Martedì, 24 Giugno 2014 09:46

Inchiesta 'Do ut des': chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli indagati

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'Do ut des'. A quasi sei mesi dallo scandalo che ha rischiato di travolgere la giunta Cialente, le accuse si cristallizzano. E così, i pm David Mancini e Antonietta Picardi - che stanno coordinando l'inchiesta condotta dalla Squadra Mobile di Maurilio Grasso - hanno firmato nei giorni scorsi la richiesta di rinvio a giudizio per tutti gli indagati

Si tratta di Vladimiro Placidi, Pierluigi Tancredi, Daniela Sibilla e Pasqualino Macera, finiti agli arresti domiciliari. La Procura della Repubblica dell'Aquila ha avanzato la stessa richiesta anche per l'ex vicesindaco Roberto Riga, per l'ingegnere Mario Di Gregorio, per Fabrizio Menestò per il grande accusatore, Daniele Lago, amministratore delegato della Steda Spa.

A rivelarlo è Marcello Ianni, stamane, sulle pagine de Il Messaggero

Ora, la parola spetta al Giudice per le indagini preliminari che dovrà accogliere - o meno - la richiesta di rinvio a giudizio. I protagonisti di questa vicenda restano dunque indagati a vario titolo con le pesantissime accuse di corruzione, millantato credito, falso, abuso d'ufficio, appropriazione indebita. 

Le indagini, iniziate nel novembre del 2012, avevano svelato l'esistenza di un sistema corruttivo, secondo il quale alcuni imprenditori interessati ai lavori per la ricostruzione post terremoto fornivano illecite dazioni, quantificate in circa 500mila euro, elargite nei confronti di funzionari pubblici quale contropartita per l'aggiudicazione di appalti relativi a lavori di messa in sicurezza di edifici danneggiati dal sisma del 2009 (tra cui Palazzo Carli, sede dell'Università dell'Aquila). E' stata altresì accertata l'appropriazione indebita della somma di circa 1,2milioni di euro, da parte di alcuni indagati, relativa al pagamento di taluni dei suddetti lavori. I fatti-reato commessi a L'Aquila, si riferiscono al periodo che va da settembre 2009 a luglio 2011.

L'operazione è stata denominata "Do ut Des", per sottolineare come gli indagati, attuali ed ex funzionari pubblici locali, avessero creato un sistema di tangenti ben radicato nel tempo e sul territorio aquilano, al fine di ottenere delle dazioni di denaro per l'aggiudicazione di alcuni appalti relativi a lavori di messa in sicurezza di edifici danneggiati dal sisma del 2009. Stando agli investigatori, persino i Map - Moduli Abitativi Provvisori - venivano utilizzati come forma di pagamento di tangenti. "Il reato piu' grave accertato - spiegò il capo della Squadra Mobile dell'Aquila Maurilio Grasso - è quello della corruzione, in cui imprenditori fornivano tangenti per potersi aggiudicare gli appalti post sisma".


Gli indagati

Pierluigi Tancredi, aquilano, più volte assessore nelle giunte di centrodestra, all’epoca dei fatti Consigliere Comunale di opposizione, dirigente Asl 1;

Daniela Sibilla, all’epoca dei fatti dipendente e collaboratrice del consorzio dei beni culturali della provincia di L’Aquila;

Vladimiro Placidi, aquilano, all’epoca dei fatti Direttore del Consorzio dei beni culturali della Provincia dell’Aquila ed anche Assessore alla ricostruzione dei beni culturali del Comune di L’Aquila;

Pasqualino Macera, originario del teramano, all’epoca dei fatti Funzionario Responsabile Centro-Italia della Mercatone Uno s.p.a.

Oltre all'ex vicesindaco Roberto Riga, risultano inoltre indagati Mario Di Gregorio, 45 anni, fino a qualche mese fa direttore del settore Ricostruzione pubblica e patrimonio del Comune dell'Aquila, all'epoca dei fatti funzionario responsabile dell'ufficio Ricostruzione; Fabrizio Menestò, 65, ingegnere di Perugia, all'epoca direttore e progettista dei lavori per le opere provvisionali di messa in sicurezza di palazzo Carli, sede del rettorato dell'Università dell'Aquila; Daniele Lago, 40, imprenditore di Bassano del Grappa, Ad della Steda Spa, aggiudicataria di alcuni appalti.

L'inchiesta in cifre

DUE sono le imprese di costruzione da cui è partita l'inchiesta. La Steda S.P.A con sede a Bassano del Grappa , il cui titolare, Lago, è indagato, e la ditta aquilana più piccola di Steda, Silva Costruzione Srl, parte offesa nella vicenda dei puntellamenti di Palazzo Carli che gli furono assegnati dal Comune. La ditta Silva fu praticamente costretta a costituirsi in ATI (associazione temporanea d'impresa) con la Steda dopo il secondo Sal (Stato Avanzamento Lavori) di Palazzo Carli. Dal contenzioso in sede civile tra queste due ditte, riguardante il pagamento del terzo Sal, è partita l'indagine.

Una Ati favorita secondo gli inquirenti dal dirigente comunale all'ufficio ricostruzione Di Gregorio, che però ha specificato di non aver mai suggerito nessuna ditta, e definita anomala per varie ragioni da parte degli inquirenti, dato che per esempio la ditta più piccola avrebbe svolto i lavori mentre a quella più grande sarebbe spettata la parte amministrativa.

