Mercoledì, 23 Giugno 2021 12:29

Sindacati sotto il palazzo della Regione: "Mancano 250 poliziotti penitenziari"

di 

La situazione organica delle carceri abruzzesi e molisane è davvero preoccupante: c'è una vacanza organica di circa 250 poliziotti penitenziari che interessa tutti i ruoli.

A lanciare l’ennesimo allarme sono le segreterie regionali dei sindacati di categoria SAPPE, OSAPP, UIL PA PP, USPP, FNS CISL, FSA CNPP e FP CGIL che, stamane, si sono ritrovate in manifestazione a Palazzo Silone, sede della Giunta regionale.

"Basta, la misura è colma – l'affondo dei sindacati – chiediamo tutele e dignità per i poliziotti penitenziari che, quotidianamente, vivono in inaccettabili situazioni di disagio, vittime di aggressioni, di carichi eccessivi di lavoro, prestazioni obbligatorie di straordinario, continui richiami in servizio, cumuli di ferie.

La FP CGIL Abruzzo Molise ha inviato un report con un appello agli organi governativi, istituzionali, parlamentari, politici e regionali affinchè vi siano adeguate politiche risolutive tese ad assicurare serenità organizzativa per gli Istituti Penitenziari. "C'è una situazione di forte disagio, amplificata in questo anno e mezzo di pandemia - sottolinea ai nostri microfoni Giuseppe Merola, segretario Abruzzo e Molise del comparto Sicurezza-Polizia Penitenziaria della Fp Cgil - che va a influenzare pesantemente l'organizzazione del lavoro e dei servizi; è una questione che stiamo denunciando da tempo, a livello periferico e centrale. Siamo qui a rivendicare la nostra lotta affinché ci sia una giusta ed adeguata attenzione verso le carceri abruzzesi". 

Tra le situazioni più preoccupanti, quella del carcere di Sulmona. "Attualmente, viviamo una situazione di sofferenza: mancano circa 50 unità. Lo denunciamo da tempo: la situazione si è aggravata ulteriormente con la pandemia. Ci sono stati circa 100 contati tra gli utenti e più di 30 tra il personale. Abbiamo chiesto un aiuto ad affrontare la situazione. C'è tensione: abbiamo carenze su tutte le figure, non soltanto sui poliziotti penitenziari che assorbono le tensioni e non ce la fanno più: mancano gli educatori, parte del quadro della contabilità e così via. D'altra parte, tra settembre e ottobre dovrebbe aprire il nuovo padiglione: attualmente, la popolazione dei detenuti è di 400 unità che diventeranno 650. A quel punto, serviranno 90 unità di personale da assumere per la gestione delle situazioni ordinarie".

La politica, tuttavia, resta indifferente. "La mancanza oggi di una presenza delle Istituzioni del territorio e della politica confermano la poca attenzione che, negli anni, e ancor di più negli ultimi mesi, è stata riservata ad un settore così delicato come quello della polizia penitenziaria, oggi in protesta, ma all'intero mondo degli istituti penitenziari. La carenza di poliziotti e civici che lavorano all'interno degli istituti non può più perpetuarsi in questa memoria", l'affondo di Anthony Pasqualone, segretario generale della Funzione pubblica della provincia dell'Aquila. In questi mesi, "abbiamo assistito a continui fenomeni di rivolta all'interno degli istituti penitenziari che abbiamo definito 'bombe ad orologeria'. Solo e soltanto per la professionalità dei poliziotti penitenziari è stato possibile gestire l'emergenza. E' chiaro, però, che non ci si può affidare alla buona volontà e alla professionalità degli operatori: c'è bisogno di un intervento deciso, definitivo, rispetto alla carenza di personale". 

Sotto la sede della Regione c'erano anche i rappresentanti del SAPPE, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria, che ha inteso denunciare, tra l'altro, "la decisione della Ministra Lamorgese di costituirsi 'parte civile' al processo che avrà luogo per i fatti accaduti l'11 ottobre 2018 nel carcere di San Gimignano" e dove sono imputati alcuni poliziotti che, secondo gli inquirenti, avrebbero provocato 'sofferenze acute e sofferenze fisiche' ad un detenuto tunisino di 31 anni. "Il nostro totale disaccordo, che da voce alla evidente preoccupazione di tutti i poliziotti penitenziari, non è certo dovuto alla doverosa iniziativa di procedere con l'accertamento dei fatti attraverso un giusto processo", hanno spiegato; "il nostro totale disaccordo è nei confronti di un Ministro che invece di rimanere super partes si schiera, con evidente pregiudizio, contro i suoi uomini, contro coloro che ogni giorno sacrificano le proprie famiglie, i propri affetti, le proprie passioni per assicurare, in condizioni quelle sì disumane, lo svolgimento dei compiti affidati".

 

Articoli correlati (da tag)

Chiudi