazione istituzionale, di rapportarsi al meglio con i Servizi sul territorio (S.E.R.T., Scuole, Associazioni sociali e di volontariato, Oratori, attività sportive giovanili, Ordini professionali, Tribunale per i minori, Forze dell’ordine stesse, etc.), mettendo in campo un’azione comune condivisa che possa prevenire queste reiterate condotte antisociali.
“Il Passo Possibile” chiede, quindi, che il Comune e l’Assessorato di riferimento siano i capofila nelle iniziative di supporto alle figure e alle realtà preposte che si occupano della prevenzione del malessere relazionale, specie adolescenziale, e che contribuiscono ad evitarne la diffusione in ogni sua forma sbagliata, anche attraverso il recupero di spazi aggregativi di socialità - incalzano i rappresentanti de “Il Passo Possibile”.
E’ altrettanto vero che la vivacità giovanile, di cui tutti siamo stati partecipi, non debba essere soffocata in toto, ma non si può neanche pensare di superare i limiti imposti dalla convivenza civile, così come quelli della buona educazione cui ognuno di noi dovrebbe farsi carico, a partire dal contesto familiare.
Il polso della situazione di chi governa la città sembra mancare soprattutto nel centro storico dove latita un’adeguata azione a tutela di chi è tornato a viverci e di chi ne avrebbe il desiderio, oltre che di chi lì esercita un’attività economica (non solo di somministrazione di alimenti e bevande) e di chi, in generale, lo frequenta anche per il solo piacere di farlo.
Trattare oggi il centro storico come se, a corollario dello stesso, esistessero realmente i migliori servizi di supporto (parcheggi, bagni pubblici, prestazioni di primo soccorso e di tutela delle emergenze in generale, oltre che adeguati sistemi di controllo) significa negare l’evidenza e, quindi, trascurare la giusta sensibilità ed il giusto principio di dialogo tra parti interessate.
Comprendiamo bene come contemperare le esigenze di tutti - che non sono dettate dai capricci dei singoli ma dal semplice fatto che viviamo ancora in una fase di transitorietà – significhi perdere spazi di consenso.
Ma, laddove ci si cimenti per gli altri, non si dovrebbe agire con occhi dediti al consenso, molto meglio sarebbe programmare le cose e disciplinarle adeguatamente (comprese le azioni strutturali ancora carenti nella nostra città) al fine di far funzionare bene tutto con il sistema delle reciproche concessioni.
Il senso del governo delle istituzioni impone concentrazione ed attenzione minuziosa nell’organizzazione delle azioni pubbliche, libera da condizionamenti: in buona sostanza, fare il bene per la propria città vince e convince su ogni tornaconto elettorale a meno che non si sia deciso di riproporsi in una “giungla autogestita”.