DUE pure sono le società attraverso le quali gli imputati Placidi, Macera, Tancredi e Sibilla giustificavano formalmente i versamenti che giungevano loro dalla Steda s.p.a. per farla entrare nei lavori di messa in sicurezza: la Pro.ges di Placidi e la DA.MA Consulting Srl di Paqualino Macera e in cui operavano anche Pierluigi Tancredi e Daniela Sibilla. Versamenti che giungevano per consulenze ritenute fittizie dagli investigatori. Tancredi, tramite il suo avvocato Maurizio Dioniso si difende però, affermando che il suo cliente faceva consulenze amministrative legittime come mediatore di affari (o broker), mettendo in contatto il committente e la ditta appaltatrice.

7.200euro la rata mensile che Steda aveva pattuito di pagare come consulenza alla società DA.MA per una durata di 12 mesi e per un totale di 86.400 euro, oltre alle percentuali per ogni singolo lavoro.

43.200euro i soldi effettivamente erogati secondo gli inquirenti per pagare le prime sei mensilità.

5 i Map che secondo l'accusa, Lago avrebbe consegnato a Tancredi come saldo della pattuizione originaria. Map dal valore di 40.000euro ciascuno (per un totale di 200.000euro).

12.000euro sempre secondo gli inquirenti sarebbero stati consegnati in assegni contanti a Sibilla sempre per saldare la cifra pattuita nell'ambito dei favori.

30.000euro la cifra che secondo l'accusa sarebbe stata versata da Lago all'allora vice sindaco Riga affinché intervenisse per garantire alla Steda i lavori di messa in sicurezza dell'immobile facente parte del consorzio Alto.Mac in Via Accursio, poi aggiudicati da un'altra ditta.

10.000euro la parte di denaro contante effettivamente consegnata secondo l'accusa da Lago a Riga tramite Tancredi per i lavori di messa in sicurezza del palazzo di proprietà della dottoressa Cicogna in via Accursio facente parte dell'aggregato Alto.Mac, poi aggiudicato da un'altra ditta.

5.000euro la cifra che secondo l'accusa Tancredi consiglia a Lago di versare al partito La Destra di cui farebbe parte la dottoressa Cicogna proprietaria dell'immobile in Via Accursio.

87.600euro (Iva inclusa) la somma complessiva promessa dalla Steda alla Pro.ges la società di Placidi per far entrare la Steda nei lavori di Palazo Carli.

24.000euro la cifra versata effettivamente secondo gli inquirenti il 15 febbraio 2010 da Steda a Pro.ges, la società dell'allora assessore Placidi, giustificata come pagamento di un progetto di ingegneria che l'accusa ritiene sia stato in realtà prodotto dalla stessa Steda.

1.268.000euro invece è il pagamento del terzo Sal (al centro dell'inchiesta) per i lavori di messa in sicurezza di Palazzo Carli che finiscono sul conto della Banca Popolare di Verona (a cui la Steda ha fatto cessione del credito) invece che alla ditta Silva che secondo gli inquirenti ha effettivamente effettuato pressochè tutti i lavori ma che dopo il secondo Sal è praticamente costretta a costituire un Ati (associazione temporanea di impresa) con la ditta Steda.

1.600.000euro il costo stimato dall'ingegner Menestò per la messa in sicurezza di Palazzo Carli affidato alla ditta Silva.

620.000euro la cifra massima per cui la ditta Silva è abilitata ad efffettuare lavorazioni in quanto in piossesso di un SOA cat OG2 cat II ragion per cui dopo il secondo Sal è praticamente costretta a costiuirsi in un'ATI con la Steda.

60.000 euro la tangente richiesta da Macera a Lago per una fornitura di Map da 30milioni, pari allo 0,2% quindi del valore complessivo. In tale filone Macera è indagato per millantato credito nei confronti dell'ex vice capo della Protezione Civile, Bernardo De Bernardinisi, estraneo hai fatti. La riserva infatti sarebbe caduta comunque e Macera non aveva nessuna influenza su De Bernardinis.

Ma quando?

Altrettanto interessante è la ricostruzione dell'inchiesta lungo la linea del tempo. Qualche data:

2009-2011 il periodo a cui si riferiscono i fatti contestati

2012 l'inizio delle indagini

16/5/2009 L'Ance e l'Api stilano l'elenco delle imprese di "serie competenza" cui demandare in via prioritaria "a chiamata diretta" i lavori di messa in sicurezza . In questa lista c'è la ditta Silva e non la Steda.

22/10/2009 viene costituita la società DA.MA di Macera il cui amministratore reale secondo l'accusa era Tancredi coadiuvato da Sibilla.

18/11/2009 la data del contratto tra la Steda S.p.a. e la società DA.MA.

19/11/2009 viene formalizzata con rogito del notaio l'ATI tra Silva e Steda.

23/11/2009 la stipula contratto tra Steda e Pro.ges. la società di Placidi.

15/12/2009 Placidi viene nominato Assessore al Comune dell'Aquila dal Sindaco Massimo Cialente.

 

Ultima modifica il Martedì, 24 Giugno 2014 10:58

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